La massima autorità europea in tema di rianimazione cardiopolmonare, ovvero ERC (European Resuscitation Council) ha presentato le linee guida 2021 inerenti questa tematica, le quali vanno a toccare tutti gli aspetti della rianimazione cardiopolmonare.
Messaggi chiave
- Piani di assistenza avanzata: aiutare i pazienti e le famiglie a raggiungere i risultati per loro importanti, consentire a medici e pazienti di partecipare al processo decisionale condiviso e integrare le decisioni sul non inizio delle manovre di rianimazione con i piani di trattamento delle cure di emergenza
- Educare i pazienti e il pubblico: cosa comporta la rianimazione e quali siano i risultati dopo la rianimazione; educare anche a quale sia il loro ruolo nell’aiutare i sanitari a conoscere i risultati che sono importanti per loro
- Formazione ai professionisti sanitari: importanza della pianificazione assistenziale avanzata, cosa comporta il processo decisionale condiviso e come comunicare in modo efficace con i pazienti e i loro parenti quando si discute di piani di assistenza avanzata
- Quando iniziare e interrompere la rianimazione: utilizzare criteri predefiniti per sospendere o interrompere la rianimazione cardiopolmonare, non basare le decisioni su segni clinici isolati o marcatori di prognosi sfavorevole e documentare le ragioni per le decisioni sulla rianimazione
- Ricerca: coinvolgere i pazienti e il pubblico durante la progettazione, la conduzione e l’interpretazione della ricerca, rispettare la dignità e la privacy dei partecipanti alla ricerca, seguire le linee guida nazionali per condurre la ricerca in un’emergenza in cui la persona non ha capacità di interagire
Evidenze e raccomandazioni chiave
I piani di assistenza avanzata permettono di aiutare i pazienti e le famiglie a raggiungere i risultati che sono importanti per loro, riducono lo stress e il rimpianto decisionale e riducono l’uso di cure intensive, la degenza ospedaliera e i decessi in ospedale. Per questi motivi va utilizzata una pianificazione assistenziale anticipata che incorpori il processo decisionale condiviso, adottando comunicazioni strutturate e aiuti decisionali/strumenti di supporto, integrando inoltre le decisioni sul non inizio delle manovre di rianimazione nei piani di trattamento di cure di emergenza.
In merito all’informazione sulla rianimazione è utile trasmettere il messaggio che la rianimazione può essere molto efficace ma non funziona per tutti, che è meno efficace quando le persone si avvicinano alla fine della loro vita (momento nel quale hanno problemi di salute sottostanti cronici) e che si tratta di un trattamento invasivo successivamente al quale i danni potrebbero non sempre superare i benefici.
I piani di trattamento delle cure di emergenza possono aiutare medici e infermieri a conoscere i desideri di un paziente. I pazienti e il pubblico in generale possono aiutare attraverso la riflessione sui loro obiettivi, valori e preferenze di trattamento, la partecipazione al processo decisionale condiviso parlando con il team clinico rispetto alle loro preferenze e la condivisione di informazioni sulle loro preferenze con familiari e amici.
La comunicazione può essere migliorata utilizzando strumenti di comunicazione basati su prove, video che aiutino nelle decisioni e facilitatori della comunicazione. In questo senso è necessario cercare informazioni su obiettivi, valori e preferenze di trattamento dei pazienti, essere chiari e onesti sullo stato del paziente e sulla prognosi, coinvolgere i pazienti e la famiglia in anticipo sui piani di assistenza, fornire l’opzione di supporto spirituale e rassicurare il non abbandono, il controllo dei sintomi e il supporto decisionale.
È improbabile che i benefici della rianimazione superino i danni in presenza di asistolia persistente nonostante una rianimazione avanzata di 20 minuti in assenza di causa reversibile, arresto cardiaco non testimoniato con iniziale ritmo non defibrillabile senza ROSC e grave comorbilità cronica e/o qualità di vita molto scarsa.
La rianimazione cardiopolmonare va sospesa o interrotta quando la rianimazione non può essere eseguita in sicurezza, l’asistolia è persistente nonostante una rianimazione avanzata di 20 minuti in assenza di causa reversibile, l’arresto cardiaco è non testimoniato con iniziale ritmo non defibrillabile e assenza di ROSC, sono presenti gravi comorbilità croniche o una qualità di vita molto scarsa, vi sia l’evidenza di lesioni mortali o segni di morte irreversibile, esistono disposizioni anticipate di non rianimazione e quando è improbabile che i benefici della rianimazione superino i danni.
La ricerca è essenziale per migliorare la pratica clinica e per migliorare la ricerca è necessario coinvolgere i pazienti e il pubblico nella progettazione, nell’erogazione e nella diffusione della ricerca. Le linee guida per la rianimazione si basano su un numero notevolmente inferiore di studi rispetto alle linee guida per eventi cardiovascolari acuti o per l’insufficienza cardiaca.
In questo senso è necessario coinvolgere i pazienti e il pubblico durante la progettazione, la condotta e l’interpretazione della ricerca, rispettando contemporaneamente la dignità e la privacy dei partecipanti alla ricerca. È necessario inoltre seguire le linee guida nazionali per condurre ricerche in caso di emergenza in cui la persona non ha capacità di interagire e fornire finanziamenti proporzionali al carico sociale causato dall’arresto cardiaco.
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