Il nuovo stanziamento di risorse per la sanità, contenuto nel provvedimento del Governo, il cosiddetto “Decreto Rilancio”, per complessivi 3,2 miliardi di euro è di certo una buona notizia, ma si faccia attenzione a non guardare solo all’emergenza senza mettere in campo, invece, azioni di lungo periodo per un reale rinnovamento strutturale della sanità e del comparto. Oggi più che mai alla politica si chiede lungimiranza e soprattutto equità di riconoscimento e di valorizzazione di tutte le professioni sanitarie e sociosanitarie di cui alla legge 3/2018, ognuna per la sua specificità
. È quanto affermano le componenti del Comitato centrale della Federazione Nazionale degli Ordini della Federazione di Ostetrica.
Decreto Rilancio, Fnopo: necessario incrementare personale ostetrico
L’emergenza Covid - prosegue la Fnopo in una nota - ha dimostrato che la sanità italiana, seppur tra le migliori, necessita di riforme serie, capaci di rispondere alle moderne sfide e alla mutevole e diversificata domanda di salute, in chiave di sostenibilità e superamento delle contraddizioni esistenti tra le varie regioni, anche grazie al rafforzamento degli atti d’indirizzo centralizzati e investimenti in particolare sul patrimonio professionale, appropriatamente collocato nello specifico ambito di competenza
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Occorre – rimarca la Fnopo - avviare il superamento dei sistemi organizzativi, attualmente imperniati sull’erogazione delle prestazioni e sulla centralità dell’ospedale come luogo di cure, e puntare di più sui percorsi di presa in carico e la Medicina d’iniziativa e di prossimità.
L’attuale momento di crisi deve rappresentare l’opportunità per affrontare in modo sistemico le difficoltà attuali del mondo della sanità, pianificando al meglio la salute del futuro, altrimenti si rischia di agire sull’emergenza per tappare solo temporaneamente buchi, lasciando cronicizzare problemi di fondo
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A causa del costante impoverimento di personale ostetrico nei servizi territoriali e nei punti nascita, che rispondono ancora a vecchie logiche organizzative, la sanità del nostro Paese non risponde al meglio ai bisogni delle donne, in particolare durante la maternità. Lo dicono gli indicatori usati come metro internazionale quale la percentuale di Taglio cesareo primario, per il quale l’Italia è maglia nera in Europa e lo denuncia anche l’Eurostat che, nella sua ultima indagine, fotografa la grave carenza di personale ostetrico nel nostro Paese
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Come emerge dai dati – specificano le ostetriche -, nel 2019 nell’Unione europea sono stati calcolati 4,45 milioni di infermieri e ostetriche, ovvero circa 500 mila in più rispetto al 2011. Dei Paesi attenzionati, l’Italia si colloca purtroppo al 15 posto, con un aumento di soli 15mila professionisti nel periodo preso in esame, a fronte invece di nazioni quali la Germania e la Francia dove il numero dei professionisti è aumentato rispettivamente di 147.000 e 125.000 unità
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Nonostante il dato indifferenziato tra le due categorie, da una analisi osservazionale, emerge che nel nostro Paese, dei 15mila professionisti indicati, nemmeno il 5% sono ostetriche - spiegano i vertici nazionali della categoria- Da qui, l’incapacità del sistema sanitario di rispondere adeguatamente ai bisogni della maternità e di salute delle donne
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Per questo è necessario incrementare il personale ostetrico se si vuole continuare a garantire, in tutti gli ambiti di competenza, sicurezza e appropriatezza delle cure alle donne e ai nascituri
, afferma la presidente della Fnopo, Maria Vicario.
L’epidemia da Covid-19 ha insegnato che non è più possibile attendere per implementare nuovi modelli organizzativi sia ospedalieri sia territoriali, con l’implementazione della rete dei servizi per riservare alle effettive necessità il ricorso all’ospedalizzazione.
L’implementazione di modelli – sottolineano le dirigenti Fnopo – deve essere realizzata di concerto con il Ministero della Salute e in particolare con le Regioni, che dovrebbero elaborare il fabbisogno formativo del personale ostetrico sulla base dei nuovi bisogni di salute. La Federazione nazionale, quale ente sussidiario dello Stato a tutela delle iscritte e degli iscritti nonché a promozione e tutela della salute della donna e del nascituro, ha individuato nel “Manifesto per la professione ostetrica e per la tutela della salute della donna e della famiglia” punti programmatici ben precisi che porta avanti e sui quali da tempo chiede un incontro – confronto con le istituzioni interessate
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Inoltre, sulla base dei dati forniti dalle Regioni sul fabbisogno formativo per la professione ostetrica per l’a.a. 2020.2021, la Federazione ha chiesto al presidente della Conferenza Stato regioni e ai governatori regionali l’attivazione dei tavoli permanenti regionali con gli ordini provinciali e interprovinciali, e del tavolo permanente nazionale entrambi previsti dal Protocollo d’intesa tra la Fnopo la CSR e delle Province autonome di Trento e Bolzano.
Tavoli permanenti regionali e nazionale ai quali rappresentare le esigenze del personale ostetrico dei SSN SSR e l’applicazione delle linee di indirizzo per la definizione e l’organizzazione dell’assistenza in autonomia da parte delle ostetriche alle gravidanze a basso rischio ostetrico (BRO) emanate, nel 2017, dal Ministero della salute
, conclude la presidente nazionale Maria Vicario.
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