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Operatori Socio Sanitari

Oss “infermierino” o “super specializzato”, il no del Migep

di Redazione Roma

La Federazione delle professioni sanitarie e socio sanitarie esprime la sua preoccupazione sull’iniziativa della Regione Veneto di istituire un iter di formazione Oss per sopperire alla carenza di infermieri e della Regione Puglia di determinare una figura “super specializzata”.

L'appello Migep a Fnopi e Opi di Veneto e Puglia

Da nord a sud Italia le funzioni, il ruolo e le responsabilità – chiari e basilari – dell’operatore socio sanitario nell’ambito dell’assistenza non risultano sempre circoscritti in modo corretto. Da qui, la necessità di chiarimenti.

È quanto ha fatto la Federazione Migep – attraverso una lettera aperta – esprimendo il proprio malcontento nei confronti dell’iniziativa della Regione Veneto che, mediante la delibera n. 305 del 16 marzo 2021 che – su proposta dell’assessore alla Sanità e ai Servizi sociali, Manuela Lanzarin – istituisce un percorso di “Formazione complementare in assistenza sanitaria” (di complessive 400 ore nelle differenti discipline e nei tirocini svolti presso le aziende sanitarie e ospedaliere venete) destinato prioritariamente agli oss già formati e al lavoro all’interno di strutture territoriali per anziani e disabili.

Un iter che intende costituire la formazione oss “infermierino” per sopperire alla carenza del personale con ampliamento di competenze fino a invadere le funzioni dell’infermiere. Lo riteniamo lesivo perché verrà istituito OSS di serie A e OSS di serie B, le parole del Migep.

Lanzarin, da parte sua, aveva così motivato: L’accresciuta esigenza di personale da destinare all’assistenza sanitaria, imposta dalla pandemia nell’ambito della residenzialità e semiresidenzialità per anziani non è risolvibile con solo personale infermieristico. Questa delibera regionale offre anche nuove prospettive formative per gli Oss che già hanno specifici requisiti di esperienza.

Scendendo lo stivale, la Federazione Migep rimarca con preoccupazione la presa di posizione della Regione Puglia che – nel corso delle audizioni in terza Commissione presieduta da Mauro Vizzino – ha approvato la proposta di legge che intende determinare l’operatore socio sanitario “super specializzato”, con l’obiettivo di sopperire alla carenza di personale infermieristico.

La soluzione non può essere la formazione di OSS specializzato al quale viene richiesta maggior responsabilità a fronte di trattamenti economici non adeguati

Tema di fondo: le difficoltà in tal senso, delle Residenze sanitarie assistenziali e di tutte le strutture socio sanitarie in genere. Intervento di netta opposizione, in questo senso, da parte degli Opi pugliesi: Gli Oss non possono svolgere funzioni infermieristiche in sostituzione agli infermieri né possono attuare – senza la presenza di infermieri –, attività semplici a caratura sanitaria loro consentita dall’ordinamento, anche in possesso di ulteriore formazione integrativa poiché incorrerebbero nel reato di esercizio abusivo di professione sanitaria.

In entrambi casi (Veneto e Puglia) il Migep si dichiara in completo disaccordo con le iniziative intraprese (si tratta di logiche che distruggono sia la professione infermieristica, sia l’operatore socio sanitario, che gli infermieri generici che oggi combattono per avere una maggior tutela e riconoscimento della professione), rimarcando la profonda incidenza del ruolo dell’Oss che da oltre un anno è in prima linea affianco all’infermiere, ragione per cui gli va ascritto un riconoscimento, senza tralasciare che per diventare infermiere si deve intraprendere un percorso universitario, che poi si conclude con una laurea e non dopo un corso di poche ore per fare diventare l’oss “infermierino”.

Di più. La Federazione delle professioni sanitarie e socio sanitarie chiede, con urgenza, l’intervento della Fnopi – auspicando che prenda posizione e blocchi le iniziative intraprese dalle Regioni –, dell’Opi del Veneto e della Puglia poiché abbiamo a cuore sia l’utenza sia lo stesso operatore, e chiediamo di far revocare queste proposte che pongono quest’ultimo – già costretto a turni massacranti che mettono a repentaglio tanto la sua sicurezza quanto quella del paziente – in abuso di professione.

Prosegue la lettera: Con la legge n. 42 del 26 febbraio 1999 è stata abolita la figura dell’infermiere generico, oggi si potrebbe dare dignità a questa figura, poiché fu un grande errore averla tolta dall’elenco delle professioni sanitarie. Migep spera fortemente in una ripartenza da un’assistenza garantita nonché organizzata partendo da una logica concreta che consenta di creare un’assistenza di qualità e far crescere l’oss con una tutela. La soluzione a tale problema non può essere la formazione di oss specializzato al quale viene richiesta maggior responsabilità a fronte di trattamenti economici non adeguati.

Giornalista

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