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Infermiere in gastroenterologia ed endoscopia digestiva

di Francesca Gianfrancesco

Il progresso delle competenze cliniche in ambito gastroenterologico e l’avanzamento tecnologico delle strumentazioni endoscopiche hanno permesso un utilizzo sempre più esteso di molte procedure in campo diagnostico ed un’estensione nell’utilizzo di esse in campo terapeutico. È per tali motivi che la figura dell’infermiere in un servizio di gastroenterologia ed endoscopia digestiva assume un ruolo centrale nella gestione dei pazienti con bisogni sempre più complessi.

Competenze specifiche dell'infermiere in gastroenterologia

In questo setting l’infermiere deve essere valorizzato come un professionista specialista in grado di assumersi le proprie responsabilità in virtù della formazione specifica acquisita e in grado di assistere il paziente dall'accoglienza alla sua dimissione.

L'obiettivo è il continuo miglioramento della qualità dei servizi erogati, che viene raggiunto tenendo conto della soddisfazione del paziente, della riduzione del rischio, dell’evoluzione delle tecniche diagnostico-terapeutiche messe a disposizione.

L’infermiere che opera in un servizio di gastroenterologia ed endoscopia digestiva dovrà provvedere ad una ottimale programmazione delle attività lavorative, derivante da un confronto continuo tra i membri dell’équipe medico-infermieristica. Il programma dovrà contenere un progetto dettagliato sull’organizzazione del servizio, sull’assistenza al paziente e sulla gestione della sicurezza igienico-ambientale.

Alla base delle abilità dell’infermiere di gastroenterologia ci sono conoscenze teoriche e tecniche alle quali vanno aggiunte skills specifiche, come:

  • Capacità di coordinamento nel momento dell’accoglienza e della preparazione del paziente
  • Competenze nella gestione delle tecniche endoscopiche
  • Governo delle urgenze
  • Manutenzione degli endoscopi
  • Aggiornamento continuo sulle tecnologie utilizzate
  • Capacità di eseguire ricerche scientifiche nell’ambito preposto
  • Capacità di gestione del rischio professionale

L’infermiere di gastroenterologia, dunque, è un professionista dinamico che mira ad un riconoscimento sulla base delle sue competenze con uno sguardo alla specializzazione.

La formazione continua

La formazione continua non è solo un obbligo, ma risulta essere una strategia per aumentare l’interesse nella realizzazione del proprio lavoro soprattutto per gli infermieri impiegati nei servizi di gastroenterologia dove la routine delle procedure endoscopiche può costituire un fattore demotivante.

Dopo i primi anni di lavoro, infatti, l’interesse e l’entusiasmo per questo tipo di attività possono trasformarsi in apati . La formazione costante rende il professionista “completo” aumentando la capacità di affrontare in modo ottimale le diverse situazioni e di interagire efficacemente anche con le altre figure professionali con le quali lavora costantemente, senza doversi sentire un mero esecutore.

Inoltre, le responsabilità infermieristiche in gastroenterologia sono molteplici e richiedono spesso una preparazione tecnica specifica che è in continua evoluzione sulla scia delle tecnologie più avanzate. Per poter lavorare in modo adeguato bisogna dunque essere formati ed informati, tenendo conto delle linee guida provenienti dalle società scientifiche preposte con un obiettivo: migliorare costantemente la qualità dei servizi erogati. Questo obiettivo viene raggiunto tramite verifica della soddisfazione del paziente stesso, la riduzione del rischio e la garanzia di sicurezza igienico-ambientale.

Prima fase: l’accettazione

L’accoglienza e la preparazione del paziente vincolano fortemente l’intero progetto assistenziale, poiché queste fasi introducono l’intervento endoscopico, condizionando il risultato e la qualità percepita dall’utente.

L’infermiere responsabile dell'accettazione dovrà fornire tutte le informazioni necessarie per poter ottenere la massima collaborazione dal paziente. La corretta informazione permetterà inoltre di ottenere un consenso informato davvero consapevole. Il tempo impiegato all’informazione (che deve essere il più dettagliata possibile) non è tempo perso, ma è il miglior metodo per ottenere la totale collaborazione del paziente.

