Nell’ambito delle celebrazioni la Fnopo rimarca l’importanza dell'assistenza sul territorio ed il contributo delle Ostetriche sarà un valore aggiunto oltre che una sfida ambiziosa dell’intero Sistema Salute
. Il messaggio della giornata internazionale dell’Ostetrica 2022 è “Cento anni di progresso” per omaggiare la nascita della Confederazione internazionale ostetriche (ICM).
5 maggio, FNOPO: cure ostetriche garanzia buoni esiti di salute delle donne
Ricorre oggi, 5 maggio, la Giornata internazionale dell’ostetrica che esordì nel 1991. Sono oltre trent’anni, dunque, che la ricorrenza viene osservata in più di 50 nazioni in tutto il mondo.
Non fa eccezione l’Italia, dove la Federazione nazionale degli ordini della professione di ostetrica (Fnopo) vive, come ogni anno, questa ricorrenza con molto orgoglio e con la consapevolezza di quanto sia importante, ancora oggi, ricordare quanto siano determinanti in tutto il mondo le cure ostetriche per raggiungere e garantire i migliori esiti di salute delle donne, dei nascituri e delle famiglie.
Una affermazione che, come sottolinea la stessa ICM, si basa su un fatto globalmente inequivocabile: lì, dove sono state implementate le risorse in ostetricia, investendo sulle ostetriche, sono stati favoriti i migliori esiti di salute con una ricaduta positiva sulle famiglie e sulle comunità in ogni parte del mondo
, afferma il Comitato Centrale della Federazione Nazionale della Professione di Ostetrica/o.
In questi ultimi due anni - scrive in una nota la presidente FNOPO, Silvia Vaccari - segnati dal grave fenomeno della pandemia da Covid19, sostenere il ruolo dell’ostetrica/o nella presa in carico della donna ha significato dimostrare, ancora una volta, la specificità e la peculiarità delle cure che non possono essere delegate ad altre professioni sanitarie e che, grazie alla collaborazione multiprofessionale e multidisciplinare, consente alle donne di avere la miglior assistenza possibile - spiegano i vertici della professione ostetrica.
Le sfide che la professione deve affrontare sono tante, diverse e spesso non nuove: dalla denatalità sempre più inarrestabile, alla diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili, la promozione di sani stili di vita, sessualità e genitorialità responsabili, alle problematiche legate alla sempre più elevata longevità della popolazione femminile. Per affrontarle le ostetriche/i continuano a mettere in campo le loro competenze e la loro professionalità, ma chiedono anche il giusto riconoscimento, il rispetto e la valorizzazione che meritano.
La criticità pandemica continua ad avere una forte influenza sulla pianificazione dei percorsi diagnostici, terapeutici ed assistenziali nell'area ostetrica, ginecologica e neonatale, ma non ha ostacolato l'impegno, la dedizione e la resilienza dell'ostetrica che opera con competenza, accompagnando la donna nei percorsi assistenziali anche nella procreazione medicalmente assistita, nel promuovere una procreazione responsabile, nel prendersi cura del percorso nascita a basso rischio e nell’attivarsi con strategie mirate a contrastare la forte denatalità
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L’assistenza sul territorio ed il contributo delle Ostetriche sarà un valore aggiunto oltre che una sfida ambiziosa dell’intero Sistema Salute in cui le Ostetriche da sempre rivestono un ruolo privilegiato sia nei Consultori Familiari, nelle case della Salute, nell’assistenza Libero Professionale; solo individuando i bisogni e dando loro risposte adeguate che si può migliorare la qualità di vita e di salute delle donne, le quali troppo spesso affrontano con un profondo senso di solitudine il percorso di prevenzione cura e riabilitazione, anteponendo sempre ai proprio bisogni quelli della famiglia
, conclude Vaccari.
Ostetriche, ad oggi ne mancano 900mila
Nell’ambito della Giornata Internazionale delle Ostetriche del 2021 era stato lanciato l’allarme: l’assistenza provvista dall’ostetrica/o con risorse complete entro il 2035 potrebbe evitare il 67% delle morti materne, il 64% delle morti neonatali e il 65% dei nati morti. E ancora, potrebbe salvare circa 4,3 milioni di vite ogni anno. Il mondo, infatti, sta affrontando una carenza di 900.000 professionisti.
La crisi pandemica – che avrebbe dovuto far comprendere l’importanza di implementare politiche e di realizzare investimenti per fornire sostegno e protezioni migliori – ha soltanto inasprito queste problematiche. Rispetto all’ultimo rapporto sullo stato dell’ostetricia mondiale (2014), i progressi sono ancora troppo lenti; si stima che la situazione avrà un leggero migliorante entro il 2030.
Condurre maggiori investimenti nella formazione, nella fornitura di servizi guidati di professionisti troppo spesso sottostimati nel loro ruolo – che ogni giorno lavorano nei setting assistenziali ospedalieri, territoriali, pubblici, privati e come liberi professionisti – affinché possano esprimere, ancora di più, il loro potenziale. In primis, per contribuire a una migliore salute, all’uguaglianza di genere, allo sviluppo economico.
Dunque, una politica sanitaria più inclusiva a livello internazionale, come spiega Natalia Kanem, direttore esecutivo dell’Unfpa: Il rapporto sullo stato dell’ostetricia mondiale lancia l’allarme: il mondo ha impellente necessità di 1,1 milioni di operatori sanitari in più per fornire assistenza sanitaria sessuale, riproduttiva, materna, neonatale e adolescenziale, e l’80% di questi operatori sanitari essenziali mancanti sono del comparto ostetrico
. Di fatto, un professionista capace e ben addestrato può avere un grande impatto sulle donne in gravidanza e sulle loro famiglie, un impatto spesso trasmesso da una generazione all’altra
, prosegue.
Sulla stessa scia la Fnopo che aveva chiesto al governo Draghi di inserire anche le ostetriche tra i professionisti vaccinatori potenziando così il piano vaccinale), convinta che prestare attenzione a questi dati significa programmare e attuare politiche sanitarie e di welfare appropriate e sicure, mediante un maggiore investimento sulla professione ostetrica per il suo ruolo strategico
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