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Infermiera

Il lavoratore che diventa genitore è un peso per l'azienda

di Redazione

Studiare, lavorare da precaria per anni ed ottenere l’agognato posto fisso dopo anni di fatiche. Nel frattempo diventare mamma e vedersi negati dei diritti fondamentali. Una collega infermiera ci racconta la sua storia, ma preferisce restare anonima, perché ho paura di eventuali ripercussioni.

Infermiera e mamma, per l’azienda sono solo un peso

Sono infermiera dal 2007 e fino al 2015 sono stata un’infermiera precaria.

Poi finalmente sono riuscita ad ottenere un contratto a tempo indeterminato, ma nonostante questo mi vedo ancora negati alcuni diritti fondamentali.

Voglio portare alla luce una situazione di discriminazione che mi è capitata poco tempo fa riguardo il mio status di madre in periodo di allattamento. Lo farò però in forma anonima, perché, lo ammetto: ho paura di eventuali ripercussioni. Ecco come siamo messi, imbavagliati per paura.

Conciliare la vita lavorativa e quella di mamma non è cosa per tutti.

Dopo la laurea in Infermieristica e aver passato quasi 8 anni di precariato, finalmente ottengo il ruolo, accettando un incarico a 300km da casa.

Dopo un anno dal mio incarico scopro di essere incinta e a quel punto la sede di lavoro, con la prospettiva dell’allattamento e delle cure che un neonato richiede, diventa "irraggiungibile".

Fortuna vuole che io trovi una collega disposta ad uno scambio. Così inoltriamo la richiesta per mobilità in compensazione ed inizialmente riceviamo il parere favorevole. Bene, posso sentirmi tranquilla.

Nel giro di poco, però, tutto si complica e la nostra pratica resta bloccata. Tempo tre mesi e riceviamo il diniego. Motivo?

Io non vengo considerata uno scambio alla pari per la mia riduzione orario, ma non perché nell'altra sede abbia un part-time, ma perché sono in allattamento e usufruisco delle due ore di permesso.

Io credo sia un fatto vergognoso che il Governo italiano non sia in grado di garantire le opportune tutele ai genitori lavoratori e ai loro neonati

Il lavoratore che diventa genitore non è altro che un peso per l'azienda e siamo ben lontani dalla protezione di quei diritti che fanno di un Paese, un Paese civile.

Ora ho inoltrato la richiesta per ricongiungimento, sono in attesa di risposta e nel frattempo usufruisco dei congedi parentali.

Comunque credo che tutti i miei colleghi debbano sapere cosa subiamo da parte della pubblica amministrazione: nessuna tutela, né per noi lavoratori né per i nostri bimbi e questa non può essere vita civile.

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