L'iniziativa del reclutamento internazionale rappresenta un affronto a tutte le professionalità sanitarie italiane, comprese le migliaia di professionisti socio sanitari del Sevizio Sanitario Nazionale. Abbiamo sempre creduto e crediamo ancora che sia essenziale considerare le competenze e le professionalità già presenti nel nostro Paese
. Così in una nota Loredana Peretto della Federazione Migep e Gennaro Sorrentino degli Stati Generali, esprimendo preoccupazione in merito al piano di reclutamento di personale all'estero proposto dall'assessore al Welfare della Regione Lombardia allo scopo di colmare la carenza di professionisti sanitari. È fondamentale garantire la qualità e l'efficienza dei servizi sanitari e socio sanitari dedicati alla collettività. Queste soluzioni affrettate e non ponderate potrebbero compromettere la stabilità non solo dell'operatore socio sanitario ma di tutte le professioni, oltre la qualità del nostro sistema assistenziale
, sottolineano commentando la proposta di Guido Bertolaso.
Migep-Stati Generali: riqualificare Oss piuttosto che reclutare all'estero
È un controsenso che si pensi ad importare infermieri dall'estero quando si potrebbe aprire agli OSS la frequentazione di corsi di riqualificazione e aggiornamento così da permettere loro di ampliare le competenze professionali, richieste quotidianamente soprattutto nelle Rsa
, spiegano i due rappresentanti ritenendo altresì che l'iniziativa stia indebolendo il SSN in quanto per avviare i corsi di formazione per gli infermieri stranieri vengono utilizzate risorse che si potrebbero investire per la riqualificazione del personale socio sanitario già in servizio.
La proposta avanzata da Bertolaso va a discapito anche dei cittadini - rimarcano -. Vogliamo che si torni a guardare al futuro dell'operatore sociosanitario, ad investire sulla sua formazione per garantire ai cittadini, di oggi e di domani, l'assistenza che meritano
.
Gli Oss si prodigano ogni giorno per assicurare alla popolazione l'assistenza richiesta, sopperendo alla crescente carenza di personale e mantenendo, dove possono, un elevato standard di qualità nelle cure
, ribadiscono sottolineando come l'esperienza della pandemia, troppo spesso dimenticata, abbia mostrato quanta forza possa garantire l'operatore sociosanitario nel superare un'emergenza di proporzioni immani. Eppure, dopo la fine della crisi sanitaria, gli Oss sono stati di fatto abbandonati. Molti sono stati lasciati a casa senza un grazie
, denunciano.
Ritengono infine un controsenso che una figura come l'Oss non sia inserita nell'area sociosanitaria, nel ruolo sociosanitario, venga considerata figura d'interesse sanitario ossia un tecnico e che sia ancora privata di un registro nazionale unico ovverosia di poter istituire un proprio collegio. Purtroppo non siamo rappresentativi, come gli ordini infermieristici, e per legge non possiamo condurre trattative. Tuttavia partecipiamo su alcuni tavoli regionali per promuovere un percorso di valorizzazione dell'operatore socio sanitario e per assicurare a questa professione una risposta adeguata al suo futuro
, precisano.
Affinché si possa mettere un Oss ai tavoli tecnici ministeriali e regionali è importante raggiungere i 50mila iscritti al registro nazionale degli Oss, come previsto dalla Legge Lorenzin, in modo da spingere il governo a rivedere, tra tutti i profili sanitari, anche quello degli operatori di interesse sanitario
, concludono invitando gli Oss ad iscriversi alla piattaforma. 10.181 lo hanno già fatto.
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?