L'impetigine è un'infezione cutanea batterica causata da streptococchi e stafilococchi, talvolta da entrambi, che si trasmettono facilmente in ambienti di comunità. La forma più superficiale delle piodermiti, le infezioni della pelle. Si tratta di una patologia molto contagiosa e frequente, soprattutto nella popolazione pediatrica e scolare sotto i 10 anni. Compare generalmente nella stagione estiva quando il clima caldo umido favorisce la proliferazione dei batteri.
Che cos’è l’impetigine?
Il contagio avviene prevalentemente per via interumana diretta ed indiretta, si diffonde per contatto a causa del grattamento e all'utilizzo di asciugamani ed altri oggetti contaminati. Caratterizzata da croste e bolle sierose, può essere anche la conseguenza di qualsiasi tipo di ferita cutanea che si infetta in seguito ad una scarsa igiene e alla macerazione della cute per umidità ambientale.
Impetigine: fattori aggravanti e predisponenti
Un importante fattore di rischio è la presenza cronica di stafilococchi e streptococchi in sede nasofaringea. Altri fattori di rischio sono alterazioni della normale flora cutanea e alterazione dello stato generale per immunocompromissione.
L'impetigine si distingue in bollosa (il 20% dei casi) e non bollosa (l'80% dei casi). La sua forma ulcerativa è definita ectima. I dati della letteratura evidenziano che lo Staphylococcus aureus è la causa predominante di impetigine non bollosa e la causa di ogni impetigine bollosa. L'impetigine si dice secondaria, distinguendosi da quella primaria, quando i batteri invadono la pelle perché un'altra infezione o condizione della cute ha danneggiato la barriera cutanea.
I due tipi di impetigine
- L'impetigine non bollosa si presenta come gruppi di vescicole o pustole che si rompono e formano una crosta di essudato che ricopre le lesioni.
- L'impetigine bollosa si caratterizza per lo sviluppo delle vescicole in bolle, grandi vesciche piene di liquido, che si lacerano lasciando un'area rossa ed infiammata. Le bolle sono causate dalla tossina esfoliativa prodotta dagli stafilococchi e possono anche dare sintomi di malessere generale e febbre.
L'ectima è caratterizzata tipicamente da piccole ulcere purulente superficiali perforate all'apice con croste spesse, color marrone nerastro, circondate da eritema. L'impetigine e l'ectima causano fastidio e dolore lieve. Frequente è il prurito eccessivo con conseguente grattamento che può aggravare l'infezione o diffonderla anche alle aree non adiacenti.
Diagnosi e cura dell'impetigine e dell'ectima
La diagnosi è clinica in seguito a visita dermatologica e si basa sull'aspetto tipico delle lesioni. L'evoluzione della malattia è benigna se diagnosticata precocemente e trattata adeguatamente. Un trattamento tempestivo favorisce generalmente una rapida guarigione. Un ritardo nella diagnosi e nel trattamento può causare cellulite, linfangite, foruncolosi, iperpigmentazione o ipopigmentazione con o senza cicatrizzazione.
In caso di impetigine resistente al trattamento si esegue un tampone per esame colturale sia dalle lesioni cutanee che all'interno delle coane nasali per identificare l'S. Aureus resistente alla meticillina e l'eventuale serbatoio nasale dell'infezione.
La cura consiste nella regolare assunzione del medicamento prescritto e nel bendaggio delle lesioni, dopo la medicazione, per evitare la diffusione dell'infezione e ridurre il contagio. Solitamente la contagiosità scompare nel giro di 48 ore da quando è iniziata la terapia ma si raccomanda l'isolamento domiciliare del soggetto infetto, separato dalle altre persone, fino a completa guarigione.
Punti chiave sull'impetigine e sull'ectima
Le aeree più spesso colpite sono quelle esposte del corpo, del viso, delle mani, del collo e delle estremità. Le zone infettate per prime sono in genere i contorni delle narici, della bocca e degli occhi, talvolta i genitali. L'impetigine può diffondersi ad altre parti del corpo o ad altri membri della famiglia che toccano il paziente o usano asciugamani o pettini macchiati con l'essudato delle lesioni. Malgrado l'impetigine possa insorgere a qualsiasi età, è particolarmente comune nei bambini che vivono in condizioni di scarsa igiene.
Spesso è secondaria a pediculosi del capo, scabbia, herpes simplex, punture d'insetto, eruzioni da ortica ed eczema. Una salute compromessa, scarsa igiene e malnutrizione possono predisporre gli adulti all'impetigine. Alcuni pazienti possono essere portatori sani di S. aureus, generalmente presente nel dotto nasale.
Impetigine: come si manifesta
Le lesioni si manifestano inizialmente come piccole macule rosse che diventano rapidamente piccole vescicole con una superficie sottile. Quando si lacerano si coprono con una crosta aderente color paglierino. Le croste si separano facilmente, rivelando una superficie rossa, liscia e umida sulla quale si sviluppa rapidamente una nuova crosta. Se l'infezione interessa il cuoio capelluto i capelli sono intrisi di essudato, ciò permette di distinguere la patologia da un'infestazione di parassiti. In seguito alla formazione delle lesioni, possono comparire cicatrici talvolta definitive.
Impetigine: trattamento
Il trattamento più comune è la terapia antibiotica sistemica che evita la diffusione del contagio, agisce sull'infezione e previene la glomerulonefrite acuta, una infezione renale che insorge spesso come complicanza di una malattia cutanea streptococcica.
Nell'impetigine non bollosa si possono somministrare la penicillina benzatina o la penicillina per via orale. L'impetigine bollosa viene trattata con penicillina penicillasi-resistente (doxacillina, dicloxacillina). Nei pazienti sensibili alla penicillina, l'eritromicina è un'efficace alternativa. Una terapia antibatterica topica, come la mupirocina, può essere prescritta quando la patologia è limitata ad un'area ristretta.
Si richiede tuttavia che la terapia topica (mupirocina, retapamulina, acido fusidico, ozenoxacina) venga applicata diverse volte al giorno per almeno una settimana. Inoltre gli antibiotici topici non costituiscono generalmente una terapia sistemica efficace nella cura e nella prevenzione della diffusione degli steptococchi dal tratto respiratorio e aumentano invece il rischio di glomerulonefrite acuta, soprattutto nei bambini di età compresa tra 2 e 4 anni.
Nella terapia topica le lesioni vengono bagnate o deterse delicatamente con acqua e sapone per rimuoverne la parte centrale di crescita batterica e rendere possibile l'azione degli antibiotici topici sull'area infetta. Dopo aver asportato la crosta si applica polisporina o bacitracina. Per detergere la cute e per ridurre la presenza di batteri in prossimità delle lesioni, per prevenirne la diffusione, si può applicare un antisettico come polivinil pirrolidone-iodio, Betadine o clorexidina.
Al paziente e ai familiari si dovrebbe consigliare di fare il bagno almeno una volta al giorno con sapone battericida. L'igiene e la pulizia aiutano a prevenire la diffusione delle lesioni da un'area ad un' altra e da una persona all'altra.
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