La professione infermieristica in cardiologia si trova a dover rispondere a specifici bisogni del paziente e a dover conoscere e gestire nuove tecnologie. Sono perciò requisiti fondamentali la professionalità, la capacità gestionale e relazionale e una solida competenza specialistica a tutto tondo.
Infermiere esperto in ambito cardiologico
L’agire professionale infermieristico si delinea oggi in un panorama sanitario ampio e complesso, condizionato da profondi cambiamenti a diversi livelli; l’infermiere ha modificato il proprio ruolo e le proprie funzioni, rendendoli sempre più dinamici e multidisciplinari.
Una delle specialità in cui questo processo è particolarmente evidente è la cardiologia che, negli ultimi anni, ha raggiunto uno straordinario sviluppo tecnologico con l’introduzione di metodiche e trattamenti che hanno profondamente cambiato la qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti cardiopatici.
La professione infermieristica in cardiologia si trova a dover rispondere a specifici bisogni del paziente e a dover conoscere e gestire nuove tecnologie. Sono perciò requisiti fondamentali la professionalità, la capacità gestionale e relazionale e una solida competenza specialistica a tutto tondo.
Questa competenza si attua in un contesto dove gli infermieri devono essere professionisti specializzati nell’assistenza del paziente cardiopatico cronico con multipatologia, del paziente critico ed instabile, del paziente sottoposto a procedure cardiologiche interventistiche e nella gestione della strumentazione elettromedicale specifica.
La specialistica cardiologica all’interno della quale l’infermiere svolge la propria professione si può suddividere in tre grandi macro aree, ognuna con le proprie caratteristiche specifiche:
- Utic - unità di terapia intensiva cardiologica
- post-intensiva
- ambulatorio
Esiste poi un ulteriore ambito in cui l’infermiere di cardiologia può svolgere la propria attività ed è quello della cardiologia interventistica (emodinamica, elettrofisiologia ed elettrostimolazione).
Infermiere in Utic
In questo ambiente ad elevata complessità, sia dal punto di vista assistenziale che tecnologico, il professionista infermiere deve rispondere ai bisogni di assistenza di pazienti instabili dal punto di vista emodinamico.
È quindi indispensabile conoscere a fondo la patologia di base per poter pianificare al meglio l’assistenza, al fine di prevenire le complicanze. Ciò implica anche una profonda conoscenza delle procedure interventistiche cardiologiche alle quali il paziente è stato o sarà sottoposto con carattere di urgenza: procedura di coronarografia ed angioplastica, pericardiocentesi, impianto di pacemaker temporaneo, cardioversione elettrica o farmacologica.
Inoltre il professionista infermiere deve conoscere e gestire tutte le attrezzature elettromedicali che circondano inevitabilmente un paziente di terapia intensiva: monitor, defibrillatori, pompe infusionali e a siringa, ventilatori/C-PAP, circuiti Va e Vieni, PM temporanei, contropulsatori aortici e strumenti per emodiafiltrazione (CVVHDF).
In riferimento alle apparecchiature elettromedicali, la responsabilità infermieristica è delineata anche dal contratto del Comparto della Sanità, in particolare dal capo V, art. 28 comma 3L, dove si specifica che il professionista deve aver cura dei beni strumentali a lui affidati per garantire la qualità del servizio erogato.
La formazione specifica e la conoscenza dei manuali d’uso e delle apparecchiature stesse è fondamentale per il professionista per evitare un uso improprio e pericoloso della strumentazione.
L’infermiere che si approccia alla terapia intensiva cardiologica svolge un periodo di affiancamento a personale esperto (di durata variabile a seconda delle diverse realtà aziendali).
Partecipa attivamente alle attività di formazione relative a: tecniche di monitoraggio emodinamico, tecniche di rianimazione (corsi BLSD e ALS), tecniche di effettuazione di procedure diagnostiche ed interventistiche (emodinamica ed elettrostimolazione).
Contemporaneamente alla formazione di tipo teorico c’è anche una formazione pratica, che prevede l’apprendimento dell’utilizzo e della gestione della strumentazione elettromedicale, in particolare il PM temporaneo, il contropulsatore e l’apparecchio per CVVHDF.
Queste particolari attrezzature sono quelle di più frequente utilizzo nel trattamento di pazienti emodinamicamente instabili, ma soprattutto sono quelle che l’infermiere deve sapere gestire in completa autonomia per garantire l’assistenza al paziente ricoverato in UTIC.
Per quanto riguarda il rapporto infermiere/paziente, non tutte le realtà sono uguali, ma il numero ideale richiesto è di 1:4 nelle terapie intensive. Quello che può fare la differenza è la disponibilità di personale a livello aziendale.
Infermiere di post-intensiva e reparto cardiologico
In questo ambiente le competenze richieste sono ancora più ampie, in quanto, oggi, il paziente che afferisce al reparto è sempre più complesso e presenta multi patologie. Non esiste più il paziente esclusivamente cardiopatico e l’infermiere deve imparare a relazionarsi con altri specialisti, come l’anestesista, il nefrologo, lo pneumologo, l’infettivologo.
