Nurse24.it

Editoriale

J’accuse

di Fabio Albano

È giunto il momento di dire la verità, di dirsi la verità. Il COVID-19 ci farà morire in una quantità che, purtroppo, non è ancora nota, ma per il resto sappiamo tutto del coronavirus; siamo diventati tutti infettivologi, tutti virologi. Ciò che non sappiamo, o meglio fingiamo di non sapere, è che il danno economico che ne sta derivando, almeno qui in Italia, rischia di metterci in ginocchio. Sono bastate poche settimane per dimostrarlo a chi, fino ad oggi non ha avuto occhi, orecchie e cervello per vedere, ascoltare e comprendere lo stato di salute della nostra sanità pubblica e della nostra economia. Il coronavirus ci renderà esplicito ciò che finora abbiamo solo avuto paura di immaginare. L’eclisse di un sistema economico e sociale che sta dimostrando tutti i propri limiti.

Il nostro sistema salute è sotto la soglia di sicurezza

Una sanità che sta dimostrando le proprie differenze pur nei confini della stessa Nazione. Diversità tra nord e sud che stanno a evidenziare come il nostro Paese, a quasi 150 dall’unità, non sia riuscito a uniformarsi, a diventare uno Stato vero dove la salute è un diritto sancito e non solo in modo formale. Sulla Carta.

Chiunque abbia governato, almeno negli ultimi 30 anni, ha fatto troppo poco per la tutela di tutti i cittadini italiani. Si sono mangiati una intera nazione, gabbandoci sull’illusione del voto di scambio. Si arriverà a dover decidere chi provare a far restare in vita e chi, invece, lasciar morire. La fine dell’etica professionale.

A nessuno interessa nulla della salute e del benessere di noi italiani. Non fatevi ingannare dai politici di turno che oggi dicono di avere a cuore il nostro benessere. Se così fosse questa nostra sanità pubblica non sarebbe stata ridotta in questo stato.

La sanità al sud è, da sempre, merce di scambio tra politica e mafia, ma va bene così. Sindaci e Amministratori ospedalieri colpevoli delle peggiori nefandezze a danno delle Persone, degli ultimi. Diciamocelo chiaro: a danno del popolo. Non vergogniamoci di usare questa parola, è antica non obsoleta.

Certo ci sono le eccellenze anche al sud, innegabile. Ma cosa può fare un manipolo di bravi professionisti, di brave persone, contro un sistema deliquenziale e digerito dallo Stato? Nulla, solo un clamoroso nulla. Poche persone nulla possono contro un sistema perverso e malverso.

Si è smantellato, anche nel resto d’Italia, un sistema capillare di sanità che aveva nei piccoli ospedali le vere eccellenze organizzative e curative del servizio sanitario nazionale. Certo bisogna risanare l’economia italiana, il Ssn certo, ma sempre sulle spalle degli ultimi, delle persone che vivono il quotidiano con fatica.

I piccoli ospedali avevano il bene di creare conforto, di creare senso di appartenenza nei lavoratori e nelle persone che vi afferivano. Ma niente, si smantelli il tutto e si creino solo grandi centri spersonalizzati e spersonalizzanti. Tanto non importa nulla a nessuno se un povero 85enne si deve far ricoverare a 20/30 km da casa. Il problema è suo e della sua Famiglia, mica dei decisori dello smantellamento. Tutto è conseguenza del denaro, della sua gestione e dei gestori del denaro. Almeno il risultato fosse stato vicino alle attese.

Nulla, non solo si è spolpata l’architettura ospedaliera, ma pure si è fatto scalpo del numero del personale in opera

Oggi si è presa consapevolezza di numeri e dati che fino a pochi giorni or sono parevano privi di significato. I numeri di posti letto sono scesi da 350.000 nel 1997 a poco più di 200.000 vent’anni dopo, ben 70.000 si sono persi nel solo arco di tempo che va dal 2012 al 2017. Dal 2010 abbiamo assistito a un decremento del personale medico del 5,4%, mentre il restante personale sanitario è diminuito del 4,3%, il che sta a significare che in Italia ci sono 5,6 Infermieri ogni 1000 abitanti, contro i 7,9 del Regno Unito, i 10,5 della Francia e i 12,6 della Germania.

