Quando finirà tutto questo, quello che mi rimarrà di più nel cuore non saranno i segni sul viso, le sudate sotto la tuta, la paura di contaminarmi o i turni massacranti. Quello che mi rimarrà di più nel cuore saranno gli sguardi e le parole dei pazienti.
È straziante veder morire soli i pazienti Covid-19
Lavoro in rianimazione, un luogo non particolarmente abituato a grandi chiacchiere, tranne che con i famigliari. Normalmente sono poche le chiacchiere scambiate con i pazienti, e in tempo di Covid le chiacchiere sono ancora meno.
In tempo di Covid c'è solo un momento in cui si parla con lui ed è quello il momento più difficile. È il momento in cui lo si va ad intubare, in medicina, in malattie infettive, in Pronto soccorso. È il momento in cui gli si spiega quello che si sta per fare e quello che ne sarà delle giornate a venire.
E ogni volta, il sentimento che emerge è la paura. Paura della malattia. Paura di non risvegliarsi. Paura di morire.
E il loro pensiero, in quel momento, va alle loro famiglie. E se in quel momento fanno anche una telefonata a casa, il tutto diventa ancora più straziante.
Dottoressa, chiama mia moglie dopo, vero? Le dica che fra 2 o 3 giorni esco e la chiamo
. Dopo chiama mio marito? Gli dica di non preoccuparsi e che sto bene
.
E poi la videochiamata.
Babbo, adesso ti mettono un tubicino nella gola così mettono i polmoni a riposo e gli diamo il tempo di guarire. Hai capito?
Sto cercando di capire
. Ok babbo non ti preoccupare, andrà tutto bene. Ti voglio bene, babbo
. Ti voglio bene anche io
.
Tu infermiere sai che quei due-tre giorni saranno due-tre settimane, nella migliore delle ipotesi. Ma lo sa anche lui, il tuo paziente.
È straziante il momento del saluto. È straziante vedere la paura nei loro occhi
È straziante, da figlio/marito/fratello sapere di non poterli supportare nella malattia, stando vicini al loro letto, aiutandoli a farsi la barba al mattino o facendogli un massaggio ai piedi. È straziante ricevere informazioni per telefono, perché è un ospedale Covid e non si può accedere.
È straziante saperli morire, da soli.
La prima estubazione di un paziente Covid
Ah, dimenticavo. C'è anche un altro momento in cui si parla col paziente: quando finalmente si sveglia da questo lungo ed interminabile periodo di riposo.
Giorno X, prima estubazione di un paziente Covid. La prima frase del paziente: Io entro sera devo andare a casa!
Devi portare pazienza ancora qualche giorno, sei appena stato estubato. E la sai una cosa? Tu sei la nostra più grande soddisfazione
. Ok. Ma io entro sera devo andare a casa
.
Enzo, mi senti?
Fa sì, con la testa.
Enzo stai bene adesso!
Fa sì, con la testa.
Enzo, hai paura?
Fa sì, con la testa.
Adesso stai bene, saremo presto fuori da qui
.
Mannaggia a queste mascherine e agli occhialoni da sub. Si appannano che è una meraviglia. Ma almeno non si vedono gli occhi degli infermieri. Gli occhi pieni di lacrime
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