L’infermiere di camera iperbarica deve avere un’idoneità clinica per poter svolgere la sua funzione e cioè deve essere esente da patologie o condizioni parafisiologiche che possono aggravarsi con la variazione di pressione, come problemi legati all'apparato uditivo o patologie dell’apparato respiratorio o ansia piuttosto che claustrofobia. Deve possedere inoltre conoscenze teoriche di farmacocinetica e farmacodinamica dei gas respirati in iperbarismo, del loro assorbimento e dei loro effetti. Deve avere una conoscenza completa dell’impianto e delle norme di sicurezza.
Caratteristiche di un centro iperbarico
Un centro iperbarico è una struttura sanitaria altamente specializzata al trattamento di pazienti con particolari patologie, mediante somministrazione di ossigeno o miscele iperossigenate. Il trattamento viene eseguito in camere iperbariche all’interno delle quali la pressione ambientale viene portata a valori superiori a quella del livello del mare (1 atmosfera assoluta), mentre il paziente respira, ad intermittenza, ossigeno al 100%. Lo scopo è quello di potenziare la quota di ossigeno disciolto nel plasma, garantendo l’ossigenazione tessutale anche in uno stato di alterazione.
A livello internazionale l’Undersea & Hyperbaric Medical Society (UHMS) è il riferimento per le indicazioni all’utilizzo dell’ossigeno in ambiente iperbarico. Il riferimento Europeo è invece l’ECHM (European Committee for Hyperbaric Medicine) con le raccomandazioni fornite nel 2004.
Le linee guida sulle indicazioni all’ossigenoterapia iperbarica sono state nel 2006 oggetto di studio di un gruppo di società scientifiche (SIAARTI, SIMSI, ANCIP) che alla luce delle nuove evidenze ha prodotto nel 2007 un documento che riporta l’efficacia della terapia iperbarica nelle singole patologie trattabili e fornisce raccomandazioni di buona pratica sull’appropriatezza del trattamento.
La presenza del personale all’interno della camera iperbarica è regolato dalle linee guida ISPESL e dalle eventuali integrazioni da parte delle singole delibere regionali. Durante il trattamento deve essere garantita la presenza di un responsabile medico, un operatore tecnico e un personale sanitario di assistenza. Le linee guida ISPELS del 1998 designano come personale sanitario di assistenza l’infermiere, che ad oggi svolge le proprie attività nel rispetto del Profilo Professionale e del Codice Deontologico, in un ambiente particolare ed estremamente chiuso come la camera iperbarica.
Competenze specifiche di un infermiere di camera iperbarica
L’infermiere di camera iperbarica deve avere un’idoneità clinica per poter svolgere la sua funzione e cioè deve essere esente da patologie o condizioni parafisiologiche che possono aggravarsi con la variazione di pressione, come problemi legati all'apparato uditivo o patologie dell’apparato respiratorio o ansia piuttosto che claustrofobia.
Deve possedere inoltre conoscenze teoriche di farmacocinetica e farmacodinamica dei gas respirati in iperbarismo, del loro assorbimento e dei loro effetti. Deve avere una conoscenza completa dell’impianto e delle norme di sicurezza.
L’infermiere di camera iperbarica partecipa alla gestione del paziente sotto diversi aspetti: si adopera per la prevenzione di eventi avversi e per la sicurezza del trattamento, avvia un’educazione al paziente sulla terapia iperbarica, sui meccanismi di ossigenazione e sui benefici, instaura un rapporto di empatia e di fiducia col paziente, ma allo stesso tempo deve garantire conoscenze di area critica per poter intervenire in un’eventuale urgenza. Insegna al paziente come evitare i barotraumi e gestisce possibili crisi di ansia o claustrofobiche mediante una comunicazione efficace.
Oltre a possedere competenze relative ad un ambiente intensivo, l’infermiere di camera iperbarica deve avere una formazione specifica sull’assistenza ai pazienti trattati in camera iperbarica nonché conoscere procedure e manovre specifiche.
L’infermiere di camera iperbarica deve essere presente e deve saper trattare:
- Pazienti in terapia a pressioni superiori a 2,5 atmosfere assolute
- Pazienti in gravi condizioni
- Terapie infusionali
- Pazienti pediatrici
- Pazienti monitorati
- Camere multipazienti
- Pazienti in condizioni cliniche alterate come: psicosi, stati d’ansia o claustrofobia, alterazioni dell’EEG con sindrome comiziale, diabete scompensato, BPCO, asma o grave enfisema, menomazioni motorie, alterazioni sensoriali gravi, pazienti a rischio cardiovascolare.
L'infermiere, come professionista sanitario, deve avere molteplici competenze tali da poter gestire attività in diversi settori nell’ambiente iperbarico. Esse possono essere suddivise in 4 ambiti fondamentali:
- Competenze in ambito amministrativo
- Competenze in ambito ambulatoriale
- Competenze legate all’assistenza all’interno della camera iperbarica
- Competenze per la conduzione della camera iperbarica
In ambito amministrativo l’infermiere deve essere in grado di controllare le cartelle cliniche, le autorizzazioni, le impegnative e i consensi informati.
