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Stress e problemi privati aumentano il rischio di errore

di Chiara Vannini

Sono numerosi gli studi che, già da anni, vanno ad analizzare e descrivere come il lavoro degli operatori sanitari abbia conseguenze sulla loro qualità di vita: in particolare, sono stati condotti studi per comprendere se il lavoro a turni abbia – e fino a che punto - un impatto rilevante nella vita degli infermieri. Ma cosa succede se si indaga la cosa contraria? Ovvero, la vita privata e le problematiche ad essa correlate, incidono sul benessere lavorativo?

Infermieri, quanto incide lo stress sul rischio di commettere errori

infermiera si prepara per una procedura

Da tutte le ricerche condotte è emerso come il lavoro a turni, festivo e notturno, abbia un impatto significativo e spesso negativo sulla vita degli operatori ed in particolare come esso causi difficoltà a conciliare vita personale e lavoro, stress nella vita privata, problematiche fisiche fino ad arrivare a vere e proprie patologie lavoro–correlate (patologie gastro–intestinali o dermatologiche, sterilità, burnout, ecc.).

Nessuno studio aveva invece, fino ad ora, preso in esame il problema opposto, ovvero:

  1. La vita privata e le problematiche ad essa correlate, incidono sul benessere lavorativo?
  2. L’operatore stressato ha più possibilità di andare incontro ad errori durante la pratica clinica?

Per cercare di rispondere a queste domande negli Stati Uniti è stato condotto uno studio che ha fatto emergere come effettivamente il malessere degli operatori sanitari aumenti gli errori clinici.

Esaurimento, fatica emotiva, depressione e difficoltà a conciliare vita personale e professionale sono i disturbi più comuni di cui soffrono i professionisti che operano in sanità, ed in particolar modo gli infermieri.

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