Una lettera appello indirizzata al Governo e alle Regioni arriva dai 450mila infermieri presenti in Italia: Noi stiamo facendo e continueremo a fare il nostro dovere sino in fondo, ma anche le Istituzioni devono fare lo stesso garantendo la nostra salute e quindi quella dei cittadini che assistiamo. Aiutateci a salvare vite. E per farlo garantite subito, ora, agli operatori sanitari – medici, infermieri, ma anche chiunque altro si occupi dell’emergenza COVD-19 – gli indispensabili dispositivi di protezione individuale
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Noi facciamo il nostro dovere, Istituzioni garantiscano la nostra salute
Ma non solo. Secondo la FNOPI tra i finanziamenti messi in campo per combattere la pandemia una parte deve essere finalizzata ai DPI e alle attrezzature necessarie, ma ci deve essere anche una quota che permetta di integrare gli organici
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Un esempio su tutti: prendendo a riferimento le terapie intensive e le terapie intensive neonatali presenti sul territorio e senza contare quelle in più che si stanno realizzando e tenendo conto degli standard di personale per queste che prevedono almeno due infermieri per paziente, servirebbero su tre turni giornalieri almeno 36mila infermieri dedicati
E questo a fronte di una carenza che ormai da anni denunciamo di circa 53mila unità e una perdita dal 2009 a oggi di oltre 12mila infermieri.
Inaccettabile mancanza dei dispositivi di protezione individuale
In più, la Federazione sta ricevendo a ritmi incalzanti messaggi dai suoi iscritti che denunciano la carenza o la totale assenza di DPI specie per gli interventi sul territorio, a casa dei pazienti, negli hospice e Rsa. Qualcuno addirittura nel 118.
È fondamentale invece – afferma la FNOPI - la fornitura di DPI consoni alla situazione che permettano da un lato la protezione degli operatori per evitare le centinaia se non migliaia di situazioni di contagio tra loro, anche grave in alcuni casi fino al decesso, ma, dall’altro, soprattutto per garantire la sicurezza ai pazienti che altrimenti troverebbero proprio in chi li cura e li assiste una fonte probabile di contagio. E comincia anche a scarseggiare l’ossigeno, fondamentale per l’assistenza anche nelle terapie intensive
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Questo secondo la Federazione ovunque e, in particolare proprio nelle strutture che accolgono i più fragili, coloro i quali tengono alta la percentuale di mortalità, come RSA e Hospice, dove i fenomeni negativi si sommano e muoiono, specie nelle aree a maggior rischio, decine di persone anziane ogni giorno.
L’assenza di DPI forniti soprattutto agli ospedali e la carenza di personale dovuta anche al fatto che ad esempio per gli infermieri, quelli presenti nelle graduatorie sono reclutati dagli ospedali e dalle terapie intensive, lasciano scoperta o rendono pericolosa l’assistenza sul territorio
A tutto questo poi – sottolinea la Federazione - va affiancato un comportamento da parte dei cittadini in linea con le indicazioni previste nei provvedimenti emergenziali: ancora una loro parte non comprende sino in fondo la situazione e che anche una semplice trasgressione – c’è chi parte dal Nord verso un Sud per ora, e solo per ora, meno a rischio, c’è chi frequenta i parchi pubblici nelle città nella convinzione che l’aria aperta non favorisca il contagio e così via - che può anche non apparire tale, può mettere a rischio se stessi, gli operatori che devono nel caso intervenire e chi tra i malati è più fragile e per i quali un’infezione da coronavirus potrebbe rappresentare il colpo di grazia inatteso a condizioni già di per se abbastanza gravi dal punto di vista della salute. Su questo non si può restare a guardare!
Astro
1 commenti
DPI
#1
Ricordatevi degli infermieri che lavorano nelle residenze protette , a noi obbligano ad utilizzare mascherine di carta !!!!