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Francesco Falli è Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica

di Mimma Sternativo

Francesco Falli - infermiere e vicepresidente Ordine delle professioni infermieristiche (Opi) La Spezia - è stato insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Della cerimonia dello scorso 2 giugno, durante la quale ha ricevuto il prestigioso titolo, ha parlato nel corso di una lunga chiacchierata con il Direttore di Nurse24.it, Ferdinando Iacuaniello, raccontando particolari ed emozioni legati all’evento, ma non solo. È stata anche l’occasione per dare uno sguardo al passato, al presente e al futuro della professione, che ha assoluto bisogno di un ricambio, di energia nuova, di pensieri nuovi.

Infermieri, il futuro è dei giovani. Parola di Cavaliere della Repubblica

Nove anni di impegno come infermiere di anestesia, l’esperienza in Egitto come formatore esperto del Dipartimento per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e sette mandati in qualità di presidente del collegio provinciale degli infermieri (oggi Ordine).

Sono queste le motivazioni che hanno portato il Quirinale a conferire la carica di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana a Francesco Falli, vicepresidente Opi La Spezia, autore di testi sul rischio clinico ed errori in sanità, docente universitario e, prima di tutto, infermiere.

Ricevere un titolo prestigioso come questo e per di più riceverlo dalle mani di un amico di infanzia è stato un doppio piacere, racconta Falli. Sono contento - aveva scritto a caldo sul suo profilo Facebook - perché io sono uno che si sente “molto italiano” e quando ho vissuto all’estero (in quella missione internazionale che la motivazione ricorda) lo facevo sentire sempre, nei miei discorsi, nei miei racconti. Non con arroganza, non con malizia; ma proprio perché credo che ognuno dovrebbe molto amare il proprio Paese. Anche se sono consapevole che abbiamo ben più di un limite, come italiani.

Come italiani, sì, ma di limiti secondo Falli ne abbiamo anche come infermieri: professionisti che non sfruttano ancora abbastanza la potenza che, uniti e compatti, potrebbero rappresentare.

La professione - sottolinea Falli - avrebbe più che mai bisogno di coesione e tutti quelli che stanno dentro nel sistema sanitario ne avrebbero bisogno. Invece siamo tutti un pochino più spezzettati, un po' più frazionati. La soluzione a tutto questo? I giovani, nonostante il nostro sembri non essere un paese per giovani.

Coesione e condivisione - parole chiave nella visione di Falli - sono ancora possibili impegnandosi a far crescere proprio i giovani. È su di loro che bisogna puntare e non solo nelle corsie, per evitare buchi nelle soluzioni di continuità derivanti da Quota 100, ma anche a livello di rappresentanza professionale, di associazionismo e nelle organizzazioni sindacali. Perché - e su questo Falli punta moltissimo - abbiamo bisogno di un ricambio, di energia nuova, di pensieri nuovi. Eccome se ne abbiamo bisogno.

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Commenti (3)

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2 commenti

Commento #2

#3

Scusate per alcuni errori, mi sono fatto davvero prendere la mano .

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Lavorare insieme?

#2

Preferisco andare verso altri lidi, invece che rimanere a "lottare" perdendo solo tempo, e lo dico da tirocinante. Purtroppo, se l'italia offre ciò che sto vedendo, allora il personale andrebbe rimpiazzato tutto. Tutto.
Non parlerò del demansionamento, perché se c'è carenza di organico io non mi tiro mai indietro, lavo, cambio pannoloni e tante altre cose. Non parlo nemmeno di certi oss ignoranti a cui devo praticamente sottostare e ti sfruttano, mettendoti -o almeno provando a metterti- in cattiva luce quando ti fai rispettare con gentilezza, o di dottori che manco ti salutano nei corridoi. Stipendi non adeguati? Ah non so ancora, credo che un posto decente si possa trovare, alla fine. E quindi?
Il rispetto. Questo è uno dei bisogni primari, almeno per me. Insieme al senso di appartenenza: io non appartengo a niente. Buttato insieme ai miei colleghi nei corridoi, senza nessuna meta. E poi diciamolo, già molti reparti sono allo sbando, se non fosse per i tirocinanti che lavorano gratis... Mi faceva stare male tutta questa situazione, frutto di una gestione e pessima ospedaliera pessima, di una organizzazione basata sul coraggio di chi rimane. Pazzo.
Va bè, non lo penso veramente, ci ci vuole coraggio per rimanere a lavorare in queste condizioni, ma così facendo si porta avanti solo tutto *questo*. Io ai giovani e ai miei coetanei dico: siate egoisti, dovete avere rispetto per voi stessi prima della tutto. Scappate e portate l'italianità, quella buona, che ci rende tra i migliori, via da qui. Alla fine non possiamo salvare tutti, ma possiamo dare il massimo in posti che possono farci lavorare al massimo.
Cosí non perderemo la motivazione, e soprattutto non diventeremo frustrati come certi individui: due vantaggi di non poco conto.

Andrea920

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1 commenti

Futuro sinergicamente propositivo

#1

Bellissima intervista al brillante Cav. Francesco Falli che da sempre incentiva e promuove il “lavorare insieme” giovane; per un obiettivo comune... un futuro migliore.