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Infermieristica

Un nuovo anno accademico per l’Arte bella

di Monica Vaccaretti

Un nuovo anno accademico inizia ad ottobre. Dopo i test di ingresso per i corsi universitari delle professioni sanitarie e le graduatorie esposte, riparte l'avventura lunga tre anni. Stagione dopo stagione tanti giovani ci credono ancora, pieni di aspettative e di entusiasmo. È una cosa meravigliosa quando le giovani menti si aprono a nuovo sapere che allarga gli orizzonti ai pensieri e stimola l'intelletto. Si diventa grandi sempre sui libri ma negli atenei si sceglie che cosa studiare, ci si può orientare verso l'arte o la scienza per la quale abbiamo interesse ed attitudine. Si diventa dottori in qualcosa. Significa che di quella disciplina sappiamo. Si è esperti e in nome della Repubblica Italiana si è proclamati Infermieri.

Le professioni di cura necessitano di cura fin dalla formazione

Gli anni della formazione universitaria – sembra ieri per tanti di noi, li ricordo ancora - sono pieni di cultura ed intensi di emozioni. Le università degli studi sono il luogo della sapienza e generalmente della giovinezza, forse per questa ragione è un tempo che ricordiamo tra i più belli.

Ci si forma crescendo nelle facoltà che hanno centinaia d'anni, si migliora con l'età e in conoscenza. Diventare professionisti significa acquisire competenze. La padronanza si fa dopo, con il tempo e la pratica quotidiana. Ci si fa la mano, si dice. Si diventa ogni anno più bravi, dapprima nei tirocini e poi con il turnover, con il girare di reparto in reparto durante la carriera professionale, accumulando esperienza. C'è chi continua ad accrescere il portfolio tra master e magistrali. C'è chi resta “soltanto” infermiere e lavora, bene.

Gli anni passano ed un giorno un figlio ti dice che vuole essere infermiere. Come te. E si immatricola. Salvare vite e prendersene cura è quello che vuole fare. Sembra di passare un testimone. O una lanterna.

L'arte bella

Come ad inaugurare un nuovo anno accademico con un buon augurio, viene messo in scena il 28 settembre 2022 al teatro Garibaldi di Settimo Torinese “L'arte bella”, regia e drammaturgia di Alessandra Rossi Ghiglione.

Dopo numerose repliche nelle principali città piemontesi – la Prima è stata il 28 ottobre 2020 in occasione del bicentenario della nascita di Florence Nightingale - questa rappresentazione teatrale continua ad emozionare a distanza di due anni.

Viene raccontata l'arte infermieristica attraverso l'arte teatrale, dalla storia della prima infermiera inglese sino alla storia di un'infermiera italiana che ha vissuto la drammatica esperienza del Covid.

Si tratta di una performance itinerante che racconta, in una regia insolita, il personaggio di Florence Nightingale interpretato da un'attrice teatrale e un'infermiera dei nostri giorni nel ruolo di sé stessa.

È un dialogo tra passato e presente: da una parte Teresa, l'infermiera vera che è stata nella trincea del Covid e dall'altra la “signora della lanterna”, che ha dato fondamento e storia alla professione infermieristica non solo attribuendo valore ad ogni gesto di cura, ma dando evidenza di una buona pratica sanitaria con norme e principi di base che hanno rivoluzionato l'assistenza.

Due donne che si incontrano per dire della cura e della sua sapienza e per dare voce al ruolo di chi ogni giorno si batte per la salute di tutti. E così si scopre nella narrazione teatrale che Teresa esercita la professione ancora con la stessa passione di Florence e che ha migliorato la sua practice con le lezioni apprese sul campo nell'epoca Covid, così come la fondatrice dell'infermieristica moderna sui campi di battaglia in Crimea.

Si tratta di uno spettacolo rivolto agli operatori sanitari e ai cittadini delle comunità locali per far riflettere sul tema della cura nel periodo postpandemico. È stato ideato e realizzato con il sostegno del Rettorato dell'Università degli Studi di Torino in collaborazione con il Social Community Theatre Centre e il Cultural Welfare Center. Fa parte del progetto Caring 2020 promosso dalla Regione Piemonte.

Il Cultural Welfare Center (CCW) è un Ente che sostiene e promuove iniziative di intelligenza collettiva volte alla promozione del benessere delle persone e delle comunità grazie all'arte e alla cultura. Obiettivo del Centro, che ha avuto una parte importante nella realizzazione di questa narrazione, è curare i curanti e supportare il benessere dei professionisti, stimolando altresì un'esperienza trasformativa e civica nei cittadini.

L'autore è Valerio Dimonte, professore di infermieristica dell'Università di Torino. Ha ideato l'evento pensandolo per i suoi studenti del Corso di Laurea in Infermieristica Torino – Città della Salute e della Scienza per farli riflettere, attraverso il teatro, sull'importanza del ben-essere non soltanto dei curati ma anche dei curanti.

Le professioni di cura necessitano di cura ed attenzione, a partire dalla loro formazione. L'infermieristica è una moderna professione di grande impegno civile che chiede un profondo investimento emotivo e che pertanto ha bisogno di protezione ed autocura.

Florence Nightingale ha lasciato detto alle generazioni di infermieri che l'assistenza è un'arte e se deve essere realizzata come un'arte, richiede una devozione totale ed una dura preparazione, come per qualunque opera di pittore o scultore. Con la differenza che non si ha a che fare con una tela o un gelido marmo, ma con il corpo umano, il tempio dello spirito di Dio. È una delle belle arti. Anzi, la più bella delle arti belle.

L'infermieristica è una sfida. Lo è stata in passato per Florence, lo è oggi per ogni giovane che la sceglie. È una sfida tra altre sfide. Etiche, valoriali, sociali e sanitarie. La pandemia ha accentuato le fragilità e la vulnerabilità dei sistemi e delle persone.

Auspico che le nuove matricole sappiano con il tempo portare un rinnovato vigore - a volte i vecchi infermieri per qualche ragione lo perdono da qualche parte sul campo - e rinnovare l'alleanza tra la comunità e i curanti che saranno.

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