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Infermieristica

Senza tirocinio da mesi, il malcontento degli studenti

di Redazione Roma

Quale validità può avere un tirocinio online? Come può rivelarsi utile a livello pratico? Perché non siamo stati inseriti nel piano vaccinale, quando al contrario avremmo già potuto renderci utili?. Sono solo alcuni dei dubbi che circolano tra gli studenti di infermieristica. La situazione in Piemonte e Basilicata.

Dal Piemonte alla Basilicata, studenti infermieri stanchi della DAD

A un anno dall’inizio della pandemia gli studenti di Infermieristica dell’Università di Torino e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Potenza, chiedono alle rispettive Regioni – i primi attraverso una lettera aperta, i secondi in un video trasmesso da “Cronache Lucane” – di essere quanto prima vaccinati per lasciarsi alle spalle il tirocinio online, al quale sono costretti, per riprendere l’attività pratica.

In entrambi i casi l’intento, ben espresso, è di non accusare nessuno, quanto di sensibilizzare su un tema rilevante del quale, è pacifico, si dibatte poco. Nella missiva, gli studenti presso l’Università di Torino si interrogano sul proprio futuro. Il 9 marzo 2020 veniva dichiarato il lockdown nazionale. Al contempo, è da circa dodici mesi che gli studenti di infermieristica sono finiti nel dimenticatoio. Alcuni hanno dovuto accettare l’interruzione o la sospensione del loro tirocinio conseguentemente all’arrivo della pandemia, comprendendo, seppur con difficoltà, le ragioni di tale scelta da parte delle Università. Altri invece in reparto non ci sono mai entrati, rimanendo a casa a seguire i cosiddetti “tirocini online”.

A questo proposito, gli infermieri di domani si chiedono: Dal sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la definizione di tirocinio è “periodo di orientamento e di formazione, svolto in un contesto lavorativo e volto all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro”. Pertanto, a quale scopo può essere utile un tirocinio svolto da casa? Di certo da un punto di vista teorico aiuta nella realizzazione della parte intellettuale della professione, ma come può essere funzionale a livello pratico?.

Considerando che lo stesso regolamento del Corso di Laurea in Infermieristica prevede un’esperienza di tirocinio, nei tre anni, di tipo pratico, gli studenti rimarcano che questo percorso formativo non rappresenta solo un nostro diritto ma anche un dovere. Per rendere l’idea: il primo anno le ore di tirocinio pratico da svolgere sono 240, il secondo 450 ed il terzo 690. In totale 1380. Se il tirocinio online poteva essere comprensibile un anno fa, quando la pandemia era appena scoppiata, adesso che è trascorso così tanto tempo perché siamo finiti nella medesima situazione?.

L’interrogativo è lecito e fa riflettere quanto riporta ancora la lettera: A noi ragazzi del primo anno è stato comunicato che per il periodo di maggio-giugno il tirocinio verrà svolto in via telematica. Niente reparto per noi che saremo, al pari degli altri studenti di infermieristica delle altre università, i garanti della salute per il futuro.

Chiedono soluzioni a stretto giro – e non vie di fuga – gli studenti, che manifestano tutta la propria preoccupazione di rimanere indietro con la formazione sia personale sia professionale, con carenze che ci impedirebbero di diventare quei professionisti che vogliamo essere. Chi si sentirebbe sicuro a mettere le mani su una persona in carne e ossa senza aver avuto esperienze? E proprio ora che servono migliaia di infermieri gli studenti, purtroppo, non vengono formati.

Scendendo lo stivale si approda in Basilicata, dove gli studenti universitari – tirocinanti anche presso l’Ospedale San Carlo di Potenza – chiedono alla Regione di potere essere vaccinati per riprendere quanto prima il percorso di studio interrotto da mesi. Spiega Alessandro Perrotta, studente di medicina all’Università Cattolica del Sacro Cuore e tirocinante al “San Carlo”: Purtroppo da dicembre non posso svolgere l’attività di tirocinio, che è una parte fondamentale del mio percorso di studi. La Regione non ci ha incluso in nessuna categoria del piano vaccinale, dunque siamo impossibilitati a tornare in corsia. Chiediamo di essere vaccinati per svolgere il tirocinio, che avvertiamo come diritto e dovere; considerando la situazione emergenziale vogliamo fare la nostra parte, e potenzialmente siamo braccia in più in ospedale.

Un altro studente tirocinante infermiere, Simone Mona, si rivolge direttamente all’assessore alla sanità della Regione Basilicata, Luigi Rocco Leone: Chiediamo come mai non siamo stati inseriti all’interno del piano vaccinale. Siamo futuri infermieri, intendiamo essere considerati al pari di tutti gli operatori sanitari. Vorremmo tornare al tirocinio poiché è nostro diritto allo studio concludere il nostro percorso sanitario al pari di tutti gli altri. Arianna Basentini, anche lei studentessa di infermieristica, ammette: Vogliamo essere ascoltati, avere delle delucidazioni.

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