Casi di violenza: i primi a riconoscerli e intercettarli al momento del bisogno di soccorso sanitario sono gli infermieri. Durante l’audizione in Senato, presso la Commissione parlamentare di inchiesta su femminicidio e qualsivoglia forma di violenza di genere, Fnopi ha rimarcato l’importanza della prima rilevazione e della successiva valutazione in tutti quei casi di fenomeni di violenza. Con entrambe che devono essere compiute da professionisti formati e preparati
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Fnopi: 5 proposte alla politica per contrasto a violenza e abusi
Messa in rete, almeno in ambito regionale, di tutti i Pronto soccorso per conoscere gli accessi e le cause/diagnosi. Contrasto e identificazione di strumenti anche alle forme di violenza economica (una tipologia di abuso che implica rendere la vittima finanziariamente dipendente).
E ancora, implementazione di servizi all’interno del sistema pubblico e di servizi per la presa in carico della persona violenta che ne ha consapevolezza e chiede aiuto. Rafforzamento, soprattutto nelle ore serali/notturne, dell’integrazione dei servizi sanitari con i servizi sociali territoriali per l’accoglienza logistica della persona vittima di violenza. Infine, definizione di corsi di formazione per il personale infermieristico con contenuti specifici in materia di violenza, abilità comunicative e anche di natura giuridico/forense per favorire la gestione appropriata degli episodi di violenza.
Sono le cinque, tangibili proposte che la Fnopi ha illustrato nel corso dell’audizione che si è svolta in Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e su qualsivoglia forma di violenza di genere, al Senato.
Infermieri in prima linea contro la violenza
Gli infermieri di triage, di cui sono responsabili in ospedale, prestano la massima attenzione a eventuali segni di violenza anche nel momento in cui questa non è dichiarata.
E come indicato dal Codice rosa nato in Toscana nel 2011 a cui poi ha dato una svolta importantissima, per i casi di violenza di genere o di abusi, la legge 69/2019 (“Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere”), conosciuta come Codice rosso, che ha codificato e inasprito le pene per maltrattamenti e stalking, se si sospetta che l’accompagnatore possa essere l’autore della violenza si fa accedere all’area riservata (la cosiddetta “stanza rosa”) solo la vittima e solo successivamente, se questa lo richiede, eventuali accompagnatori potranno starle vicino nelle varie fasi del percorso.
Violenza domestica, come riconoscerla
Gli infermieri sono essenziali anche per riconoscere gli episodi di violenza domestica, che può essere di tipo “orizzontale”, ossia tra uomo e donna, oppure di tipo “verticale”, cioè da adulti verso minori. E ancora, può essere fisica, psicologica, sessuale ed economica.
Di prassi, i professionisti sanitari intervengono sia in emergenza sia in assistenza domiciliare nei casi di bisogni di salute e la loro attività riguarda il 40% circa degli interventi in emergenza (il 5-6% riguarda i medici, la restante quota è del volontariato) e più del triplo degli interventi e degli accessi rispetto alle altre professioni nell’assistenza domiciliare. Solitamente la vittima è una donna che subisce una violenza da parte del padre o del compagno, ma anche gli uomini – in percentuale più bassa (15%) – sono vittime di tale, ignobile sopruso.
Violenza sugli anziani, è allarme
Gli infermieri poi, lanciano un allarme, quello relativo alla violenza sugli anziani. Secondo l’Oms, nel 2021 uno su sei ha subito forme di violenza, ma il numero di persone colpite nelle loro comunità aumenterà rapidamente per l’invecchiamento della popolazione, crescendo nel mondo dai 141 attuali a 320 milioni di vittime entro il 2050.
Chi entra a contatto con anziani vittime di abusi/maltrattamenti, al pari di chi opera con donne e bambini vittime di violenze – precisa la presidente Fnopi, Barbara Mangiacavalli – oltre ad avere buoni strumenti operativi per ottenere maggiori opportunità di risultati positivi, dovrà aver anche una buona conoscenza dei propri meccanismi di difesa e dei limiti personali e professionali
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