Sono più di 28mila i contagi da Covid-19 di origine professionale denunciati all'Inail tra la fine di febbraio e lo scorso 21 aprile. Il 45,7% riguarda la categoria dei tecnici della salute, che comprende infermieri e fisioterapisti, seguita da quella degli operatori socio-sanitari (18,9%), dei medici (14,2%), degli operatori socio-assistenziali (6,2%) e del personale non qualificato nei servizi sanitari e di istruzione (4,6%). Lo scrive in una nota l'Inail.
Dati Inail sui contagi da Covid-19 di origine professionale
A rilevarlo, alla vigilia delle celebrazioni del primo maggio, è il primo report dell'Istituto dedicato al fenomeno delle infezioni sul lavoro da Covid-19, da cui emerge anche che i casi mortali da contagio sono stati 98: 52 in marzo e 46 in aprile pari a circa il 40% del totale dei decessi sul lavoro denunciati all'Inail nel periodo preso in esame.
A livello territoriale quasi otto denunce su 10 sono concentrate nelle regioni dell'Italia settentrionale: il 52,8% nel Nord-Ovest (35,1% in Lombardia) e il 26,0% nel Nord-Est (10,1% in Emilia Romagna). Il resto dei casi è distribuito tra Centro (12,7%), Sud (6,0%) e Isole (2,5%).
I nostri dati - spiega il presidente dell'Inail, Franco Bettoni - confermano la maggiore esposizione al rischio del personale sanitario, al quale l'Istituto riconosce la presunzione semplice di origine professionale dell'infezione.
Con l'avvio della fase 2 dell'emergenza, continueremo a monitorare l'andamento delle denunce di contagio sul lavoro da nuovo Coronavirus, anche allo scopo di ricavare informazioni utili per fornire indicazioni sulle misure di prevenzione da adottare con la graduale ripresa delle attività produttive. Nel frattempo, tutti i casi accertati di infezione contratta in occasione di lavoro e in itinere continueranno a essere tutelati dall'Istituto come infortuni, già a partire dal periodo di quarantena
.
Il governo - conferma la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo - lavora in stretta sinergia con l'Inail e con le altre istituzioni coinvolte nella gestione dell'emergenza per fare in modo che la graduale ripresa delle attività avvenga in condizioni di massima sicurezza per tutti, individuando misure di protezione efficaci anche attraverso un confronto costante con le parti sociali.
Il protocollo per la sicurezza sui luoghi di lavoro firmato lo scorso 24 aprile è il caposaldo per poter lavorare in sicurezza nella fase 2. Allo stesso tempo andrà assicurato il massimo sostegno ai lavoratori che hanno contratto il virus, a partire dalle categorie più esposte, come gli operatori sanitari impegnati in prima linea per il contenimento della pandemia
.
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?