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FNOPI

Ddl Videosorveglianza, audizione in Senato

di Redazione

Sentita oggi dalla Commissione Affari costituzionali del Senato - che sta analizzando il Ddl “prevenzione dei maltrattamenti a danno di minori, anziani e disabili nelle strutture pubbliche e private” - l'audizione della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), secondo cui per essere certi che l’organizzazione della struttura garantisca un’efficiente e corretta organizzazione del lavoro e gestione dell’assistenza ai pazienti, in ogni ambito sia previsto come responsabile dell’assistenza un infermiere che possegga idonei titoli e qualificazioni.

Fnopi: infermieri pronti al controllo dell'assistenza nelle strutture

Nei fatti di cronaca che hanno dato adito al provvedimento (AS 897) sulla videosorveglianza, non sono professionisti come gli infermieri a compiere atti violenti verso i più fragili, ma personale chiamato a livello di badandato o di manutenzione e pulizia dei luoghi e comunque non laureato e non iscritto a Ordini professionali a cui rispondere.

Questo il presupposto dell’audizione della Fnopi in Senato, durante la quale la presidente Barbara Mangiacavalli e il presidente Opi Belluno Luigi Pais De Mori (responsabile di una Rsa) hanno evidenziato come gli infermieri siano stati impropriamente ed erroneamente citati dai mass media come termine esemplificativo di chi rappresenta l’assistenza e questo è un misunderstanding comunicativo su cui da tempo la FNOPI pone attenzione

Nei casi su cui spesso la cronaca si concentra, come più volte denunciato dalla Federazione, si utilizza a volte la qualifica di infermiere come termine generale per indicare figure che con questo non hanno nulla a che fare.

Nelle strutture considerate a maggior rischio, le figure che operano per dare supporto alle persone in situazione di fragilità sono anche medici, fisioterapisti, logopedisti e molti altri professionisti chiamati, in funzione delle necessità o comunque con accessi programmati anche non giornalieri.

Gli stessi infermieri sono presenti in numero decisamente irrisorio (e questo è un altro problema) in base alle norme regionali, spesso obsolete, nelle RSA o sono addirittura assenti nelle residenze non sanitarie o in altre realtà a carattere sociale o di recupero da dipendenze.

Ciò che è necessario, secondo la FNOPI, è che per essere certi che l’organizzazione della struttura garantisca un’efficiente e corretta organizzazione del lavoro e gestione dell’assistenza ai pazienti, in ogni ambito sia previsto come responsabile dell’assistenza un infermiere che possegga idonei titoli e qualificazioni, anche post lauream, quali master in management e coordinamento o laurea magistrale ad indirizzo manageriale, quando invece, spesso, si affida supervisione e direzione a figure non professioniste e non qualificate, magari neppure con formazione sanitaria.

Un controllo diretto e immediato quindi, anche grazie alla formazione che per gli infermieri è già implicita nel corso di laurea, direttamente abilitante e nella successiva formazione continua di cui, anche in questo caso, ha obbligo per legge.

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