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Patologia

Colica biliare

di Sara Pieri

La colica biliare è una patologia causata dalla presenza di calcoli all’interno della colecisti; essa è un piccolo organo deputato ad immagazzinare e successivamente immettere nell’apparato digerente la bile prodotta dal fegato. La bile viene confluita nella colecisti dal fegato tramite il dotto epatico comune, durante la digestione viene immessa nel duodeno tramite il dotto biliare comune. Talvolta può verificarsi quella che viene definita colica biliare, nonché un dolore addominale, più o meno intenso, provocato dalla presenza di calcoli nella colecisti.

Cause di colica biliare

Il precursore del calcolo biliare è il fango biliare, che sarebbe un composto di bilirubinato di calcio (polimero di bilirubina), microcristalli di colesterolo e mucina (glicoproteina) che si forma durante la stasi colecistica (es. gravidanza, nutrizione parenterale totale, digiuno prolungato, ecc.) e non rappresenta una minaccia poiché generalmente non produce sintomi e scompare quando la condizione primaria che lo ha prodotto si risolve.

La colica si verifica quando questo fango si trasforma in veri e propri calcoli, i quali migrano nel dotto biliare comune creando ostruzione totale o parziale e provocando quadri clinici compatibili con colica biliare, colangite, pancreatite. Essendo presente uno “stop” (parziale o totale) nel dotto biliare, quando ha inizio la digestione e l’apparato digerente richiede bile, quest’ultima non riesce a raggiungere il duodeno, o lo raggiunge ma in modo difficoltoso, provocando la sintomatologia associata alla colica.

I calcoli possono essere: di colesterolo, formati dalla precipitazione di microcristalli solidi, i quali si aggregano e aumentano di volume. Oppure vi sono calcoli biliari, costituiti da sali biliari e bilirubina che a causa di alterazioni metaboliche precipitano sul fondo della colecisti.

Le cause vanno ricercate: dieta ricca di grassi e povera di fibre, cali ponderali rapidi, obesità e sovrappeso, diabete, gravidanza, terapia ormonale, età > 60 anni (prevalente nel sesso femminile).

Sintomi e complicanze di colica biliare

In una buona parte di persone affetta da calcolosi biliare non vi è manifestazione di sintomi; il più comune, nei soggetti sintomatici, è la colica che provoca dolore addominale, solitamente con partenza in ipocondrio destro, ma talvolta diffuso e mal localizzato in tutto l’addome. Il dolore è solitamente intenso e con sintomi associati come nausea e vomito, tanto che i pazienti affetti da colica biliare spesso si rivolgono ai servizi di Pronto soccorso per ricevere un inquadramento diagnostico e relativa terapia antalgica.

Altri sintomi associati possono essere febbre con brivido, che si verificano però solo in presenza di una sovrapposta colecistite, nonché infiammazione della colecisti, quadro complicato di calcolosi biliare, la quale però si può verificare comunque in assenza di essi.

Altra complicanza importante è la pancreatite, causata dall’ostruzione di calcoli a livello della papilla del Vater che provocano ittero ostruttivo e conseguente infiammazione pancreatica.

Diagnosi e trattamento delle coliche biliari

La diagnosi viene fatta tramite esame clinico del paziente, associata ad una ecografia addominale volta a ricercare presenza di fango e calcoli biliari. Gli esami di laboratorio possono essere utili solo in caso si sospetti qualche complicanza, diversamente possono risultare inalterati.

Altri esami di 2° livello possono essere: TC o Colangio RM (Risonanza Magnetica specifica) atta ad evidenziare con precisione la presenza di ostruzione.

Il trattamento può essere:

  • Chirurgico: colecistectomia con tecnica laparoscopica o laparotomica (ormai in disuso) in quadri sintomatici con rischio di reiterazione e complicanze eventuali. La colecistectomia profilattica è indicata in pazienti con calcoli di grosse dimensioni (> 3 cm) oppure con colecisti calcificata poiché vi è un aumentato rischio di carcinosi
  • Trattamento endoscopico: esecuzione di colangiopancreatografia endoscopica retrograda (CPRE) per raggiungere i dotti biliari, attraverso la seconda porzione duodenale, per poter asportare, tramite dei particolari device, i calcoli eseguendo così una “bonifica” delle vie biliari
  • Trattamento medico: dissoluzione dei calcoli tramite assunzione di terapia orale di acidi biliari (acido ursodesossicolico); il trattamento è efficace per calcoli di piccole dimensioni o qualora il paziente non si volesse sottoporre ad altro intervento
  • Trattamento con litotrissia extracorporea: frammentazione dei calcoli per agevolare la dissoluzione in associazione a terapia orale come sopra descritto. Tecnica raramente utilizzata per i calcoli biliari, più frequente per quelli renali
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