Ictus
L'ictus cerebrale rappresenta la prima causa di invalidità nel mondo, la seconda di demenza e la terza di mortalità nei paesi occidentali. Nel nostro Paese ogni anno si registrano almeno 100.000 nuovi ricoveri dovuti all'ictus cerebrale, circa un terzo delle persone colpite non sopravvive ad un anno dall'evento, mentre un altro terzo sopravvive con una significativa invalidità pari quasi ad un milione. Questo il quadro emerso dal "Rapporto sull'Ictus in Italia. Una fotografia su prevenzione, percorsi di cura e prospettive", presentato questa mattina presso la sala Nilde Iotti della Camera dei Deputati a cura dell'Osservatorio Ictus Italia, che restituisce per la prima volta una descrizione completa della patologia nella Penisola.
Ictus, 100.000 nuovi ricoveri l'anno. I dati dell'Osservatorio Italia
Dal documento realizzato grazie alle componenti dell'Osservatorio Ictus Italia emerge che le persone sopravvissute a un ictus, con esiti più o meno invalidanti, siano oggi circa 940.000.
Un fenomeno in costante crescita a causa dell'invecchiamento della popolazione. L'Osservatorio ha l'importante compito di radunare varie componenti rappresentate dall'Intergruppo Parlamentare per le Malattie Cardio Cerebrovascolari, coordinato da Rossana Boldi.
Comprende l'associazione A.L.I.C.e Italia Onlus, che rappresenta i pazienti colpiti da ictus, le società scientifiche Italian Stroke Organization ed European Stroke Organization, l'Istituto superiore di Sanità e la Società dei Medici di Medicina Generale. Ogni ente ha fatto la sua parte nel redigere un rapporto fluido e dettagliato, destinato a tutti e consultabile sul sito dell'Osservatorio
. A spiegarlo è Nicoletta Reale, presidente dell'Osservatorio Ictus Italia.
L'80% del numero totale degli ictus è rappresentato da ictus ischemici con una mortalità a 30 giorni di circa il 20%, e del 30% a un anno. Invece, la mortalità a 30 giorni dopo un ictus emorragico raggiunge il 50%.
Questi sono sicuramente numeri preoccupanti, che rappresentano l'impatto sociale ed economico dell'ictus sulla nostra società in termini di impegno del Ssn sia nella fase acuta che nella presa in carico della cronicità.
Ictus, quanto ci costa
La malattia, inoltre, non prevede solo costi diretti, poiché l'impegno economico che impoverisce le famiglie delle persone colpite da ictus è la spesa per la cosiddetta assistenza informale, che consuma risorse e tempo.
In Italia, si legge nel Rapporto, i costi diretti per il Servizio Sanitario Nazionale ammontano a circa 16 miliardi di euro all'anno, ai quali vanno aggiunti circa 5 miliardi di euro in termini di costi indiretti, calcolati principalmente come perdita di produttività.
Nel nostro Paese solo un terzo delle persone è consapevole di essere colpito da ictus e la maggior parte non conosce i possibili segni o sintomi del danno cerebrale - spiega Reale - risulta assolutamente necessario attuare percorsi di informazione, riconoscimento, tempestività e cura dell'ictus cerebrale promossi e condivisi, ciascuno per le proprie competenze, da tutti gli stakeholders: società scientifiche, organizzazioni ed enti d'ambito sanitario, associazione di pazienti e di cittadini, Istituzioni
.
Disparità regionale nell'organizzazione dell'assistenza all'ictus
Dal Rapporto si mette in luce anche una disparità regionale nell'adozione dei Percorsi Diagnostici Terapeutici e Assistenziali (PDTA), ovvero di quegli interventi complessi mirati alla condivisione dei processi decisionali e dell'organizzazione dell'assistenza per un gruppo specifico di pazienti durante un periodo di tempo ben definito.
Bisogna rendere quanto più possibile coscienti le persone di questa patologia e dell'importanza della prevenzione, della cura e della riabilitazione
fonte Agenzia DIRE
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