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Campania

Napoli, nel carcere di Poggioreale è emergenza Oss

di Redazione Roma

Il Partito Radicale fa sapere che durante la sua ultima visita nel penitenziario, condotta dal segretario Maurizio Turco e del tesoriere Irene Testa, la direzione e l’amministrazione hanno ammesso di avere un estremo bisogno di tali risorse. Oggi nella struttura sono disponibili soltanto 30 operatori per 2mila detenuti.

Personale sanitario altamente insufficiente nel penitenziario di Napoli

Nella casa circondariale di Poggioreale a Napoli è allarme carenza Oss. Basti pensare che ci sono 30 operatori per 2mila detenuti. Ma il problema delle risorse da impiegare è molto più ampio, ragione per cui si è in fremente attesta della stabilizzazione dei 1.500 Oss assunti dalla Protezione civile attraverso l’ordinanza n. 665 del 22 aprile 2020 (“Ulteriori interventi urgenti di Protezione civile in relazione all’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”).

Mille operatori socio sanitari dovrebbero essere impiegati all’interno delle carceri, 500 nelle Rsa. A questo proposito Maurizio Turco e Irene Testa, ovvero il segretario e il tesoriere del Partito Radicale, hanno chiesto (e ottenuto) un incontro con il ministro di Grazia e Giustizia, Marta Cartabia.

Spiega Testa: Da mesi portiamo avanti questa battaglia poiché il tema è basilare e, in parallelo, grottesco: è possibile che la burocrazia impedisca allo Stato di assumere risorse che sarebbero fondamentali per garantire un minimo il diritto alla salute ai detenuti?

Dunque, nelle carceri napoletane e – a più ampio raggio – in quelle della Campania, gli Oss occorrono con urgenza. Nel corso della nostra ultima visita condotta nel carcere di Poggioreale – prosegue Testa – la direzione e l’amministrazione del penitenziario hanno chiaramente ammesso di avere un estremo bisogno di tali risorse. In particolare, nella casa circondariale ci sono oltre 2mila detenuti. Nell’ambito sanitario gli operatori sono 40, ma una decina di loro è risultata positiva al Covid. Di conseguenza nella struttura sono stati disponibili solo 30 sanitari per 2mila detenuti. Aumento dei contagi tra i sanitari e una proporzione che induce a più di un’amara riflessione.

Poco tempo fa le istituzioni, con l’ordinanza n. 892 del 16 maggio 2022 (“Ordinanza di protezione civile finalizzata a consentire il progressivo rientro in ordinario delle misure di contrasto alla pandemia da Covid-19 di competenza delle Regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano e degli enti locali regolate con ordinanze di Protezione civile in ambito organizzativo, operativo e logistico durante la vigenza dello stato di emergenza”) hanno approvato una proroga: gli operatori socio sanitari possono essere impiegati fino al 31 dicembre 2022. Una norma, però, che non ha mai trovato realizzazione concreta.

Nei confronti dei 1.500 Oss sopracitati sono stati messi a disposizione fondi per un valore di 7.800.000 euro. Eppure, il loro sistema di retribuzione è stato decisamente al di sotto delle aspettative, come fa notare ancora Testa. A questi operatori è stato riconosciuto un contributo giornaliero di 100 euro. Cifra giustificata come “compenso solidale e forfettario”. Una prassi incredibile: è come se fossero stati assunti in modo volontario.

Giornalista

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