La scoliosi è una deformità della colonna vertebrale. La spina dorsale si deforma strutturalmente: si flette lateralmente e le curve fisiologiche di lordosi e cifosi si alterano invertendosi. Si tratta di una deviazione laterale permanente della colonna. È associata alla rotazione dei corpi vertebrali che si accompagna ad una deformazione dei dischi intervertebrali e a retrazioni (accorciamenti) muscolo legamentose. La scoliosi è generalmente lieve con una prevalenza di circa 7,7%, è severa soltanto nello 0,2-0,3% dei casi individuati.
Che cos’è e da cosa è causata la scoliosi
La patogenesi è complessa. L'aspetto e la funzione della colonna e del tronco risultano alterate dalla formazione di una o più curve, dette strutturate o primitive.
Per centrare il cranio sul bacino e sul perimetro di appoggio i sistemi di equilibrio del sistema nervoso centrale portano alla formazione di curve di compenso.
La scoliosi può essere considerata una patologia complessa genetica multifattoriale. È stata accertata la familiarità, ma non è ancora chiaro come si trasmetta ereditariamente. La probabilità di un figlio di madre scoliotica di sviluppare la scoliosi risulta inoltre essere dieci volte maggiore rispetto ad un figlio di madre senza scoliosi.
Diagnosi di scoliosi
Nel 70% dei casi la scoliosi si presenta con una curva primaria, con una doppia curva primaria nel restante 30%. Le scoliosi sono idiopatiche, ossia insorgono senza una causa apparente, nel 70-80% dei casi. Possono essere secondarie, congenite oppure acquisite, in seguito ad un trauma, infezioni, tumori e artrite.
La principale causa di questa deformità è lo squilibrio tra lo sviluppo scheletrico e quello muscolare. Poiché l'accrescimento osseo è più elevato nell'età infantile e puberale, le scoliosi idiopatiche compaiono solitamente in questa fascia d'età. È maggiormente frequente nella popolazione femminile, che ha un maggior rischio di sviluppare anche una forma grave.
La diagnosi – che dovrebbe essere precoce per prevenire complicanze a lungo termine correggendo in tempo le alterazioni delle curve fisiologiche della colonna - si formula durante l'esame obiettivo e la radiografia postero-anteriore del rachide.
Si osserva il rachide in ortostatismo, ossia in posizione eretta, valutando la diversa altezza delle spalle, il bacino sbilanciato e una o entrambe le scapole prominenti, l'anca sollevata, l'inclinazione della postura da un lato. Facendo flettere in avanti il tronco, si valuta l'incurvamento dei processi spinosi e l'entità del gibbo costale, che è un segno caratteristico di scoliosi.
La scoliosi è asintomatica
Non si hanno sintomi evidenti di scoliosi durante la crescita. Solo in età adulta scoliosi non trattate possono provocare dolore alla schiena e deformità progressive. I cambiamenti estetici e posturali sono più o meno visibili a seconda della gravità.
Segno caratteristico è il gibbo, una sporgenza pronunciata che si evidenzia flettendo il tronco (test di Adams): si nota un dislivello tra i due lati della colonna che viene misurato dallo scoliometro.
L'evoluzione della scoliosi è variabile e dipende da alcuni fattori come la maturazione scheletrica, l'età, il menarca, la sede, la rotazione e l'entità della curva in gradi. La maturazione scheletrica può essere indagata attraverso il test di Risser, una scala di valutazione che stabilisce il grado di sviluppo osseo: viene valutata l'ossificazione a livello delle creste iliache.
Se il Risser è 0 significa che non esiste nucleo di ossificazione, se è 5 l'ossificazione è completa e si manifesta generalmente dopo 2-3 anni dopo la pubertà. Il rischio di un peggioramento della scoliosi è del 50% fino ad un Risser 2, tale rischio si riduce del 20% con un Risser superiore a 2.
Sono maggiormente a rischio di peggiorare le scoliosi toraciche e quelle toraco-lombari. Le scoliosi lombari presentano invece una minor probabilità di peggioramento.
Come si tratta la scoliosi
Non è prevista nessuna terapia se la curva scoliotica è fino a 15-20°. È sufficiente un'attività motoria generica allo scopo di potenziare i muscoli paravertebrali. Le indicazioni terapeutiche prevedono un busto ortopedico se la curva è tra i 20 e i 30-35°. Se la curvatura è superiore ai 35-40° il trattamento è chirurgico.
È prevista l'osservazione periodica, con controlli clinici ogni 6 mesi e radiografie annuali, per tutti i soggetti scoliotici che presentano una curva tra i 15 e i 20° per poter intervenire precocemente, soprattutto per correggere le scoliosi toraciche. Per prevenire un peggioramento è raccomandato un regolare esercizio fisico e una buona educazione alla postura corretta.
Per fermare o rallentare l'evoluzione della curva con angoli compresi tra 25 e 40 gradi, sono disponibili anche trattamenti incruenti come la chinesiterapia e le elettrostimolazioni selettive della muscolatura paravertebrale.
Per le scoliosi gravi è previsto l'uso di corsetti gessati o sanitari (modello Milwaukee, Lionese, Lapadula). Per bloccare le deformità nei casi gravi ed evitare le maggiori complicanze della scoliosi – respiratorie e neurologiche – l'intervento chirurgico di artrodesi è l'unica opzione terapeutica, anche se comporta la perdita del movimento. È indicato verso i 15-17 anni quando l'accrescimento vertebrale è completato. Se la crescita ossea non è ancora completa si può optare per un corsetto di gesso, indicato anche per una immobilizzazione temporanea del rachide.
L'attività fisica è fondamentale per correggere vizi posturali e patologie dell'apparato locomotore ed osteo-articolare e per evitare uno squilibrio di tono muscolare ed un errato allineamento dei segmenti ossei.
La colonna può essere stabilizzata con un corsetto neuro-muscolare, ma gli esercizi posturali consentono di creare automatismi riflessi di correzione. Recenti dati della letteratura suggeriscono che gli sport da preferire sono quelli da carico piuttosto che quelli mobilizzanti il rachide.
Ginnastica artistica, nuoto e danza classica rendono sì la colonna più flessibile, ma anche più facilmente deformabili e non sono pertanto indicati. Inarcare eccessivamente la schiena ed eseguire movimenti asimmetrici è infatti controproducente per un soggetto con scoliosi.
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