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COVID-19

Pordenone: infermieri no vax sospesi continuavano a lavorare

di Redazione Roma

Professionisti sanitari che non si sono immunizzati e, ciononostante, proseguono a lavorare, non comunicando alle aziende private il provvedimento di sospensione ricevuto. La minaccia dell’Ordine: La prossima volta ci sarà la radiazione. A Palermo allarme medici no vax che visitano, curano e operano i propri pazienti.

Infermieri sospesi continuavano a lavorare, il monito di Opi Pordenone

Fatta la legge, trovato l’inganno: infermieri no vax al lavoro. Possibile? Certo che sì, ci sono stati operatori sanitari che, in provincia di Pordenone – come riportato dal Gazzettino – hanno continuato tranquillamente a lavorare nonostante fossero già stati destinatari del provvedimento di sospensione dall’Ordine professionale. Ma quest’ultimo, resosi conto di quanto stava avvenendo, è intervenuto in modo tempestivo, allontanando i “furbetti”. E allertandoli che avrebbero rischiato la radiazione se avessero continuato con la loro (inammissibile) condotta. Fatto curioso è che, solo poche ore fa, sempre a Pordenone una professoressa no vax “irriducibile” ha deciso di licenziarsi dopo 17 anni di insegnamento: piuttosto che adeguarmi all’obbligo del green pass. La priorità rimane quella di una scelta etica.

Tornando al caso degli infermieri non vaccinati al lavoro, occorre precisare che – pur essendo pochi – hanno creato non pochi problemi, adottando comportamenti reiterati contro la normativa in vigore che prevede l’obbligo di vaccinazione per i sanitari. Gli operatori sanitari in questione erano già stati raggiunti dai provvedimenti di sospensione emanati dall’Ordine professionale e, non avendola comunicata in alcuna maniera ai rispettivi datori di lavoro (alcune aziende provate del territorio), sono riusciti a proseguire nel loro incredibile modus operandi.

Dopo le prime segnalazioni, l’Ordine è stato inflessibile ed è arrivato l’ultimatum: avrebbero rischiato la radiazione, dunque di non poter più lavorare neppure se correttamente vaccinati. Si sono tutti fermati, dimostrando (purtroppo) che i moniti sono molto più risolutivi rispetto al buon senso che ciascuno, a maggior ragione in sanità, dovrebbe avere.

Ma tra i sanitari che continuano a lavorare senza essersi vaccinati non ci sono soltanto gli infermieri. A Palermo è allarme medici no vax in servizio attivo: visitano, curano e operano, magari assistono i pazienti all’interno dei reparti Covid, senza che siano immunizzati. Il presidente dell’Ordine dei medici locale, Salvatore Amato, spiega che su 11mila iscritti, i 250 non vaccinati rimangono al lavoro perché le Asl non hanno predisposto nessuna delibera di allontanamento e, pertanto, l’Ordine non può cancellarli dall’albo. Tradotto: sono sospesi solo sulla carta, ma rimangono al lavoro poiché le Asl e gli ordini territoriali non dialogano. Succede anche questo.

Infermieri e medici accomunati, in qualche maniera, all’ospedale Niguarda di Milano. Secondo il direttore generale, Marco Bosio, non ci sarebbero sanitari “disobbedienti” in servizio. La complessità della procedura dovrebbe ridurre o annullare del tutto l’insorgere di casi del genere – spiega – ad eccezione di gravi condotte di pochi irresponsabili. Certo si tratta di una minoranza (parliamo comunque di poche decine di infermieri e medici su migliaia di posizioni) ma che inevitabilmente fa suonare l’allarme sanitari no vax in corsia.

Giornalista

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