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COVID-19

Pordenone, minacce all’Opi per la pubblicità pro-vaccini

di Redazione Roma

Mail anonima inviata all’Ordine degli infermieri: Ci vediamo in tribunale, preparate molti soldini e bravi avvocati. Sotto accusa il camion vela che promuove la campagna vaccinale contro Covid-19. Il presidente Luciano Clarizia: Ho dato mandato al mio legale di presentare querela. Devo tutelare sia gli infermieri sia gli Oss.

Minacce agli infermieri per la pubblicità a favore dei vaccini anti Covid

Il camion vela che promuove la campagna vaccinale anti Covid-19 promossa da Opi Pordenone

Solo per informarvi che è mia intenzione procedere legalmente nei vostri confronti per dichiarazioni false – nei bugiardini e nei siti ufficiali c’è scritto che sono vaccini sperimentali e non testati – e per avere coinvolto tutta la categoria infermieristica nonostante ci siano molti che non la pensano come voi.

Per poi concludere: Ci vediamo in tribunale, preparate molti soldini e bravi avvocati. Qualcuno di voi perderà lavoro e casa.

È il contenuto della mail, tanto delirante nei toni quanto codarda perché anonima, che il presidente dell’Opi di Pordenone, Luciano Clarizia, ha ricevuto alcuni giorni fa. Sconcerto e rabbia, da parte sua, tanto da rendere noto – come riporta il Gazzettino – di volere presentare querela per minacce.

E non è una “semplice” dichiarazione d’intenti, poiché Clarizia ha già dato mandato al proprio legale, l’avvocato Aldo Sam, di procedere nei confronti di chi, alcuni giorni fa, ha inviato la mail (datata 26 giugno, arrivata alle ore 11:30) all’indirizzo dell’Ordine.

No vax in Friuli e dove trovarli. Ma il motivo di tale livore? Nasce dalla pubblicità che l’Ordine delle professioni infermieristiche di Pordenone ha promosso, mediante camion vela in tutto il Friuli occidentale, con l’obiettivo di incentivare la campagna vaccinale contro il Covid-19. Lo slogan: Facciamo squadra per la nostra salute. Sì alla vaccinazione. Ma a fare squadra, l’anonimo no vax non ci pensa minimamente. E il contenuto della sua mail la dice tutta sul personaggio (più che la persona). La speranza è di fare chiarezza sull’accaduto, dando un nome al mittente del messaggio.

A questo proposito Clarizia puntualizza: Stiamo parlando di contenuti gravi. Così a difesa degli infermieri e degli Oss che svolgono, ogni giorno, il loro lavoro mi sono sentito in dovere di rivolgermi ad un legale. A fare rabbia, soprattutto, è la volontà di non volersi relazionare con civiltà, confrontandosi serenamente e con cognizione di causa. Avrei preferito che l’autore del messaggio avesse chiesto un dibattito al quale di certo non mi sarei sottratto – prosegue il presidente dell’Opi Pordenone –, non c’è volontà di confrontarsi civilmente, ma di intimorire e lanciare avvertimenti.

E in Friuli Venezia-Giulia non mancano le “gatte da pelare”. È notizia di pochi giorni fa che i sindacati medici sono sotto l’attacco dei no vax. Esempi di post d’accusa che girano sui social? Il vostro dovere di sindacati è di difendere i diritti dei lavoratori, mentre vi unite ai nazisti che li stanno calpestando. Oppure: Allo sdegno per le vostre parole di attacco ai più elementari diritti inalienabili dell’uomo si unisce la beffa dei risultati disastrosi di questi falsi vaccini terapie geniche sperimentali.

Ma non è tutto, perché nel districato campo – costantemente in evoluzione, delle interpretazioni normative – la legge sulla privacy rischia di impedire ai datori di lavoro (pertanto ai direttori generali delle Aziende sanitarie, che materialmente devono firmare gli atti di sospensione) di conoscere i nomi di infermieri, oss e medici non ancora vaccinati contro il Covid in tutta la regione. E, di conseguenza, assumere i provvedimenti previsti dalla legge.

Giornalista

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