Scontro sulla nomina di Mimmo Antonelli a Direttore del Distretto n.3: Di Bari (M5S) doveva essere un medico
. Mangiacavalli: La rappresentante del M5S basi la sua lotta politica su altri presupposti e non su una posizione inaccettabile e irricevibile ancorata a vecchi stereotipi ormai obsoleti
Mangiacavalli: scontro M5S e la Giunta pugliese privo di basi
È scontro nella Regione Puglia sulla nomina di Mimmo Antonelli, (infermiere Dirigente dell’Asl/Bt) a Direttore del Distretto n.3 (Canosa-Minervino-Spinazzola) avvenuta con delibera del Direttore Generale dell’Asl/Bt. La consigliera del Movimento 5 Stelle Grazia Di Bari ha scritto al presidente della Regione Michele Emiliano sostenendo che quello del Direttore di distretto è un ruolo importante che viene ricoperto da dirigenti medici che abbiano maturato una specifica esperienza nei servizi territoriali.
Una presa di posizione che non ha basi professionali, ma deriva sicuramente da un problema di natura politica e di scontro tra ideologie – quella dell’attuale presidente della Regione Puglia e delle opposizioni come il Movimento 5 Stelle – che non può e non deve mettere in dubbio la professionalità e la capacità di chi impegna il suo lavoro quotidiano a favore dei cittadini e di un sistema sanitario efficiente, ma, di più e soprattutto, efficace.
Lo scontro tra la rappresentante del M5S Grazia di Bari e la Giunta pugliese - sottolinea la presidente della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi, Barbara Mangiacavalli - non ha alcuna base e alcun riscontro né nella realtà professionale che la Regione vive quotidianamente, né tantomeno nel nuovo modello di sanità territoriale che si sta disegnando a livello nazionale
.
Secondo Mangiacavalli è giusto affermare che, come anche fa la consigliera M5S, direttori di distretto infermieri ce ne sono già. E sono in Regioni – Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna – tanto diverse politicamente quanto virtuose dal punto di vista dei risultati. Ma c’è di più: gli infermieri nei nuovi modelli di sanità che si stanno delineando ricoprono ruoli di piena responsabilità, da ruoli di primo piano nel management aziendale fino anche alla direzione generale delle strutture.
La loro professionalità – continua Mangiacavalli - soprattutto a livello di gestione del territorio, è riconosciuta in numerose Regioni che fanno della Sanità un loro fiore all’occhiello, oltre al Friuli Venezia Giulia e all’Emilia Romagna anche la Lombardia, il Piemonte, la Toscana, il Lazio e anche Regioni del Sud come la Campania, la Basilicata e il Molise
.
Sarebbe stato sufficiente – secondo la presidente Ipasvi - prima di utilizzare nella battaglia politica la professionalità infermieristica che la consigliera Di Bari del M5S si fosse documentata su queste evidenze o anche semplicemente avesse letto ciò che è scritto nell’ultimo rapporto Oasi del Cergas Bocconi – sicuramente illustre e super partes - per quanto riguarda le cure intermedie e l’assistenza sul territorio per comprendere quale deve essere a livello nazionale il nuovo modello di assistenza: 'Nelle esperienze censite (la Bocconi fa numerosi esempi di efficienza nel suo rapporto, ndr), risulta centrale la figura del case manager infermieristico come cabina di regia del percorso personalizzato e nella costruzione della continuità con gli altri professionisti della rete, tra cui il Mmg quale referente clinico e gli altri specialisti. Si tratta di un modello che rimette in discussione non solo le relazioni tra professioni sanitarie e classe medica, ma anche quelle tra gli specialisti storicamente collocati in ospedale'.
“Basta polemiche sterili – dichiara con forza Mangiacavalli - che non producono fatti. È ora di dare uno stop a questo muro contro muro che alcuni – anche ordini locali che approfittano di situazioni coerenti in qualche modo con la propria storia ancorata a vecchi stereotipi ormai obsoleti - innalzano e che non giova ai professionisti e soprattutto danneggia i pazienti: il valore degli uni e degli altri si dimostra sul campo, non con le parole e i risultati dei nuovi modelli di assistenza sono sotto gli occhi di tutti.
La rappresentante del M5S – conclude - basi la sua lotta politica su altri presupposti e non su una posizione inaccettabile e irricevibile ancorata a vecchi stereotipi ormai obsoleti. Dovrebbe essere ormai chiaro che la gestione e l'organizzazione non viene decisa per i professionisti ma per gli utenti e per i loro bisogni”.
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?