Nurse24.it
acquista il libro

veneto

Carenza infermieri, a Padova fa capolino l'Oss strumentista

di Redazione

La grave carenza di infermieri che affligge il Veneto – ne mancano circa 3.000 secondo i dati del Nursind – sta spingendo le strutture sanitarie a cercare soluzioni alternative. Tra queste, l’Azienda ospedaliera di Padova ha avanzato la proposta di formare operatori sociosanitari (Oss) per il ruolo di strumentisti di sala operatoria, una mossa che ha suscitato immediate proteste tra gli infermieri e i sindacati.

Polemica in Veneto per l'Oss strumentista. Opi: tuteleremo la professione

Oss strumentisti: I Presidenti Opi del Veneto stanno ponendo seria attenzione a quanto presentato, riservandosi di porre in essere ogni iniziativa ritenuta utile per tutelare la professione infermieristica.

Gli Oss non sono professionisti sanitari e non possono sostituire gli infermieri, che hanno una formazione universitaria specifica, denuncia Luigi Pais dei Mori, presidente del Coordinamento regionale degli Ordini degli Infermieri.

In una nota congiunta firmata dai presidenti provinciali, Pais dei Mori evidenzia le criticità del progetto:

Seguiamo la vicenda dal 18 settembre 2023, data della prima riunione con i vertici aziendali, e siamo totalmente contrari. Durante il secondo incontro del 23 dicembre 2024, abbiamo ribadito la nostra posizione, sollevando dubbi di legittimità e responsabilità professionale. Se il piano verrà portato avanti, agiremo per vie legali.

Il progetto prevede un corso di formazione volontaria di 450 ore, ma il fronte del “no” è ampio e include anche i sindacati Uil e Cisl. Con due lettere inviate l’8 dicembre 2024 e il 16 gennaio 2025, Luigi Spada (Uil), che è anche Oss, e Achille Pagliaro (Cisl) hanno espresso forte preoccupazione e allarme.

La proposta solleva criticità normative, contrattuali e formative. Gli Oss non possiedono le competenze necessarie per operare come strumentisti in sala operatoria, e assegnare loro tale compito potrebbe compromettere la sicurezza dei pazienti e dei lavoratori stessi, si legge nei documenti inviati al direttore sanitario Michele Tessarin e al direttore del Servizio professioni sanitarie, Mario Degan, promotore dell’iniziativa.

I sindacati e gli Ordini degli Infermieri hanno chiesto formalmente all’Azienda di interrompere qualsiasi attività legata alla formazione degli Oss in questa direzione. Un nuovo incontro tra le parti è stato fissato per il 28 gennaio.

Io stesso, come Oss, non mi sentirei in grado di sostituire un infermiere di sala operatoria – confessa Spada –. Ogni figura professionale ha un proprio ruolo e competenze specifiche. Rispondere alla carenza di infermieri penalizzando questi ultimi sarebbe un errore.

La replica dell'Azienda

Dal canto suo, l’Azienda ospedaliera difende la proposta. In una nota ufficiale, afferma: Le Direzioni sanitaria e delle professioni sanitarie stanno valutando soluzioni organizzative innovative per affrontare le criticità del sistema sanitario e le sfide future. Si punta alla valorizzazione di tutte le figure professionali – medici, infermieri e Oss – in un contesto complesso come quello delle sale operatorie.

L’Azienda critica le posizioni di contrasto, sottolineando la necessità di superare i pregiudizi e sperimentare nuovi modelli organizzativi. Tuttavia, il clima rimane teso, con gli infermieri e i sindacati fermi nella loro opposizione al progetto, che considerano un rischio per la sicurezza e la qualità delle cure.

Commento (0)