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COVID-19

Realtà virtuale per sostegno psicologico a operatori sanitari

di Redazione Roma

La Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico “Carlo Besta” sta testando le potenzialità della realtà virtuale attraverso il progetto “Mind-Vr” a supporto di infermieri e medici coinvolti nell’emergenza pandemica in atto. Il progetto è realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

Covid-19: Mind-Vr, realtà virtuale in supporto psicologico ai sanitari

Stiamo iniziando proprio in questi giorni con la sperimentazione e dovremo concludere la prima fase del progetto entro un paio di mesi. Purtroppo, l’attuale situazione sanitaria pone delle sfide impegnative alla ricerca clinica e ci ha costretti spesso a dilatare i tempi delle raccolte dei dati – se non addirittura a sospenderle – per dare la precedenza a necessità cliniche e alle richieste assistenziali.

A parlare è Eleonora Francesca Orena, neuropsicologa dell’Unità Operativa Neuroanestesia e Rianimazione della Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico “Carlo Besta” di Milano. E la sperimentazione a cui fa riferimento è quella sulla realtà virtuale a sostegno di infermieri e medici coinvolti nell’emergenza pandemica ancora in atto.

Dottoressa Eleonora Francesca Orena

Così, dopo aver concluso con successo la campagna di crowdfunding per la copertura delle spese di design e lo sviluppo dei contenuti virtuali creati appositamente per il supporto psicologico, il team dell’Università di Milano-Bicocca è nella fase iniziale di test al personale sanitario dell’Istituto Besta di “Mind-Vr”, contenuto psicoeducativo in realtà virtuale realizzato in collaborazione con AnotheReality, startup italiana specializzata in spatial computing e natural user interaction (Vr/Ar).

Coinvolgere gli infermieri e i medici dell’Istituto con l’obiettivo di testare i contenuti in realtà virtuale finora prodotti, verificarne l’efficacia e valutare il protocollo sperimentale ad essi associato. Offrendo gratuitamente agli operatori sanitari impegnati da oltre un anno nella lotta al Covid-19 una soluzione avanzata, fondata sull’utilizzo della realtà virtuale sia per la prevenzione sia per il trattamento di stress e disturbi d’ansia. Disponibile senza alcun costo sia in lingua italiana sia inglese sul portale del progetto (mind-vr.com) può essere utilizzato sui due visori di realtà virtuale attualmente più diffusi: Oculus Quest e Oculus Quest 2. «Per me il progetto Mind-Vr è iniziato quasi per caso, grazie al professor Paolo Ranieri e alla dottoressa Federica Pallavicini, borsista di studio presso il Dipartimento di Scienze umane per la Formazione dell’ateneo milanese e a capo del team del progetto trasversale ai dipartimenti di Scienze per la Formazione e Medicina-Chirurgia. Da subito me ne sono “innamorata” e mi è sembrata l’opportunità giusta al momento giusto, spiega la neuropsicologa.

Le nuove tecnologie – continua – si sono infatti dimostrate una risposta mirata ed efficace per le esigenze degli operatori provati dalla pandemia e che nei mesi scorsi non avevano aderito al servizio di supporto psicologico gratuito offerto. Tornando indietro nel tempo, durante il primo lockdown – ricorda la neuropsicologa – al pari di altri colleghi, ho prestato servizio di supporto psicologico gratuito per gli operatori, ma ho ricevuto pochissime richieste rispetto alle attese, nonostante le difficoltà emotive e psicologiche affrontate dal personale ospedaliero. Evidentemente serviva e serve uno strumento differente.

I punti di forza della realtà virtuale

E qui entrano in campo le nuove tecnologie, come la realtà virtuale, che potrebbe rappresentare la risposta più adatta ed efficace? La letteratura scientifica, sempre più corposa in merito, così come le esperienze cliniche, sia in ambito ospedaliero sia psicoterapeutico, ci suggeriscono di sì, replica la dottoressa Orena, spiegando che la realtà virtuale è uno strumento a basso costo e versatile, personalizzabile sia nei contenuti sia nelle modalità di somministrazione. E ancora, si integra facilmente con la turnistica e con le esigenze professionali e personali degli operatori.

Quali sono i suoi punti di forza? L’immersività – incalza – e quindi il grado di presenza fisica che si genera nel fruitore che ottimizza i processi di apprendimento, ma anche il fatto che sia divertente: quando proviamo emozioni positive apprendiamo più volentieri e i risultati durano più a lungo, come quando da bimbi, giocando, si apprendono capacità fondamentali per la vita.

Dottoressa Federica Pallavicini

Applicazioni tecnologiche che, nel caso specifico, non sono esenti da un excursus di carattere emozionale. Due anni fa proprio all’Istituto Besta, durante il ricovero di un mio famigliare, ho maturato il desiderio di pensare a soluzioni per il supporto psicologico basate sull’uso della realtà virtuale da utilizzare in ambito ospedaliero, illustra la dottoressa Pallavicini. Con Mind-Vr intendiamo ringraziare infermieri e medici che ogni giorno – e ancor più durante l’emergenza – aiutano tanto i pazienti e quanto i loro famigliari. E proprio in merito agli operatori sanitari, la dottoressa Orena riprende: La pandemia ha fatto avvertire i suoi effetti a livelli psicologico in termini di aumento dei disturbi legati allo stress – disturbo da stress acuto, disturbo da stress post-traumatico, sindrome da burnout – attacchi di panico, disturbo d’ansia generalizzato, depressione, evidenziando che la maggior parte dei casi presenta però una sintomatologia mista, subclinica e trasversale, come esaurimento emotivo, insonnia, uso di alcol, deflessione del tono dell’umore e aumento dei livelli di ansia, che, se non gestita, può portare all’esordio di disturbi veri e propri.

Lo scorso 24 marzo, la stessa Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) ha diramato un comunicato, spiegando: È sotto gli occhi di tutti la condizione e lo stress a cui i nostri professionisti sono sottoposti; e di questo e di quanto sarebbe stato possibile fare in tempi non sospetti – e che ora riteniamo sia non solo logico e doveroso, ma indispensabile fare – riparleremo quando l’emergenza sarà passata.

E proprio in questo senso, la dottoressa Orena non manca di evidenziare: Ho conosciuto, da remoto, infermieri e medici che lavorano in diverse parti d’Italia e ho potuto constatare realtà lavorative e psicologiche differenti. Tutte però portano alla stessa conclusione: è necessario un intervento ad ampio spettro per garantire al personale sanitario la salute mentale, oltre che fisica.

Giornalista

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