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Testimonianze

Natale, rosso come sangue

di Monica Vaccaretti

Sangue. C'è bisogno di sangue, donalo. Recita così il roll-up dell'Avis. Mi soffermo sovrappensiero sul cartellone mentre aspetto che le porte del Laboratorio Analisi si aprano di buon'ora anche stamattina. Sangue, straordinario tessuto fluido che ci scorre nelle vene e che, circolando, ci ossigena, ci nutre e ci dona la vita. Ci si svena, talvolta, a donare a qualcun altro non tanto il sangue quanto piuttosto il cuore, il tempo, l'energia. Se qualcosa ci appassiona, il sangue si fa più buono. E se, come si dice, il sangue non è acqua e il buon sangue non mente, ci sono valori e virtù che forse si trasmettono quasi geneticamente dai padri ai figli attraverso questo liquido più o meno scuro. La mia riflessione, quasi un'elegia sanguigna, viene interrotta dal primo paziente, il più mattutino. Me lo ritrovo già seduto sulla poltroncina verde della mia postazione e mi porge un po' a disagio il suo numero di prenotazione. Lascio perdere la mia vena poetica e mi concentro sul prelievo ematico.

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