Deve verificare la presenza di esami preliminari. Si accerta della corrispondenza della terapia, evidenzia particolari presidi o disposizioni mediche da dover mettere in atto. Gestisce e compila la cartella infermieristica, coordina la programmazione dei pazienti.
In ambito ambulatoriale l’infermiere coadiuva il medico specialista nella visita e nell’accertamento dell’idoneità del paziente al trattamento iperbarico. Compila la cartella mediante accertamento infermieristico. Dove presente un ambulatorio per le medicazioni avanzate, l’infermiere collabora con l’équipe multidisciplinare.
Istruisce inoltre i pazienti sui comportamenti da adottare, sulle tecniche di compensazione dell’orecchio medio, informa il paziente sugli effetti dell’aumento della pressione all’interno della camera iperbarica. Prepara il paziente alla gestione dei dispositivi per la respirazione dell’ossigeno. Informa sugli oggetti e sul vestiario che è possibile utilizzare e quali invece sono vietati.
All’interno della camera iperbarica l’infermiere deve possedere competenze polivalenti, che vanno dalla sicurezza ambientale alla gestione di varie tipologie di pazienti in condizioni cliniche più o meno critiche.
L’infermiere si accerta quotidianamente del corretto funzionamento delle apparecchiature elettromedicali (defibrillatore, monitor multiparametrico, ventilatore, aspiratore, ecc..). All’interno del centro iperbarico queste apparecchiature sono dedicate, cioè proprie per ogni camera per evitare alterazioni nelle impostazioni o addirittura un arresto dovuto alle modifiche di pressione. Bisogna prestare attenzione alle batterie e ai cavi di alimentazione, a rischio incendio se impropri. Spetta all’infermiere il controllo del carrello delle emergenze e dei farmaci.
L’infermiere di camera iperbarica accoglie i pazienti predisponendo la camera per l’accesso ai possibili barellati. Verifica le eventuali prescrizioni mediche o l’applicazione di specifici dispositivi. Rileva i parametri vitali, se necessario anche durante e dopo la terapia.
L’infermiere all’interno della camera iperbarica può assistere i pazienti non gravi o che non necessitano di monitoraggio continuo, in autonomia. La competenza necessaria in questo contesto risulta essere di tipo relazionale. Bisogna instaurare un rapporto di fiducia tale da riuscire a superare, con professionalità, eventuali complicanze legate all’adattamento alla camera pressurizzata.
L’infermiere deve saper riconoscere i segni legati alla momentanea, iniziale intolleranza all’ossigenoterapia, alla compensazione dell’orecchio medio, all’errato utilizzo del sistema di respirazione, le sensazioni di alterazioni della temperatura (molto caldo o molto freddo). Particolare attenzione ai pazienti pediatrici e ai critici.
I bambini arrivano spesso da lunghi ricoveri, intolleranti all’ambiente e spaventati. Spetta all’infermiere creare una zona di comfort per i piccoli pazienti, rendendoli quanto più possibile partecipi senza sovraccaricarli di informazioni ma ricreando una situazione ludica. Anche in questo caso dunque prevalgono competenze relazionali.
I pazienti critici provenienti dalla Terapia Intensiva vengono gestiti in collaborazione con il medico anestesista. Si procederà con la verifica e il cambio dei device compatibili con la camera iperbarica: pervietà del tubo endotracheale e sostituzione dell’aria con fisiologica nella cuffia di gonfiaggio, verifica della presenza di miringotomia con drenaggio transtimpanico, verifica della presenza di eventuali drenaggi. Rientra nelle competenze dell’infermiere di camera iperbarica anche la gestione degli accessi venosi: funzionamento e somministrazione della terapia. I flaconi devono essere rigorosamente di plastica e particolare attenzione alla formazione di bolle di aria o improvvisa modifica della velocità di infusione.
Il percorso assistenziale dell’infermiere di camera iperbarica termina con l'accompagnamento dei pazienti fuori dalla camera e l’inoltro degli stessi ai reparti di appartenenza.
Conduzione infermieristica della camera iperbarica
La conduzione infermieristica della camera iperbarica spetta ad un infermiere formato, in modo rigoroso, sui protocolli operativi del centro e sulle norme vigenti. Le competenze sono complementari alla frequenza di un corso specifico che abiliti alla conduzione del sistema ampio e articolato del sistema iperbarico.
Indicazioni approvate dall’UHMS all’utilizzo dell’ossigenoterapia iperbarica (2011) |
2. Avvelenamento da monossido di carbonio/Avvelenamento da monossido di carbonio complicato da avvelenamento da cianuro 3. Miosite da clostridi e mionecrosi (gangrena gassosa) 4. Lesioni da schiacciamento, sindrome compartimentale e altre ischemie traumatiche acute 6. Insufficienze arteriose: occlusione dell'arteria retinica centrale/miglioramento della guarigione in ferite problematiche selezionate 7. Grave anemia 8. Ascesso intracranico 9. Infezioni necrotizzanti dei tessuti molli 10. Osteomielite (refrattaria) 11. Lesione ritardata da radiazioni (tessuti molli e necrosi ossea) 12. Innesti e lembi compromessi 13. Lesione acuta da ustione termica 14. Perdita dell'udito neurosensoriale improvvisa idiopatica |
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