Riconoscere gli oss nell’area delle professioni socio sanitarie nel nuovo contratto di lavoro e di conseguenza aumentarne la retribuzione. “Ma attenzione che non si riveli un gioco a rimetterci, una vera e propria rapina a volto scoperto”. L’allarme arriva da Giuseppe Midiri, del coordinamento nazionale del sindacato generale di base degli oss e fondatore del sito internet operatoresociosanitario.net.
L’oss non è più un tecnico, ma occhio alle fasce retributive
Il chiarimento va fatto e vanno prese in considerazioni diverse variabili. Di certo, diciamolo, non c’è ancora nulla. Ma con il rinnovo del contratto del pubblico impiego comparto sanità, gli oss finalmente usciranno dall’angoletto dei tecnici per assumere pieno ruolo nelle professioni socio sanitarie.
Midiri, a che punto siamo del processo?
Ancora non c’è nulla di definitivo. Ma i tempi sono maturi perché si faccia la sintesi dei punti di forza e delle criticità che ha visto l’oss in questi 20 anni. E soprattutto siamo felici che finalmente si arrivi, nell’ottica del rinnovo contrattuale, a un nuovo profilo professionale. Non ci stiamo inventando niente. Già la strada era stata tracciata dalle regioni guida Lombardia e Piemonte. Adesso siamo al punto di svolta, con ritardi biblici. Ma meglio tardi che mai
.
Cosa cambia in pratica per l’oss?
Finora il profilo dell’oss non era stato ancora messo a fuoco. Si prevede tutto e il contrario di tutto: dall’uso degli apparecchi medicali all’aiuto o somministrazione della terapia, andando a creare disagi a oss e a infermieri nella quotidianità del processo assistenziale. È quanto andiamo predicando da almeno 15 anni. La campagna “Oss: operatore scopa e siringa” è una provocazione lanciata intorno al 2005. Non è normale che l’oss passi dalle pulizie ambientali alla terapia, con abuso della professione infermieristica. Adesso lo scenario dovrebbe cambiare. Si riconosce che l’operatore socio sanitario non può più stare nell’area tecnica. Si è finalmente trovato il filone giusto e con Proia lo stiamo portando avanti a livello contrattuale
.
Ma nel concreto quali sono i cambiamenti?
Quello che cambia nel concreto lo vedremo poi con le attuazioni. Le aziende non cambieranno dalla sera alla mattina. Basti pensare che ad oggi gli infermieri fanno ancora il giro letti e l’argomento del giorno è il demansionamento. Quindi non pensiamo che l’oss avrà uno stravolgimento delle proprie mansioni. Uscirà dall’area tecnica, non sarà più assimilato all’elettricista che cambia lampadina in corsia, ma finalmente avrà il giusto riconoscimento nell’équipe sanitaria. Poi se il governo metterà sul tavolo anche una cifra adeguata, e non i 300 milioni di euro, allora le cose potranno cambiare anche a livello retributivo
.
Retribuzione, appunto, ma gli oss prenderanno di più in busta paga o rischia di essere un bellissimo castello di sabbia? E poi, se così fosse, non andrebbero a prendere più degli infermieri?
Non essendo più un tecnico, coerenza vorrebbe che l’oss passasse automaticamente dalla fascia B alla fascia C, che era quella degli infermieri generici che ormai si stanno esaurendo. Il passaggio però rischia di avvenire annullando tutti i livelli economici. Perciò un oss con vent’anni di anzianità e che ormai si trova in Bs5 e già prende più di un infermiere neoassunto, in D0, rischia di andare a prendere meno alla fine del mese
.
Portare gli oss in fascia C e azzerare i livelli economici rischia di essere controproducente. Una rapina a volto scoperto
C’è poi un altro tecnicismo da tener presente. Adesso, con la retribuzione attuale l’oss beneficia degli 80 euro di Renzi. Che succede se passa in fascia C? Che perde i requisiti per ottenere gli 80 euro di Renzi. Perciò si aggiunge da una parte per togliere da un’altra. In pratica l’incentivo guadagnato verrebbe azzerato da questa operazione. Insomma, senza tener conto di questi fattori si rischia di fare dei danni
.
Che fare allora?
Noi stiamo alla finestra, perché non sediamo ai tavoli importanti. Ma vogliamo far presente queste problematiche. Va bene l’avanzamento, la professione e il riconoscimento, ma che non sia un gioco a rimetterci! Ci vuole prudenza e ponderare la questione nella sua totalità
.
Gli infermieri generici, sono una figura in via d’esaurimento, ma non potrebbero avere delle rimostranze?
Quelli rimasti hanno 55-60 anni. Adesso per loro auspichiamo solo lo scivolamento verso la pensione con l’Ape sociale. Non avrebbero più nulla da pretendere. La vera paura? È che poi alla fine non cambi nulla
.
E per la formazione, cosa cambia?
Noi avevamo visto con favore l’idea della Regione Lombardia che prevedeva l’accesso ai corsi oss solo previo diploma di maturità. Ma anche lì bisogna stare attenti, perché si era rivelato un bypass in barba alla normativa
.
Perché?
Perché se sei già osa puoi riqualificarti in oss e chi ha la terza media può fare il corso da osa. Quindi così una persona con la terza media si fa il corso da osa e poi si riqualifica in oss, il tutto senza diploma e pagando due corsi regionali. Noi vogliamo superare tutto questo. Di certo non è più ammissibile che il medico sia laureato, l’infermiere sia laureato e l’oss abbia la licenza media. Siamo per innalzare l’asticella, andare oltre a questa guerra tra poveri. Ricordiamoci sempre che l’oss non è a supporto dell’infermiere, ma a supporto all’intero processo di assistenza infermieristico, cioè al paziente
.
E la responsabilità poi chi se la prende?
Anche l’oss si dovrà assumere la sua responsabilità, con consapevolezza e preparazione di quello che si trova a fare
.
fabio1979
14 commenti
Paolo1653
#5
prenditi una laurea se vuoi essere trattato come i Laureati. datti pace. questa è la vita