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Gestione risorse umane in Sanità, Fiaso punta su meritocrazia

di Mimma Sternativo

Migliorare le competenze dei capi nella gestione dei propri collaboratori, costruire ambienti di lavoro migliori e sistemi efficaci di riconoscimento del merito con ritorni economici più adeguati. Sono queste le linee d'indirizzo FIASO per una buona gestione delle Risorse Umane ed evitare che vinca il demerito o che il meritevole che non si adegua al quieto vivere decida di andare via, provando a sviluppare i propri talenti altrove.

Fiaso sulle risorse umane: necessario giusto riconoscimento del merito

"Potrei dare molto di più". A dirlo sono i senior e i neoinseriti del Ssn, professionisti che in questi anni hanno permesso alla sanità di reggere, erogando un servizio di buona qualità assoluta e di ottima qualità rispetto ai costi impiegati.

Le aziende hanno il compito prioritario di occuparsi di questi professionisti per recuperare spazi di produttività per prevenire difficoltà future facilmente preannunciabili, disservizi alla clientela e costi aggiuntivi diretti e indiretti.

Basti pensare all'altissimo costo per assumere un nuovo professionista per sostituirne uno scontento che se ne va o alle risorse aggiuntive che servono per coprire gli spazi lasciati vuoti da eccessive assenze o limitazioni.

Uno dei primi errori nella gestione delle Risorse umane in Sanità è quello del rispetto del principio dell'uguaglianza, degli standard uniformi e utilizzo di strumenti identici per tantissimi e diversi operatori.

Dalla ricerca condotta da FIASO e IEN (Istituto Europeo di Neurosistemica) emerge che: 5 senior e 3 neoinseriti su 10 non si sentono capiti dal proprio capo diretto, 5 senior e 4 neoinseriti su 10 non si sentono aiutati a far meglio il proprio lavoro.

Il problema è che i capi vengono ancora selezionati su capacità tecniche e non sulla capacità di gestire le risorse più importanti e costose: le risorse umane. Il capo dovrebbe andare a cercarsi i problemi e non aspettare che gli arrivi qualcuno a raccontarglieli. Quando io mi trovo di fronte ad una valutazione appena sufficiente, io capo, io azienda dovrei sentire chi sta a valle del processo e capire cosa è successo. Invece questa parte manca, ha sottolineato Mario Del Vecchio nel corso della sua relazione durante l'assemblea.

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