Sarò adeguatamente formato? Sarò un bravo infermiere alla pari di chi si è laureato appena prima della pandemia Covid-19? Il nostro diritto allo studio chi lo sta tutelando? Sono alcune delle domande che rimbalzano più spesso in questi mesi tra gli studenti di Infermieristica , che per via dell'emergenza coronavirus si sono visti bloccare esami, laboratori e, soprattutto, il tirocinio, la colonna portante del loro percorso clinico-didattico. So che molti come me vivono in questa condizione - racconta Maria, studentessa del secondo anno - e spero che chi ci ha lasciato in balia di una didattica a distanza, molto poco formativa e super svantaggiosa per questo particolare corso di laurea, apra presto gli occhi .
Istruiteci bene oggi per avere infermieri formati domani
Covid-19 e didattica a distanza, lo sfogo di una studentessa di Infermieristica
Oggi vorrei raccontarvi una storia, la mia storia, la storia che sono sicura riguarderà molti come me, una storia che ha come protagonista una semplice studentessa universitaria, che da un momento all’altro si è vista portare via la sua vita, la sua routine e la sua formazione professionale.
Nessuno ci nomina, nessuno dà voce alle nostre paure, ai nostri timori e ansie che stiamo nascondendo dietro delle video lezioni
Fino a marzo 2020 la mia vita fluiva in modo liscio e perfetto: ero al primo anno di Infermieristica e tutta la mia giornata passava in sede universitaria, dalle 8 del mattino alle 17 del pomeriggio (fino a dicembre, quando frequentavo i corsi) e in reparto dalle 8 alle 15 del pomeriggio quando svolgevo tirocinio . Vedevo la mia carriera iniziare, dovevamo ancora fare il primo esame (la sessione inizia proprio a marzo) e tutto sommato ero veramente soddisfatta della mia vita: avevo la mia divisa, le mie scarpe antinfortunistiche da infermiera, un tesserino con scritto “tirocinante” e tutto andava a gonfie vele. Quando improvvisamente è calato il buio .
Con l’arrivo di marzo e l’inizio della sessione è arrivato anche il lockdown , i nostri esami sono stati bloccati prima ancora di iniziare e nessuno si è fatto sentire per molto. Fino alla fine del mese nessun professore ci ha parlato, calmato, spiegato, o solo considerato.
Ci siamo sentiti abbandonati
Ad aprile abbiamo iniziato le lezioni online, che per chi ha un programma fitto come quello di infermieristica è facile capire quanto sia difficile seguire da casa (si parla di circa 8 ore giornaliere per 5 giorni settimanali al pc solo per seguire le lezioni). Abbiamo seguito e rispettato ogni regola, speranzosi di tornare presto in sede per avere delle lezioni adatte alla nostra formazione.
Arriva giugno . Il mese del tirocinio per noi aspiranti infermieri della Federico II (che solo alla sede del Policlinico consta di circa 150 studenti per ogni anno accademico) ed anche questo è stato impossibile svolgerlo in sede. Lo hanno rimpiazzato con delle lezioni online in comune con primo, secondo e terzo anno, del tutto inutili dal punto di vista pratico, che non ci hanno lasciato poi molto.
Ed è proprio qui che inizia il mio periodo di ansia e preoccupazioni: inizio a chiedermi, ormai ad un anno dall’inizio del mio percorso, è veramente utile quello che sto facendo? Riuscirò ad avere le informazioni che mi servono ai fini del mio lavoro? Sarò adeguatamente formata? Sarò una brava infermiera alla pari delle altre laureate fino all’anno scorso in assenza della situazione Covid?
Il secondo tirocinio del mio primo anno è andato perso , non verrà recuperato e probabilmente, viste le condizioni, verrà perso anche il primo tirocinio del secondo anno. So che molti come me vivono in questa condizione e spero che questa lettera farà aprire gli occhi a chi ci ha lasciato in balia di una didattica a distanza molto poco formativa e super svantaggiosa per questo particolare corso di laurea .
Maria C. - Studentessa infermiera
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