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La sanità oltre il Bla bla bla

di Monica Vaccaretti

Bla, Bla, Bla. Amore, acqua e sanità” è il romanzo d'esordio di un infermiere. L’autore, Andrea Gregori, racconta la storia del protagonista Giorgio, un infermiere come ce ne sono tanti in ogni ospedale del mondo, che si occupa anche di relazioni sindacali per un'organizzazione di categoria. La narrazione ci presenta il ritratto intimo di un uomo apparentemente ordinario che svela fragilità ed irrequietudini, tipici dell'età e della vita, che si consumano nel “bla bla bla” della provincia italiana e di un piccolo ospedale.

Il destino degli infermieri è ancora una volta anche nelle loro mani

copertina libro Gregori

"Bla, Bla, Bla. Amore, acqua e sanità" romanzo d'esordio dell'infermiere Andrea Gregori

Resta a galla, va a fondo, poi risale. Si rituffa nelle opportunità e nei casini. Se è il carattere a indirizzare il destino di un uomo, allora Giorgio è uno che ama i corridoi deserti dell'ospedale ancora prima del turno, quando i colleghi non sono ancora in giro e le strade silenziose e vuote del mattino presto.

E che negli abissi del mare, veleggiando tra l'Elba e le Egadi, trova la sua naturale dimensione, lasciando sulla terraferma il suo carattere difficile, gli eroismi della professione e i legami sentimentali che finisce con incenerire.

In fondo è solo nell'apnea che trova il suo respiro, quello vitale che lo fa stare bene ogni volta che ha un giorno di ferie. Tutto il resto lo soffoca e finisce con l'affondarlo. È diviso, talvolta infastidito, tra il ruolo familiare e il ruolo sociale, tra la parte del cattivo e quella del buono.

È tormentato da un ego che annulla l'empatia. Fatica a relazionarsi con persone che non hanno ruoli, sta sempre sulla linea di confine nei rapporti con i colleghi per la sua inclinazione allo scontro piuttosto che alla mediazione.

Vive in gabbie esistenziali che lo portano a cercare vie di fuga in ogni circostanza che appesantisce. Quando le gabbie della vita si presentano con maglie più strette, non riesce proprio a mettersi nei panni degli altri. Quando prende consapevolezza che la superficie non è più la sua casa, inizia a fare i conti con la propria esistenza.

Torna giù, stavolta più giù. Capisce che deve scendere in profondità per vederci chiaro nella palude della sua anima e in quella sociale in cui vive. Gli restano soltanto due tentativi per riuscire nella discesa più senza respiro della sua vita: coltivare l'interesse per i fenomeni socio politici della terra che abita e che ama indagare e il sentimento per una donna. Diana.

Unica, atipica, con una sensibilità e un'intelligenza fuori dal comune. Non convenzionale, non inquadrabile in schemi predefiniti e socialmente tollerabili. Dissacrante, anarchica e ricoperta di disegni. E un'infermiera, personalità meravigliosa e complicata. È con lei che sceglie di scendere nell'abisso, fermarsi ogni tanto ad aspettarsi per andare all'unisono nella corrente ed iniziare la lenta risalita. Come in mare aperto. Tornare a respirare.

È una storia che racconta sentimenti che si incontrano, nascono, si sviluppano e muoiono in ospedale. Normale che capiti perché è un luogo fatto di persone che condividono tanto, troppo. Un rapporto resiste, quello per la collega Diana conosciuta durante la pandemia, più forte degli altri forse perché più vero, più maturo.

Giorgio racconta che relazioni e dinamiche affettive dentro e fuori dai turni e dalla famiglia possono far perdere l'equilibrio, il centro di stabilità. È difficile per chi ha poca tolleranza all'accumulo di scorie esistenziali sopportare una vita familiare perfettamente in linea con le aspettative sociali che rappresenta soltanto la solidità delle apparenze. Parla di gabbie esistenziali. Ne abbiamo tutti.

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