Perché raccontare le storie degli infermieri? Perché sono pezzi di vita quotidiana, nei quali tutti potremmo calarci ma difficilmente interpretare, senza quelle particolari vesti e doti. Le ore in corsia sono un ricordo dentro il quale gli infermieri possono tuffarsi in qualsiasi momento, mentre lo spettatore inizia a scoprire una realtà che non è poi così lontana, anche se non pensava che potessero davvero succedere tutte quelle cose in un reparto, per giunta in un solo turno. Qui la palla vincente dello spettacolo di Roberto Gandini, in scena dal 27 al 31 ottobre al Teatro India di Roma, uno spaccato di realtà e di quotidianità calato in una notte un po’ diversa, quella del Capodanno.
Spettacolo teatrale: va in scena la notte di capodanno
Questo spettacolo è frutto di un progetto di collaborazione tra FNOPI e il Teatro di Roma, nato due anni fa, sul potere terapeutico dell’arte di curare e raccontare. Una raccolta di storie scritte e raccontate da infermieri provenienti da tutta Italia, rielaborate attraverso workshop teatrali dedicati, ha dato vita ad uno spettacolo unico nel suo genere.
Chi vuole fare l’ultimo turno antecedente il primo dell’anno? Quasi nessuno, ma gli infermieri a “cui tocca” questo compito portano il sorriso e cercano di mimare una “notte normale”, tentando anche loro di fare un brindisi, proprio come tutti, che stenta ad arrivare fino alle sei del mattino perché il tran tran, le chiamate, i ricoveri e le urgenze sono costanti. È nell’intimità della cucina che scopriamo le anime degli infermieri e i loro racconti di vita professionale e personale. Ognuno è stato toccato da una storia di qualche paziente, che porta e custodisce dentro di sè, e stringe dentro al cuore l’insegnamento arrecato.
L’ospedale non è quindi solo un luogo di assistenza, dolore e morte, ma anche gioia e condivisione, e spesso la repentinità con cui si passa da uno stato all’altro possiede dell’incredibile. Questa fluidità è propria degli infermieri che reagiscono alle situazioni che si pongono loro davanti, lavorando di squadra e riuscendo anche ad indirizzare giovani medici con lo spirito dell’autentica collaborazione.
Gli infermieri di questo spettacolo sanno quindi anche insegnare e lo fanno con naturalezza e spontaneità, come se non avessero mai fatto altro nella vita. Eppure loro alle volte nemmeno se ne accorgono. È il caso di un’infermiera che, avvolta dai dubbi inerenti il suo futuro professionale, si iscrive a medicina pensando di poter apportare un miglioramento a sè stessa.
Un incontro onirico con Florence Nightingale le farà cambiare idea e trovare la strada del cambiamento dentro al suo animo, apportando così migliorie al mondo professionale infermieristico. Le strade sono tante, vanno solo intraprese. Forse bisogna solo avere il coraggio di farlo, lo spettacolo “la notte di capodanno”, ce lo da. Il teatro ci restituisce la nostra vita, ci fa da specchio inconsapevole e noi riviviamo in quelle storie, ancora una volta, ma con la magia di come fosse la prima.
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