L’infermiere dovrà redigere, se non presente, un protocollo di accettazione che dovrà contenere indicazioni su:

  • Regole di comportamento prima dell’esame
  • Modalità di esecuzione e durata della procedura da eseguire
  • Rispetto dell'orario di esecuzione dell'esame
  • Eventuali disturbi percepiti durante la procedura
  • Possibilità di somministrare farmaci sedativi
  • Gestione e igiene dello strumentario
  • Superamento delle difficoltà burocratiche

Accoglienza ed assistenza

Nella fase di accoglienza vera e propria al momento dell’esame, l’obiettivo dell’infermiere che opera in un servizio di gastroenterologia deve essere quello di ottenere la compliance del paziente. Quasi la totalità dei pazienti presenta uno stato di ansia o stress correlati all’esame endoscopico. Questo porta, da un lato, a farsi prendere dalla spinta emotiva, dall’altro ad accettare tutto anche senza capire realmente la procedura.

Il ruolo dell’infermiere in questa fase è di informare e confortare. Deve mettere in campo dunque competenze comunicative basate sulla chiarezza espositiva, ma anche su forme di comunicazione non verbale per rassicurare il paziente. L’ansia risulta essere la variabile che maggiormente condiziona l’outcome dell’indagine.

Ad alti livelli di ansia corrispondono effetti collaterali, come:

  • Scarsa tollerabilità all'indagine
  • Aumento di richiesta di farmaci sia pre- che post- esame
  • Maggiori tempi di ripresa post-procedura
  • Diminuzione della compliance per i programmi di terapia e per le successive procedure

È compito dell’infermiere, dunque, educare il paziente tramite l’informazione. L’informazione erogata al paziente può essere di due tipi:

  • Tecnico-scientifica, cioè focalizzata sulla sequenza e la tipologia degli eventi
  • Sensoriale, cioè descrivere le sensazioni che il paziente potrebbe avvertire durante la procedura includendo ciò che può vedere, ascoltare e percepire olfattivamente

Per questi motivi è necessario che l’infermiere che si occupa dell’accoglienza del paziente in gastroenterologia sia un infermiere esperto e specializzato.

Disinfezione degli strumenti

È responsabilità dell’infermiere del servizio di gastroenterologia ridurre al minimo o eliminare del tutto il rischio di infezione. Tutti i pazienti devono essere considerati potenziali portatori di malattie infettive (Dlgs 28.09.90) ed è per questo centrale il ruolo dell'infermiere nella prevenzione.

Egli dovrà accertarsi della presenza di un protocollo specifico in cui sia indicato il percorso di sanificazione, disinfezione e se necessario sterilizzazione degli strumenti utilizzati durante le procedure endoscopiche.

Il livello qualitativo delle prestazioni di un servizio di endoscopia non deve essere rapportato al tipo di unità semplice o complessa, bensì al tipo di organizzazione e dal tipo di assistenza erogata e dal livello di sicurezza offerto. È proprio per questo che l’infermiere di gastroenterologia deve rafforzare la propria formazione professionale al fine di raggiungere un livello qualitativo sempre più alto.

La sedazione

L’infermiere dedicato al servizio di gastroenterologia oltre ad aver seguito un programma formativo specifico per le tecniche endoscopiche necessita di una formazione mirata comprendente la sfera anestesiologica, la farmacologia della sedazione e le tecniche di monitoraggio strumentale.

Nell’eventualità in cui il paziente necessitasse di una forma di sedazione, questa deve essere gestita da personale medico specializzato, coadiuvato dall’infermiere presente. Ciò significa che l’infermiere deve possedere competenze appropriate e formazione in tecniche di rianimazione, poiché l’induzione dell’analgo/sedazione potrebbe inficiare le normali funzioni vitali del paziente. Il medico endoscopista non potrà farsi carico dell’osservazione e del monitoraggio del paziente durante la procedura, per questo motivo sarà responsabilità dell’infermiere opportunamente formato dedicarsi a:

  • Preparazione pre-procedura
  • Controllo e monitoraggio delle funzioni vitali
  • Revisione della disponibilità dell’equipaggiamento di urgenza
  • Uso di combinazioni di sedativi ed analgesici
  • Uso degli antagonisti
  • Osservazione post procedura fino alla dimissione del paziente

È indispensabile l'impostazione di una scheda tecnica infermieristica per la rilevazione anamnestica e il monitoraggio di dati utili a gestire situazioni di elevata complessità durante le procedure endoscopiche associate alla sedazione.

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