Dalla lingua allo stipendio, dai turni di lavoro alla qualità di vita: la testimonianza di un'infermiera italiana che risponde alle domande più frequenti sulla sua esperienza di lavoro in Norvegia.
Lavorare come infermiere in Norvegia, cosa devi sapere prima di partire
La testimonianza di un'infermiera italiana che lavora in Norvegia
Dopo la laurea in Infermieristica conseguita presso l’università di Ferrara nel 2016 ho lavorato per i primi tre anni presso una struttura privata nel mio territorio, poi ho deciso di mia iniziativa di trasferirmi in Norvegia.
Giulia Cellini, infermiera italiana in Norvegia
La passione trasmessami dai miei genitori e le non rosee aspettative di un futuro in Italia hanno fatto sì che maturassi l’idea di un trasferimento nel nord dell’Europa.
Ora, dopo due anni e mezzo di esperienza in questo paese sono qui per chiarirvi un po’ le idee su come sia lavorare nel “grande nord”; ci tengo a rispondere in maniera pubblica alle domande che mi vengono poste più frequentemente da chi è interessato a lavorare come infermiere in Norvegia .
Prima di iniziare ci tengo a precisare che ho lavorato in Norvegia in entrambi i settori, pubblico e privato, e la mia esperienza ricopre solo il mondo delle case di riposo, case di cura e centri di riabilitazione. Il mondo ospedaliero norvegese lo conosco solo dall’esterno, non ho ancora avuto la possibilità di lavorarci in quanto non mi sento ancora sicura ad affrontare un ambiente frenetico che richiede una fluente capacità linguistica.
Cercherò di raccontare il più possibile le cose da un punto di vista oggettivo, ma se dovessi fare riferimento ad esperienze personali vorrei sottolineare che è solamente il mio punto di vista: tutti voi potreste affrontare situazioni o eventi in maniera completamente diversa dalla mia, perciò leggete sempre le mie parole con occhio critico.
Cosa sono i vikarbyrå? È tutto vero quello che promettono?
I vikarbyrå sono delle agenzie interinali , possono essere sia generali, quindi ricevere candidati per qualsiasi settore lavorativo, sia specifiche per operatori sanitari (helsepersonel). La Norvegia è in continua richiesta di personale sanitario , quindi le strutture si vedono obbligate a chiedere in prestito infermieri ed OSS. a queste agenzie private “noleggiando” tali figure per periodi di tempo circoscritti.
Alcuni dei vikarbyrå specifici del settore sanitario offrono lavoro in tutte le zone della Norvegia, altre invece sono più “territoriali” quindi ricoprono solo determinati distretti come Bergen, Oslo, Trondheim.
Quasi tutti i vikarbyrå danno la disponibilità di un alloggio gratuito e la copertura del costo dei viaggi da e verso casa (parliamo di Norvegia/Italia). Poi ci possono essere altri extra, come il mettere a disposizione un’auto se il posto di lavoro è lontano più di un tot di chilometri dalla tua abitazione, bonus extra se lavori in particolari periodi dell’anno (ad esempio in quello estivo), obbligo o meno di lavorare per la stessa agenzia per un tempo minimo (es. un anno), garanzia dell’assicurazione dagli infortuni sull’ambiente di lavoro, assicurazione pensionistica e assicurazione sui viaggi.
Le varianti sono davvero tante: in primis la paga oraria , quindi sta al singolo candidato valutare tutti i pro e contro di ogni agenzia e decidere a chi affidarsi. Come neoassunti vi consiglio di non focalizzarvi su questi aspetti, almeno all’inizio; pensate a fare un periodo di “gavetta” giusto per prendere dimestichezza con la lingua norvegese , ai vari benefici di lavorare con un’agenzia rispetto ad un’altra pensateci quando sarete più competenti in ambito linguistico.
La Norvegia è un paese sicuro dal punto di vista etico , quindi tutte le ore che lavorerete vi saranno riconosciute dallo Stato sia per quanto riguarda una futura pensione che per la dichiarazione dei redditi.
È indispensabile conoscere la lingua norvegese o basta l’inglese?
Prima di rispondere alla domanda vi chiedo di immaginarvi in reparto, con un uomo anziano di 95 anni che improvvisamente inizia a lamentarsi del dolore, vi spiega come si sente esprimendosi nella sua lingua madre (norvegese) e voi, per migliori accertamenti, dovete rispondere nella sua stessa lingua per poi riferire tutto al medico, che volendo parla anche inglese, ma se non avete capito cosa raccontare a proposito delle lamentele del paziente, capite bene che non si va molto lontani.
Se la domanda in questione ora vi sembra stupida, credetemi che è una delle prime domande che di solito mi viene posta e la risposta è ovviamente “sì, è indispensabile conoscere il norvegese ”, tant’è che nessuna agenzia interinale assume se non si hanno buone competenze orali e scritte della lingua.
