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il Punto | Test di ammissione alle professioni sanitarie 2013

di Carlo Leardi

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MATERA. Si sono svolti il 4 Settembre i test per l'ammissione ai corsi di laurea nelle Professioni Sanitarie relativi all' anno accademico 2013/2014.
Gli atenei si sono gremiti di giovani (e meno giovani) pronti ad intraprendere una carriera in una di quelle che, da sempre (e a volte in maniera errata), vengono considerate "le professioni del futuro".

Quest'anno, i posti disponibili per il corso di laurea in Infermieristica, erano 15940, portati in seguito a 15970 a seguito del decreto 9 agosto 2013, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 206 del 3 settembre dal Miur.

 

In molti hanno preso parte ai test di ingresso, e tutto si è svolto come da copione, salvo casi particolari, come avvenuto a Parma.

 

Nella città emiliana, il test è stato annullato prima che terminasse, poichè sono stati riscontrati errori nelle risposte dei test.

 

Stando a quanto riportato dai media, in alcuni casi, le opzioni di scelta relative alle risposte multiple di cui il test era composto, sono risultate errate con conseguente impossibilità di dare una risposta esatta alle domande in questione.

 

Tutto ciò ha causato molteplici e "rumorose" proteste da parte dei partecipanti al test, in molti casi provenienti da regioni lontane, i quali dovranno ora aspettare comunicazioni da parte dell' Università di Parma riguardo le modalità di svolgimento del test e far fronte al disagio che questo "inconveniente" ha generato.

 

Per l'anno accademico 2013/2014 sembrerebbe comunque che si sia verificato un calo del numero dei partecipanti ai test di ingresso, complice anche il momento difficile che le professioni sanitarie stanno vivendo soprattutto i termini occupazionali.

 

Molti "aspiranti infermieri", hanno deciso di intraprendere questo percorso spinti anche dall'informazione veicolata dai media che, come abbiamo avuto modo di far notare altre volte, illustrano una situazione non molto corrispondente alla realtà che l'infermieristica italiana vive.

 

Il TGR della Regione Puglia, infatti, proprio il 4 Settembre, in un servizio relativo al test svoltosi presso l'Univeristà degli Studi di Bari, affermava che la carenza di infermieri che affligge l'Italia spinge le strutture sanitarie alla ricerca di personale in paesi della U.E. (e non solo).

 

Non vogliamo stare qui a ribadire quei concetti più volte espressi in altri articoli, ma ci sentiamo in dovere di avvisare i nostri futuri colleghi che la situazione non è proprio quella che spesso i media descrivono.

 

Non è stato comunque accolto l'appello, giunto da più parti, di "congelare" i corsi di laurea in Infermieristica, onde evitare di andare ad infoltire la schiera di infermieri disoccupati o precari (stimata in circa 30000 unità nel 2013); infatti, come su riportato, il Miur ha ritenuto opportuno aumentare i posti disponibili per il prossimo anno accademico.

Questa decisione, potrebbe quindi portare ad un peggioramento della situazione attuale visto il blocco del turn-over tutt'ora vigente: se ogni anno un numero di laureati pari al numero delle matricole dovesse conseguire il titolo di dottore in Infermieristica, l'esercito dei disoccupati potrebbe solo arricchirsi di ulteriori unità in cerca di lavoro, compromettendo una situazione già di per se drammatica.

 

Messe da parte le "negatività" del momento, sarebbe utile che i futuri "nurses" sfruttassero al meglio l'opportunità formativa che gli si presenterà difronte una volta varcate le soglie degli atenei.

 

E' opportuno sottolineare che il corso di laurea è particolarmente duro, poichè composto da lezioni teoriche (con obbligo di frequenza) con relativi esami e da una parte pratica (tirocinio), che occupa una buona fetta del corso di laurea; vale la pena ricordare che il più delle volte è necessario trovare il tempo materiale per studiare, poichè le attività del corso di laurea portano via tutta la giornata.

 

Un altro aspetto importante è relativo al tipo di lavoro che ci si prepara a svolgere già da questi anni passati in ateneo: occorre tener sempre presente che la professione che si dovrà in futuro svolgere vede come suo punto centrale il paziente, ossia un essere umano in tutta la sua complessità, nello specifico caso poi in un momento di bisogno di salute.

 

Sarebbe opportuno che chi ha deciso di intraprendere questo percorso, non lo abbia fatto semplicemente per "sfuggire alla disoccupazione" (anche perchè ciò non è affatto vero n.d.a.), altrimenti le delusioni potrebbero essere maggiori rispetto alle gratificazioni, gratificazioni che comunque non mancano, soprattutto quando il proprio lavoro viene svolto con passione.

 

Il percorso formativo, già dai primi anni, può risultare arduo e pieno di "insidie", ma se la scelta è stata effettuata con oculatezza, non risulterà essere poi così impossibile stare al passo con gli esami, le lezioni, il tirocinio, i corsi ecc...

 

Infine un consiglio agli studenti: quando sarete in corsia, non date nulla per scontato. E' utile domandare al tutor qualunque cosa possa essere utile a chiarire i dubbi (es. procedure, organizzazione del lavoro ecc...); fare tutto per "imitazione", senza che si abbia la minima idea del perchè si agisce in una determinata maniera, rischierebbe di fare di ognuno un automa, figura parecchio in antitesi con quella dell'infermiere.

 

La vostra sarà una professione intellettuale, quindi le domande potranno solo far crescere il proprio sapere, con beneficio per tutta la categoria.

 

A tutti i futuri "nurses" un in bocca al lupo per un'inizio di anno accademico ricco di soddisfazioni.

Infermiere

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