La Federazione Migep e il sindacato SHC chiedono alla Conferenza delle Regioni di sospendere l’eventualità che ad eseguire i tamponi per diagnosi di Covid-19 possano essere anche gli Operatori socio sanitari: Tecnica invasiva di fatto preclusa all'Oss
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Migep-SHC: no all’ipotesi di far eseguire tamponi diagnostici agli Oss
A tutela del cittadino utente e dell'operatore stesso le Federazioni Nazionali degli OSS si oppongono all’ipotesi sottoposta dalle Regioni di far eseguire i tamponi diagnostici agli Oss - scrivono in una nota la Federazione Migep e la Federazione Sindacale SHC OSS - essendo una tecnica invasiva per cui di fatto preclusa all’oss
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Non solo. Eseguire una manovra come quella del tampone per diagnosi di Covid-19 profilerebbe il reato di abuso di professione infermieristica. La mancanza di personale non deve mettere a rischio la salute dei pazienti o generare contenziosi legali verso gli operatori stessi - continua la nota Migep-SHC - Chiediamo alla Conferenza delle Regioni di sospendere l’eventualità che ad eseguire i tamponi per Covid-19 possano essere anche gli operatori socio-sanitari.
L’oss è sicuramente essenziale nell’assistenza ai pazienti, ma per definizione e per legge poiché la tipologia di formazione e le competenze attribuite, l'operatore socio sanitario, a seguito degli interventi legislativi nel settore delle professioni sanitarie, è ritenuto, secondo il Ministero della Salute, categoria d’interesse sanitario, di cui all'articolo 1, comma 2, della legge 26 febbraio 2006, n. 43, ed in quanto tale non assimilabile alle professioni sanitarie, che conseguono un'abilitazione all'esercizio professionale
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Sulla questione era intervenuta anche la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), che aveva subito chiesto alla Conferenza delle Regioni di sospendere questa eventualità. Il rischio - scrive la Fnopi - è che eventuali danni fisici provocati ai pazienti, oltre alla gravità del fatto in sé, non trattandosi di personale sanitario (gli Oss appartengono al ruolo tecnico e non sono laureati, ndr) e quindi non rientrando nemmeno nell’alveo della legge 24/2017 sulla responsabilità sanitaria, potrebbero creare nuove situazioni di contenzioso e potrebbero mettere in seria difficoltà chi ne è responsabile e gli stessi operatori per i quali, non avendo assicurazione obbligatoria né essendo autorizzati a interventi di questi tipo sui pazienti, potrebbero configurarsi situazioni gravi sia dal punto di vista penalistico che civilistico
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Marino +
3 commenti
Pochi ma seri
#2
Sono gli unici che si occupano degli oss e delle altre figure professionali ignorate con competenza e rispetto, con proposte e azioni,senza cadere nella volgarità o nel vittimismo .