Ed è noto che meno Infermieri presenti nei reparti di assistenza e maggiore è l’incidenza della mortalità.

Ma sono due i macro dati OCSE che risultano preoccupanti e ci devono fare infuriare e sono:

  • L’Italia si attesta sotto la media sia per la spesa sanitaria totale (3.428 dollari contro 3.980) sia per quella pubblica (2.545 contro 3.038). Questo dato ci fa intendere come negli ultimi 10 anni nessun Governo abbia inteso come importante il S.S.N. e quindi la salute pubblica
  • Il DEF 2019 riduce progressivamente il rapporto spesa sanitaria/PIL dal 6,6 del 2019 al 6,4 del 2022

In dieci anni sono stati sottratti alla salute pubblica 37miliardi

Questi dati portano il nostro sistema salute sotto la soglia di sicurezza. Ergo alla politica poco interessa della salute dei Cittadini. Ma vi è un dato su tutti che va scritto, quello che ci dice che in 10 anni sono stati sottratti alla salute pubblica 37 miliardi di euro. Alla faccia di chi pensa a noi.

Poi si ha ancora il coraggio di voler ulteriormente differenziare gli introiti tra le varie regioni, aumentando, così, il divario tra cittadini delle regioni del nord e cittadini abitanti al sud. Questa non è una nazione unita, è un crogiuolo di politici egoisti che ci stanno comprando e vendendo a loro piacimento.

Cari giovani colleghi infermieri e cari giovani medici che tanto vi state impegnando per far sì che questa pandemia faccia meno morti possibile, che lavorate giorni interi, non fidatevi. Non fidatevi di nessuno: dei giornalisti, dei politici, di questi meno che mai, vi stanno usando.

Sì, vi stanno adoperando per coprire anni e anni di mal curanza del nostro servizio sanitario e quindi della nostra salute, vi stanno adoperando per una manciata di voti. Vi metteranno in posa al loro fianco in campagna elettorale, sarete strumentalizzati durante i rinnovi degli Opi. Non fatevi illusioni, il giorno in cui tutto sarà finito, tutti si dimenticheranno di voi e non aumenteranno gli stipendi e licenzieranno i Giovani assunti per coprire la bisogna. Tutto tornerà come prima.

Siamo Cittadini di uno Stato senza cittadinanza, che si è venduto tutto o quasi

Non esiste più l’economia italiana, infatti sono bastate due settimane di coronavirus per mettere in ginocchio un paese che non ha fondamenta. Un paese che si rispecchia bene, purtroppo, nel Ponte Morandi.

Un paese abbandonato, mal curato e privo di qualsiasi forma di Politica con la P maiuscola. Quella Politica superiore che ha al cuore il bene dei propri cittadini. Uno Stato inesistente in un’economia globalizzata che ha posto nelle mani di pochi i destini di molti. Esattamente il contrario di cui si avrebbe necessità. Un’economia iperliberista che ha saputo solamente dare profitti ai soliti e ben noti pochi e che invece ha portato alla schiavitù del nulla i molti.

Siamo in uno Stato senza Stato, dove tutte le maggiori industrie sono finite nelle mani degli stranieri. Sì, noi abbiamo paura degli stranieri, di quelli dei barconi, neri, sporchi e brutti, peccato che l’Italia se la siano mangiata gli stranieri puliti in giacca e cravatta, profumati; ma fa brutto parlarne. Insomma, ci siamo sbagliati di straniero.

C’è bisogno di più Stato, di più stato in Economia, di più vicinanza tra Stato e Cittadini. Il coronavirus ci renderà esplicito ciò che finora abbiamo solo avuto paura di immaginare. L’eclisse di un sistema economico e sociale che sta dimostrando tutti i propri limiti. Ad majora.

Commento (0)