Il fenomeno della violenza sulle donne è un problema sociale e di salute pubblica che deve coinvolgere il personale sanitario, perché è vero che di fronte alla violenza sessuale (e no) si é impotenti, ma è pur vero che si può fornire un'assistenza e un aiuto il migliore possibile per le vittime.
Si stima che siano circa 250 le donne che ogni giorno subiscono aggressioni fisiche.Purtroppo solo in poche città italiane esistono strutture sanitarie o centri pubblici con personale in grado di fornire un primo soccorso competente, rispettoso dell’autonomia delle donne.
Il numero di vittime che si rivolge al Pronto soccorso è nettamente superiore a quello delle donne che si recano alla Polizia, ai consultori, ai centri antiviolenza, ai servizi sociali e ai servizi messi a disposizione dal volontariato. EPPURE non fosse altro per l’elevata componente femminile della professione infermieristica, l’infermiere non sempre è consapevole della propria responsabilità giuridica e deontologica nei confronti della donna maltrattata.
Davanti ad una vittima di abusi l’infermiere dovrebbe agire su numerosi livelli di competenza, sia da un punto di vista delle abilità e conoscenze professionali sia da quello psicologico. Succede, invece che queste donne vengano trattate con indifferenza o anche con arroganza; in questo senso, la donna vittima di violenza si ritrova a dover subire nei contesti istituzionali un’altra violenza, ossia un modo di operare che non pone al centro il senso di sicurezza e di integrità della persona..
All’atto del “triage” l’infermiere, che ravvede nella vittima imbarazzo o reticenza nel riferire la causa delle lesioni, dovrebbe isolarla in ambiente tranquillo ed appartato, evitare toni inquisitori ed in caso di lesioni riconoscibili di carattere violento, affrontare con tatto e fare domande indirette sull’argomento.
Se invece dovesse essere la donna a riferire chiaramente l’episodio, l'infermiere dovrebbe informarla dei suoi diritti e dei rischi che possono derivare dal non provare a modificare la propria situazione. Si può eventualmente indirizzare la vittima verso una'associazione di aiuto.
Mai dare l’idea di essere frettolosi o emettere dei giudizi sulla persona (questo non dovrebbe accadere per nessun paziente).
Certo è che, affrontare situazioni così delicate e complesse senza un minimo di preparazione è cosa difficile. Per questo è utile prevedere corsi specifici che coinvolgano tutte le figure coinvolte, approntare una modulistica adeguata e preparare delle procedure che possano realmente essere applicate sul campo.
La pecularitá dell'infermiere è l'assistenza infermieristica e assistere deriva dal latino adsistere: "stare vicino" !
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?