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RCP

Etica

di Giacomo Sebastiano Canova

La massima autorità europea in tema di rianimazione cardiopolmonare, ovvero ERC (European Resuscitation Council) ha presentato le linee guida 2021 inerenti questa tematica, le quali vanno a toccare tutti gli aspetti della rianimazione cardiopolmonare.

Messaggi chiave

  1. Piani di assistenza avanzata: aiutare i pazienti e le famiglie a raggiungere i risultati per loro importanti, consentire a medici e pazienti di partecipare al processo decisionale condiviso e integrare le decisioni sul non inizio delle manovre di rianimazione con i piani di trattamento delle cure di emergenza
  2. Educare i pazienti e il pubblico: cosa comporta la rianimazione e quali siano i risultati dopo la rianimazione; educare anche a quale sia il loro ruolo nell’aiutare i sanitari a conoscere i risultati che sono importanti per loro
  3. Formazione ai professionisti sanitari: importanza della pianificazione assistenziale avanzata, cosa comporta il processo decisionale condiviso e come comunicare in modo efficace con i pazienti e i loro parenti quando si discute di piani di assistenza avanzata
  4. Quando iniziare e interrompere la rianimazione: utilizzare criteri predefiniti per sospendere o interrompere la rianimazione cardiopolmonare, non basare le decisioni su segni clinici isolati o marcatori di prognosi sfavorevole e documentare le ragioni per le decisioni sulla rianimazione
  5. Ricerca: coinvolgere i pazienti e il pubblico durante la progettazione, la conduzione e l’interpretazione della ricerca, rispettare la dignità e la privacy dei partecipanti alla ricerca, seguire le linee guida nazionali per condurre la ricerca in un’emergenza in cui la persona non ha capacità di interagire

Evidenze e raccomandazioni chiave

I piani di assistenza avanzata permettono di aiutare i pazienti e le famiglie a raggiungere i risultati che sono importanti per loro, riducono lo stress e il rimpianto decisionale e riducono l’uso di cure intensive, la degenza ospedaliera e i decessi in ospedale. Per questi motivi va utilizzata una pianificazione assistenziale anticipata che incorpori il processo decisionale condiviso, adottando comunicazioni strutturate e aiuti decisionali/strumenti di supporto, integrando inoltre le decisioni sul non inizio delle manovre di rianimazione nei piani di trattamento di cure di emergenza.

In merito all’informazione sulla rianimazione è utile trasmettere il messaggio che la rianimazione può essere molto efficace ma non funziona per tutti, che è meno efficace quando le persone si avvicinano alla fine della loro vita (momento nel quale hanno problemi di salute sottostanti cronici) e che si tratta di un trattamento invasivo successivamente al quale i danni potrebbero non sempre superare i benefici.

I piani di trattamento delle cure di emergenza possono aiutare medici e infermieri a conoscere i desideri di un paziente. I pazienti e il pubblico in generale possono aiutare attraverso la riflessione sui loro obiettivi, valori e preferenze di trattamento, la partecipazione al processo decisionale condiviso parlando con il team clinico rispetto alle loro preferenze e la condivisione di informazioni sulle loro preferenze con familiari e amici.

La comunicazione può essere migliorata utilizzando strumenti di comunicazione basati su prove, video che aiutino nelle decisioni e facilitatori della comunicazione. In questo senso è necessario cercare informazioni su obiettivi, valori e preferenze di trattamento dei pazienti, essere chiari e onesti sullo stato del paziente e sulla prognosi, coinvolgere i pazienti e la famiglia in anticipo sui piani di assistenza, fornire l’opzione di supporto spirituale e rassicurare il non abbandono, il controllo dei sintomi e il supporto decisionale.

È improbabile che i benefici della rianimazione superino i danni in presenza di asistolia persistente nonostante una rianimazione avanzata di 20 minuti in assenza di causa reversibile, arresto cardiaco non testimoniato con iniziale ritmo non defibrillabile senza ROSC e grave comorbilità cronica e/o qualità di vita molto scarsa.

La rianimazione cardiopolmonare va sospesa o interrotta quando la rianimazione non può essere eseguita in sicurezza, l’asistolia è persistente nonostante una rianimazione avanzata di 20 minuti in assenza di causa reversibile, l’arresto cardiaco è non testimoniato con iniziale ritmo non defibrillabile e assenza di ROSC, sono presenti gravi comorbilità croniche o una qualità di vita molto scarsa, vi sia l’evidenza di lesioni mortali o segni di morte irreversibile, esistono disposizioni anticipate di non rianimazione e quando è improbabile che i benefici della rianimazione superino i danni.

La ricerca è essenziale per migliorare la pratica clinica e per migliorare la ricerca è necessario coinvolgere i pazienti e il pubblico nella progettazione, nell’erogazione e nella diffusione della ricerca. Le linee guida per la rianimazione si basano su un numero notevolmente inferiore di studi rispetto alle linee guida per eventi cardiovascolari acuti o per l’insufficienza cardiaca.

In questo senso è necessario coinvolgere i pazienti e il pubblico durante la progettazione, la condotta e l’interpretazione della ricerca, rispettando contemporaneamente la dignità e la privacy dei partecipanti alla ricerca. È necessario inoltre seguire le linee guida nazionali per condurre ricerche in caso di emergenza in cui la persona non ha capacità di interagire e fornire finanziamenti proporzionali al carico sociale causato dall’arresto cardiaco.

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