L'intertrigine è una condizione caratterizzata dall’insorgenza di dermatite della cute superficiale che si verifica a livello di due superfici cutanee contigue (pliche cutanee), ovvero in tutte quelle aree cutanee maggiormente sottoposte a sfregamento, macerazione e contatto con secrezioni biologiche quali sudore, urine e feci. Le aree del corpo che hanno maggiori probabilità di essere colpite dall'intertrigine includono la piega inframammaria, la fessura interglutea, i cavi ascellari e gli spazi interdigitali delle mani o dei piedi. Sedi meno comuni sono la regione periombelicale, le palpebre e la regione retro auricolare. La cute colpita dall'intertrigine è più soggetta alle infezioni rispetto alla cute sana. A causa dell'elevato tasso di recidiva della patologia, i sintomi ed i segni dell'intertrigine spesso diventano una parte prevalente della vita dei pazienti, creando così un elevato stress psicologico fino ad arrivare alla depressione.
Fattori di rischio intertrigine
Sebbene l’intertrigine possa verificarsi in entrambi i sessi e in tutte le razze, è più comune negli individui diabetici obesi che risiedono in climi caldi e umidi e in soggetti allettati o anziani.
Incontinenza urinaria o fecale, igiene personale inadeguata, malnutrizione, atopia, uso di corticosteroidi e/o antibiotici ad ampio spettro, immunodeficienza e abbigliamento occlusivo sono tra gli altri fattori predisponenti.
I bambini, inoltre presentano maggiori probabilità di sviluppare intertrigo nella regione del collo a causa della sua struttura corta e della eccessiva salivazione che caratterizza i primi anni di vita.
Cause di intertrigine
La dermatite cutanea che si produce nell’intertrigine riconosce nell’eccessiva umidità e nello sfregamento il terreno fertile su cui si può sviluppare una colonizzazione di lieviti (in particolare Candida, responsabile dell’80-90% dei casi), muffe, batteri e agenti infettivi virali.
Microrganismi di comune riscontro nell’intertrigine
Microorganismi | Specie |
Candida | C. albicans, C. glabrata, C. tropicalis, C. krusei, C. parapsilosis, C. dubliniensis, C. famata |
Fusarium | F. oxysporum, F. solani |
Dermatofiti | Trichophyton spp., Microsporum spp., and Epidermophyton floccosum |
Malassezia | Mostly M. furfur, M. globosa or M. sympodialis |
Batteri | S. aureus, S. agalactiae, S. haemolyticus, S. pyogenes, or other streptococcal species Pseudomonas spp., Proteus spp., E. coli, Peptostreptococcus spp., Corynebacterium spp., Acinetobacter spp., etc. |
Virus | Poxviridae, Papillomaviridea (HPVs), Picornaviridae, Retroviridae (HIV), Herpesvirdae, Togaviridae, Parvoviridae |
Segni e sintomi di intertrigine
I segni ed i sintomi di più comune riscontro nell’intertrigine includono la presenza di eritema, macerazione, croste, fissurazioni, follicoliti, papule, pustole, placche, prurito, bruciore.
Spesso le aree intertriginose si presentano maleodoranti a causa della sovrapposizione infettiva di microorganismi.
Diagnosi di intertrigo
La diagnosi di intertrigo è prevalentemente clinica. In caso di dubbio possono essere eseguiti alcuni esami diagnostici:
- Esame colturale (tampone)
- Biopsia cutanea: utile nelle presentazioni atipiche o in caso di tampone cutaneo negativo
- Osservazione delle lesioni alla luce di Wood: es. diagnosi differenziale della Tinea cruris e altre forme intertriginose vs. eritrasma (fluorescenza rosa salmone/corallo)
- Esame microscopico diretto di squame e peli dopo macerazione con KOH: consente di visualizzare la presenza di ife, pseudo-ife, spore
Terapia eziologica locale e sistemica dell’intertrigine
- Pulizia quotidiana della cute con un detergente delicato seguito da un'accurata asciugatura della zona interessata
- Aerazione dell'area interessata quando possibile
- Applicazione di creme barriera in aree che potrebbero entrare in contatto con urina o feci
- Trattamento dell'iperidrosi nell'area interessata
- Perdita di peso nei pazienti in sovrappeso o obesi
- Trattamento appropriato del diabete mellito coesistente
Terapia medica: le opzioni di primo livello | Terapia medica di seconda linea | Terapie inefficaci |
1. Creme antimicotiche azoliche per uso topico (ad es. Ketoconazolo, clotrimazolo, miconazolo, econazolo) data la presenza comune di infezione da candida 2. Benzilamine, come la crema butenafina all'1% e le allilammine, come la naftifina crema al 2% e la terbinafina all'1%, hanno anche proprietà antinfiammatorie e sono opzioni di trattamento aggiuntive 3. Tintura rubra di Castellani (fucsina fenica) 4. Corticosteroidi topici (es. idrocortisone 2,5%) solo nei pazienti con prurito marcato e per breve termine, alla luce del rischio di atrofia del derma indotta dagli steroidi |
1. Tacrolimus topico 0,1% (in casi molto estesi e resistenti alle terapie standard, costo elevato) 2. Terapia orale (fluconazolo 100-400 mg/die, itraconazolo 100-200 mg/die) 3. Considerare la riduzione chirurgica delle pieghe cutanee interessate (es. mastoplastica riduttiva, addominoplastica) |
1. Polveri assorbenti: efficacia non dimostrata, in alcuni casi possono rappresentare il substrato per la crescita fungina (es. amido mais) 2. Garze semplici, fogli di carta assorbente: non in grado di consentire la traspirazione cutanea, nessun controllo sulla carica batterica 3. Rimedi casalinghi come impacchi locali con aceto diluito, bustine di tè bagnate, miele, bicarbonato, etc: mancanza di studi clinici, talvolta dannosi ed irritanti per la cute |
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