Ho seguito e continuo a seguire con interesse civile e professionale le questioni che ruotano attorno al problema Coronavirus. Un problema vasto e una situazione nuova che ha prodotto disorientamento nel nostro Paese, evidentemente non del tutto preparato ad una così pesante evenienza ma capace di reagire, di porre in atto misure importanti per contrastare e contenere il contagio e per dare una risposta qualificata e con buoni esiti alle tante persone direttamente coinvolte in un evento che si sta rivelando sempre più a valenza transnazionale se non addirittura mondiale.
Emergenza coronavirus, servono nervi saldi e buonsenso
Ho ritenuto di grande interesse, anche per i futuri risvolti che ne dovranno derivare, le dichiarazioni della politica o comunque dei “Decisori”, sia a livello regionale sia a livello nazionale: sulla situazione venutasi a creare; sulla necessità di rivedere il sistema dell’offerta sanitaria del SSN; sulla necessità, finalmente, di rafforzare le compagini dei ricercatori e dei professionisti sanitari tutti; sull’attenzione particolare da porre in essere nei confronti dei medici e degli infermieri.
I mass media hanno decisamente e diffusamente rivalutato il ruolo pubblico del nostro Servizio Sanitario Nazionale e contemporaneamente rilevato ed evidenziato con dati specifici e abbastanza puntuali il numero globale dei medici e degli infermieri mancanti nel SSN.
Numerose sono state le notizie: sulla possibile necessità di fruire di un numero ulteriore di posti letto nelle aree di degenza intensiva respiratoria e nelle unità di rianimazione; sulla correlata difficoltà nel garantire la turnazione e l’adeguato riposo ai team medico infermieristici di alcuni ospedali e negli ospedali in generale; sulla necessità di poter contare su un numero adeguato e quindi ulteriore rispetto all’attuale di medici e di infermieri.
E qui all’interesse nell’ascoltare e leggere si è aggiunto lo stupore per quello che stavo ascoltando e leggendo e un pizzico di costernazione per quello che veniva ipotizzato e proposto.
L'assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, ha parlato - senza specificarne le modalità - di una sorta di reclutamento di infermieri già in quiescenza e dell’acquisizione rapida di un centinaio di infermieri neolaureati grazie all’anticipo di alcune settimane delle sedute di laurea in infermieristica, già concordato. Stupore e un pizzico di costernazione professionale.
Stupore, perché è ben noto e comunque di facile riscontro che non c’è carenza nell’offerta di professionisti sanitari infermieri nel nostro paese; perché le modalità individuate danno l’impressione di una toppa improvvisata in un vestito liso che ha bisogno di ben altri e più ampi interventi
Quanto ipotizzato dà più l’idea di parole in libertà a favore dei mass media che di percorsi ben riflettuti e meditati
Un pizzico di costernazione professionale, perché a me pare che in questo modo emerga più l’idea di cercare “forza lavoro” che di acquisire risorse umane in grado di intervenire in modo professionalmente solido in una situazione difficile.
Andranno presumibilmente rafforzati i team infermieristici nelle aree di degenza intensiva respiratoria e nelle unità di rianimazione; luoghi dove è richiesta una competenza avanzata ed un’esperienza che un neolaureato, per quanto di qualità, non può avere.
E comunque quei giovani neolaureati, ovunque venissero collocati, dovrebbero poter fruire di una fase di inserimento, accompagnamento e supporto; fase che dovrebbe essere garantita ad ogni professionista neolaureato che entri in un nuovo team e soprattutto in quelle situazioni e che certamente i pochi colleghi e con alto carico di lavoro là operativi faticherebbero molto a garantire.
La gestione ed il superamento di questa emergenza deve giustamente vedere il coinvolgimento proattivo di tutti, ma con nervi saldi e cum grano salis
antoniocurti
1 commenti
Vergognoso e irrispettoso
#1
Si, il comportamento delle istituzioni, delle ASL, dell'OPI che non si vede ne sente, è veramente vergognoso e poco rispettoso di tutti noi infermieri precari disoccupati e principalmente di chi è impegnato personalmente in questa situazione. Come si può pensare di arruolare personale a p.iva / pensionati con tutte le graduatorie che ci stanno in giro? Al momento la mancanza di infermieri per l'Italia è stimata intorno a 60000, in giro a spasso tra precari e disoccupati ce ne stiamo circa 50000...secondo me bisognerebbe sospendere sti concorsi, affidarsi agli OPI, e pensare a creare altri 10000 infermieri nei prossimi anni...dare l'opportunità all'infermiere di restare nella propria regione, tanto dopo un paio di anni rientra nella sua zona