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Martina e la delusione dei concorsi sempre più assurdi

di Redazione

Sono presa da uno sconforto atroce in merito alla professione infermieristica, una professione che amo e che purtroppo sto arrivando a pensare non faccia per me. Martina non è delusa del lavoro da infermiera, ma del sistema che la spinge a fare sempre più concorsi per migliorare la propria posizione. Ma purtroppo non ce la fa e allora si chiede: Siamo sbagliati noi o questo assurdo sistema a concorsi?

Martina: Basta con questo assurdo sistema dei concorsi!

lacrime

All'università sono sempre andata molto bene, non ero tipa da 30 e lode, per carità, mi tocca ammetterlo. Mi è sempre interessato capire ciò che stavo studiando, quindi non ero portata per lo studio mnemonico, ma la preparazione, la passione, l'intelligenza e il pensiero critico non sono mai mancati. E non lo dico per scarsa modestia, ma perché di stima ne ho ricevuta, ne ho e ne ho provata. Stima da parte di professori, tutor e da quelli che oggi sono miei colleghi, ma che un tempo erano miei infermieri affiancatori. Mi sono laureata nel 2013, con una proposta di collaborazione alla didattica ricevuta in sede di laurea e rinnovata per due anni.

Per poter svolgere la nostra professione ho dovuto aprire la partita Iva e oggi mi trovo a lavorare in una casa di cura per anziani: realtà in cui la professione infermieristica spesso viene considerata inferiore ad altre professioni equipollenti, nonostante il rapporto infermiere/paziente sia di 1 a 60 e nonostante quindi la responsabilità sia altissima.

Con il tempo ho imparato ad amare gli anziani ai quali presto assistenza che ad amare il lavoro che svolgo nonostante tutto, nonostante le difficoltà e nonostante la carenza di risorse. Vorrei però avere la possibilità di crescere. E per poterlo fare mi ritrovo a iscrivermi a concorsi di cui non riesco a passare neanche la selezione.

E, mentre tutti sono felici della pubblicazione di nuovi concorsi, a me viene da piangere. Sono arrivata al punto di pensare di non essere abbastanza forte per poter fare l'infermiera e a valutare proposte lavorative in ambiti completamente diversi. Allora mi chiedo:

Siamo sbagliati noi o è sbagliato questo assurdo sistema a concorsi dove sei un numero tra migliaia?

Quanti bravi infermieri se ne andranno o cambieranno mestiere per via di questo assurdo sistema di reclutamento? Ricordo come i nostri docenti contassero su di noi, le nuove generazioni di infermieri, per abolire il mansionario latente nei reparti e per far sì che prevalesse l'autonomia acquisita con titoli di studio. Ma oggi quello che vedo, sulla mia pelle e su quella di colleghi che conosco, è disillusione nonché la sensazione di aver sbagliato percorso di studi.

Non perché non si provi più passione per la professione, ma perché non ci si sente mai abbastanza intelligenti o preparati per poter essere infermieri. Quando finirà tutto questo?

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