L’attività infermieristica di reparto è principalmente rivolta a pazienti provenienti dalla terapia intensiva cardiologica, dalla cardiochirurgia e da altri reparti come le medicine o le geriatrie. Anche se sono pazienti cronici, vanno attentamente monitorati e seguiti poiché le condizioni potrebbero aggravarsi in qualsiasi momento, ed è qui che l’esperienza e le competenze specifiche di un infermiere di cardiologia possono fare la differenza.
Per l’inserimento in reparto l’infermiere in genere svolge un periodo di training di durata variabile a seconda dei contesti e del numero di pazienti. È affiancato da un tutor esperto e durante questo periodo partecipa ad attività di formazione sul campo e a percorsi formativi mirati all’apprendimento dell’assistenza specifica per la tipologia di paziente.
L’infermiere di cardiologia deve essere anche il punto di riferimento per percorsi educativi specifici per i pazienti cardiopatici. Deve essere in grado di fare attività di counseling, di fornire corrette informazioni per prevenire recidive di malattia (ove possibile) e a migliorare lo stile di vita.
Questo avviene grazie a percorsi di formazione specifici che possono essere attuati all’interno dell’azienda o possono essere intrapresi in modo individuale dal professionista. In alcune realtà l’infermiere può svolgere i turni lavorativi in entrambi i reparti di UTIC e post-intensiva.
Infermiere in ambulatorio cardiologico
L’inserimento all’interno dell’ambulatorio di cardiologia avviene sempre in affiancamento a personale esperto ed è di durata variabile a seconda del tipo di attività specifiche che si svolgono.
L’infermiere ambulatoriale, come attività principali, gestisce i contatti con i pazienti afferenti all’ambulatorio (attività di front office), pianifica l’attività di ambulatori specialistici (scompenso cardiaco, divisionale, controlli PM), pianifica e gestisce le richieste di attività diagnostiche afferenti all’ambulatorio (ecocardiografia, test da sforzo, ECG Holter).
In ambito ambulatoriale l’assistenza infermieristica è incentrata sull’aspetto educativo del paziente e sulle capacità relazionali e collaborative con i medici.
Infatti in molte delle attività svolte è necessaria una stretta collaborazione con la figura del medico affinché l’esame sia il più attendibile possibile. Ne sono chiari esempi:
- il test da sforzo, dove l’infermiere assiste il paziente durante l’esercizio in pedana (o sul cicloergometro) e rileva i valori pressori durante l’esame;
- l’ecocardiografia transesofagea, procedura invasiva dove il paziente viene blandamente sedato e l’infermiere collabora con il medico all’esecuzione dell’esame;
- il controllo pacemaker, dove l’infermiere, se adeguatamente formato, può effettuare l’interrogazione del dispositivo in completa autonomia;
- l’applicazione dell’Ecg secondo Holter che l’infermiere effettua in autonomia e della quale è responsabile.
Il futuro per l’infermiere di cardiologia
Le nuove tecnologie e gli importanti progressi in ambito cardiologico rappresentano una sfida per tutti gli operatori sanitari del settore; l’evoluzione delle conoscenze, le evidenze scientifiche e i mutamenti legislativi degli ultimi anni hanno influenzato la professione infermieristica indirizzandola verso ambiti sempre più specialistici.
L’infermiere di cardiologia è, e deve essere, un professionista serio, preparato sia dal punto di vista culturale che tecnico-scientifico con conoscenze specifiche, competenze ed abilità che gli permettano di operare in collaborazione con il medico cardiologo ed in autonomia in tutte le complesse indagini svolte in ambito cardiologico e rispondendo ai bisogni della persona.
Perciò si fa riferimento al termine “specialista”, intendendo il possesso da parte dei professionisti di competenze specialistiche che devono essere certificate e documentate, poiché questo è un processo di riconoscimento formale che dimostra che un infermiere ha raggiunto criteri predefiniti e standardizzati di conoscenza ed esperienza.
Si richiede al professionista la capacità di passare rapidamente da un ruolo di assistenza alla persona ad un ruolo tecnico, frutto di esperienza associata a conoscenze di base e post-base, (Legge 42/1999).
A fianco delle conoscenze teorico pratiche, fondamentale è l’aspetto educativo e relazionale del professionista, così come definito dal D. M. 739/94.
Il Codice deontologico dell’infermiere asserisce che alla base dell’operato del professionista ci devono essere conoscenze validate e costantemente aggiornate in modo attivo, positivo e propositivo
Questo sottolinea come una formazione infermieristica post base debba essere vista come lo strumento atto a fornire agli infermieri di assistenza generale delle conoscenze cliniche avanzate e capacità che permettano loro di fornire specifiche prestazioni infermieristiche.
monica pauletto
1 commenti
infermiera di elettrofisiologia
#1
ciao, sono un'infermiera che lavora da 18 anni in un laboratorio di elettrofisiologia di un ospedale di Torino.
mi e' molto dispiaciuto leggere un approfondimento sulle competenze dell'infermiere di emodinamica e non trovare nulla su quelle in elettrofisiologia !!! forse e' una branca meno conosciuta ma altrettanto significativa della cardiologia interventistica.
grazie