Dovete sapere che la Norvegia è un paese molto radicato alle proprie tradizioni, non si trova quindi una lingua parlata ufficiale, si hanno solo due lingue scritte ufficiali, il Bokmål e il Nynorsk. Di base si impara il Bokmål, che è parlato per lo più nella zona di Oslo, il Nynorsk è parlato da una minoranza di persone e si mescola per lo più ai vari dialetti.
I dialetti sono lo scoglio di tutti gli stranieri che si cimentano con il norvegese ; purtroppo noi impariamo una lingua che leggiamo sui libri, che ci permette di esprimerci e di farci capire, ma non ci permette di capire gli altri, almeno se siamo alle prime armi. Infatti, è comune per il norvegese medio esprimersi nel suo dialetto locale, anche se si trova a vivere in un’altra città a chilometri di distanza.
A volte anche tra stessi norvegesi non si capiscono, è come se un ferrarese e un romano volessero interagire parlando i rispettivi dialetti, quanto credete possa funzionare la discussione? Questo per fortuna è uno scoglio facilmente superabile , perché è solo questione di prendere la mano col dialetto del territorio e poi vedrete che, come avete imparato il Bokmål, imparerete anche le diverse sfumature di questa lingua, datevi solo un po’ di tempo. Inoltre, i norvegesi sono a conoscenza di questo loro “problema”, quindi si dimostreranno pazienti a ripetervi le cose quando non dovessero esservi chiare.
Come è inquadrato l’infermiere in Norvegia? Capita spesso di fare l’OSS?
A questa domanda posso rispondere solo in base alla mia esperienza; ho lavorato per lo più in case di riposo dove le strutture sono in costante richiesta di personale sanitario. Nella maggior parte dei casi gli infermieri svolgono le funzioni proprie della professione senza intromettersi nel lavoro dell’helsefagarbeide (OSS ), in alcune giornate può succedere che sia già presente un infermiere in reparto per cui ci si può ritrovare a svolgere al 100% le mansioni da OSS e nel corso del turno essere di supporto all’infermiere di reparto qualora ne avesse bisogno.
Se lavorate in una struttura e siete l’unico infermiere vikar c’è la possibilità che siate voi l’infermiere di reparto e avere il controllo di questo anche se in turno con voi ci sono infermieri dipendenti fissi; in pratica una volta che lavorate per una struttura la coordinatrice non fa nessuna differenza tra voi vicari e i dipendenti fissi (escluso il primo mese che di solito è di apprendimento).
Nonostante ci sia carenza di personale, i reparti hanno sempre una buona copertura di personale, raramente vi troverete a lavorare in un ambiente di lavoro frenetico, anzi. Sono obbligatori i 30 minuti di pausa per poter mangiare e per come siamo abituati noi italiani, il ritmo di lavoro è molto tranquillo.
Per quanto riguarda l’ospedale, non ho esperienze pratiche da raccontare, ma data la continua richiesta potete benissimo porvi quello come obiettivo. A qualsiasi età decidiate di trasferirvi in Norvegia, vi verranno sempre riconosciuti nello stipendio gli anni di lavoro che avete maturato come infermieri e i vari master e seconde lauree, se ne avete.
C’è possibilità di rimanere senza lavoro? Se sì, per quanto tempo?
Quando venite assunti da una agenzia interinale è vostra libera scelta decidere quanto lavorare e se accettare gli incarichi che vi vengono proposti. Ovvio che affinché vi venga pagato l’alloggio dovete lavorare una quota minima di ore.
Il sistema funziona così: le strutture (case di riposo, ospedali, ecc.) hanno dei posti vacanti, quindi richiedono alle agenzie interinali un infermiere o helsefagarbeide per un periodo di tempo variabile (non c’è né un minimo né un massimo), l’agenzia interinale invia a tutti i suoi candidati l’annuncio, per esempio: nell’ospedale di Bergen è richiesto un infermiere disponibile a lavorare sui tre turni dalla fine di agosto fino alla fine dell’anno. C’è qualcuno disponibile?
Se si è in una grande città le strutture sono tante, quindi la richiesta di lavoro è continua, inoltre nella stessa struttura c’è la possibilità di rinnovo; io, per esempio, ho lavorato nello stesso posto per quasi un anno.
Uno dei lati positivi di lavorare con le agenzie interinali è che potete cambiare città ogni volta che finisce un incarico se lo desiderate, avendo quindi la possibilità di vedere diversi luoghi della Norvegia.
Nel mio caso, abito stabile a Trondheim , ma ho deciso di passare l’estate nel nord per poter vedere le isole Lofoten , di conseguenza il mio vikarbyrå mi ha trovato un incarico nella zona che avevo richiesto ed ho potuto così affiancare lavoro e “vacanza” dal momento che nel tempo libero andavo a visitare i luoghi d’interesse.
