Allo strumento disciplinare e repressivo quale altra opzione si vorrà far seguire? Quello dell’istruzione e dell’educazione? Quello della promozione di un senso di solidarietà collettivo? Basterà ridefinire gli strumenti dell’aggiornamento professionale? Non è solo la pandemia in atto che ha messo in evidenza le fragilità della società attuale, ma molti altri drammi che funestano le cronache quotidiane.
Chi è stato sospeso oggi rientrerà in servizio domani più incattivito
Il Presidente della Fimmg delle Marche si è recentemente lamentato di una campagna vaccinale regionale che, a suo dire, sta “toppando clamorosamente”, con una copertura a tutt’oggi troppo bassa – il 70% circa – a fronte invece di almeno un 85% funzionale all’immunità di gregge. Parallelamente l’Istituto Superiore di Sanità ha diramato un comunicato stampa (il n. 36 del 9 luglio scorso) in cui si puntualizzano, per l’ennesima volta, i numeri percentuali relativi alla vaccinazione anti-Covid 19, i quali sottolineano: 1) il grado di copertura dato dalla vaccinazione completata oscilla tra il 79,8% e l’81,5%, a seconda dell’età del soggetto; 2) nei ricoveri ordinari l’efficacia si posiziona tra il 91% e il 97,4%, con il valore maggiore riguardante la fascia tra i 40 e i 59 anni; 3) rispetto ai ricoveri in terapia intensiva il valore si alza al 100% nelle due fasce più giovani (12 – 39 e 40 – 59) mentre scende al 96,9% per gli over 80; 4) in merito ai decessi, l’efficacia è, anche in questo caso, del 100% nelle due fasce più giovani, scende al 98,7% nella fascia di età fra i 60 – 79 anni, e 97,2% negli over 80.
Numeri utili a rappresentare un punto fermo nella querelle sulle vaccinazioni, contraltare alla gran cassa della confusione continuamente percossa dai soliti noti in tema di green pass, libertà costituzionali ed amenità varie; il tutto ovviamente per racimolare i soliti quattro voti all’interno poi di uno scontro tra di tifoserie interne ad un solo schieramento politico. E non accadono solo in Italia le strumentalizzazioni politiche sulla pandemia.
In Francia, proprio l’obbligo vaccinale e il green pass provocano manifestazioni in tutto il paese, con 114.000 persone raggruppate in 136 raduni qua e là, belanti dietro le insegne del tricolore recante la croce di Lorena; lo stesso simbolo della Francia di Vichy, quella collaborazionista della Germania nazista.
Nel concreto, in Italia il dibattito si accende poco in una estate carica sempre più di paura di una quarta ondata che sembra essere inevitabile, mentre si fanno sempre più frequenti, nelle varie parti del paese, i provvedimenti disciplinari nei confronti di operatori non vaccinati. In merito i dati di un mese fa, parlano di circa 45.753 fra infermieri e medici non ancora vaccinati. Negli ultimi mesi, lentamente, sono iniziati i provvedimenti disciplinari da parte delle aziende sanitarie ed in qualche caso degli OPI (solo a Pordenone sono 73 gli infermieri sospesi).
Negli scorsi giorni ci sono stati provvedimenti nei confronti di infermieri in Romagna (9), Veneto (18) Calabria (16), Alto Adige (115), Firenze (96 sospesi ed un medico convocato). Punire i non vaccinati sembrerebbe poi una questione che non interessi più solo il mondo sanitario. Anche la Confindustria sta studiando l’eventualità di intervento verso i no vax, pensando al cambio di mansione o, anche in questo settore, alla sospensione dal lavoro.
A questo punto alcune sottolineature vanno fatte
I numeri comunicati dall’ISS, quelli dei no vax e di una certa campagna mediatica, di una certa politica, mettono a nudo non solo la realtà relativa alla vaccinazione contro il Covid-19, ma parlano più in generale di un sistema paese malato di analfabetismo funzionale, di egoismo individualista e meschino, di una macchina Italia (non solo sanitaria, quindi) sempre più operatore-dipendente dove la cattiva coscienza e la cattiva conoscenza condizionano l’operato quotidiano ad ogni livello.
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