Il rischio di rimanere senza lavoro per un periodo esiste nel momento in cui decidete di lavorare in un piccolo paese, con poche strutture che non necessitano il “noleggio” di un infermiere. Sarà compito dell’agenzia interinale riposizionarvi in un altro luogo qualora dovesse succedere.
A seconda dello stipendio, qual è la qualità di vita? Si riesce a risparmiare?
Mi è sempre difficile rispondere a questa domanda, quindi mi limiterò a degli esempi e poi trarrete voi le conclusioni. Lo stipendio mensile medio, lavorando full time senza fare notti e con due fine settimana, è di circa 3.000euro (30.000 corone norvegesi), se si vive negli alloggi messi a disposizione dall’agenzia, lo stipendio è tutto guadagnato, se non per le spese minime degli alimenti (fate conto 100euro a settimana per fare la spesa), vi ricordo che è tutto triplicato rispetto all’Italia: stipendio più alto = costo della vita più alto.
Le varianti dipendono da voi, da quanti interessi iniziate ad avere durante la vostra permanenza in Norvegia; uscire al ristorante in media sono 30€a persona, costo mensile della palestra 60€, l’abbonamento dell’autobus (a Trondheim) 80€, il costo dell’abbonamento telefonico 50€ (internet illimitato). L’affitto di un appartamento di 30 mq è 1000€ (a Trondheim).
Come faccio a farmi convertire il titolo di studio?
Se prendete contatti con agenzie, saranno loro a darvi tutte le informazioni a riguardo; in generale è richiesta la copia della pergamena di laurea, tradotta e certificata da un traduttore legale, certificato vaccinale, fedina penale (pulita).
Se decidete di percorrere la strada in completa autonomia allora dovrete caricare la vostra richiesta online .
Com’è vivere in Norvegia dal punto di vista climatico e ambientale?
Il "sole di mezzanotte"
Non so se sapete che la Norvegia è lunga tre volte l’Italia ; da Kristiansand a Kirkenes ci sono circa 3000k e la variabilità di clima, temperatura e ore di luce è notevole.
La leggenda dei sei mesi di buio e sei mesi di luce è, appunto, una leggenda, a meno che non viviate a Capo Nord o alle Svalbard, ma anche in quel caso non sono sei mesi di buio totale.
I mesi più bui sono dicembre e gennaio ; più andate a nord e più le ore di luce diminuiscono e in questi due mesi, in una zona come Tromsø, il sole non oltrepassa mai l’orizzonte, ma è presente una luce crepuscolare che illumina le giornate. A rendere spiacevole la vita è spesso la presenza di giornate nuvolose. Fattore positivo dell’inverno al nord è l’aurora boreale e tanta neve. Le temperature sono tutte gestibilissime, purché muniti di abbigliamento idoneo. L’inverno a sud, negli ultimi anni, è paragonabile ad un inverno italiano, nella zona di Bergen oltretutto nevica pochissimo, si tratta di una città per lo più piovosa.
Durante l’inverno si percepisce una costante stanchezza con il buio e il corpo si abitua ad una condizione di letargia, non stupitevi quindi se dormirete più ore del solito. D’estate c’è la situazione opposta, i mesi con più luce sono giugno e luglio. A sud ci sono alcune ore di buio durante la notte, ma già a Trondheim in quei due mesi c’è sempre un leggero chiarore che permette di fare i turni di notte con grande carica, senza l’esigenza di bere troppe tazze di caffè.
Purtroppo le condizioni climatiche e le poche ore di luce non permettono all’umore di rimanere sempre alto, potrete riscontrare un po’ di tristezza, soprattutto se penserete al clima a cui siamo abituati, ma niente che una buona compagnia di amici non possa risolvere. Conosco persone che non hanno avuto nessun impatto emotivo durante il periodo di buio e altre che invece ogni anno ne devono fare i conti.
Penso che valga la pena fare un’esperienza in un paese come questo, la Norvegia ha davvero tanto da offrire , sia dal punto di vista lavorativo che paesaggistico; avrete la possibilità di mettervi a confronto con un’altra cultura quasi opposta a quella italiana. Rimarrete affascinati dalla potenza della natura, scalare una montagna e vedere un fiordo dall’alto con l’acqua di un blu così profondo che fa quasi paura, i verdissimi prati ricoperti d’estate da fiori gialli e rosa e ragazzi… sarete nel paese dell’aurora boreale! Non ve la posso descrivere l’emozione che sentirete sulla pelle la prima volta che avrete modo di vederla; e che effetto strano vi farà vedere il sole a mezzanotte?
Spero che avrete modo di fare questa esperienza che sia solo come turisti o come infermieri, e spero tanto di aver chiarito almeno in parte i vostri dubbi o addirittura avervi convinto a trasferirvi qui. Chissà che magari un giorno non saremo colleghi di reparto qua a Trondheim.
Giulia Cellini - Infermiera
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