Milano. Lettera aperta alla Mangiacavalli

Riceviamo e pubblichiamo

Gentile Presidente,

Le scrivo con immensa tristezza per comunicarLe la morte della dignità e dell’orgoglio della Professione Infermieristica e degli Infermieri tutti avvenuta a Milano il giorno 7 dicembre alle ore 17 presso il Gran Visconti Palace Milano.

Scrivo a Lei quale massima e stimata rappresentante della nostra Professione e attenta custode dei valori che la caratterizzano.

Tale evento funebre del tutto inaspettato si è verificato proprio al termine di una settimana in cui più di 1900 infermieri hanno gioiosamente partecipato al festival dell’infermieristica organizzato dal Collegio IPASVI Interprovinciale di Milano, Lodi e Monza Brianza ed alle successive votazioni per il rinnovo del consiglio direttivo del Collegio stesso. Un numero mai visto a Milano, un via vai di infermieri appassionati, entusiasti che da ogni dove sono venuti ed hanno reso viva ed importante questa istituzione solitamente percepita come lontana e sede d’interessi non del tutto trasparenti.

Ed anche Lei ci ha onorato della sua presenza riempiendoci d’orgoglio, facendoci sentire protagonisti di un momento importante del nostro essere Infermieri.

Una festa meravigliosa in cui si sono incontrati vecchi colleghi e giovani neolaureati, infermieri che quotidianamente si prodigano a fianco delle persone ammalate con quelli che nelle aule universitarie insegnano alle giovani matricole i fondamenti della nostra Professione e l’unicità dei valori che la contraddistinguono; infermieri che lavorano nelle Direzioni delle Professioni bere un caffè confrontandosi con chi opera nella Ricerca o nell’assistenza domiciliare o ha fatto la scelta della Libera Professione. Un vero festival, libero, gioioso, ricco d’entusiasmo e di aspettative.

Alla fine di questo evento, domenica 3 dicembre alla sera, il sentimento prevalente era di orgoglio per la nostra Professione... era l’orgoglio di essere Infermieri. Per i quattro giorni successivi, in un’anonima stanza si sono svolte le operazioni di spoglio e conteggio delle schede che 1900 Infermieri hanno compilato per esprimere la propria volontà sul rinnovo del consiglio direttivo del Collegio. Dopo l’ubriacante e festoso clima del festival, solo i rappresentanti delle liste candidate erano presenti a tali noiose ma importanti operazioni amministrative. Poche persone ma in costante contatto con un vastissimo numero di colleghi in trepidante attesa dell’esito della loro scelta, del loro impegno, della loro volontà.

In un clima di tale vitalità mai ci saremmo aspettati la morte della dignità e dell’orgoglio Professionale per mano di colui che al grido di “Viva l’Infermieristica“, capolista di “Noi, Infermieri Insieme“ come candidato Presidente del Collegio, Presidente uscente, Presidente del seggio, Organizzatore del Festival dell’Infermieristica non ha esitato un istante, verificata la sconfitta sua e della sua lista a soffocare ogni entusiasmo ed uccidere le aspettative di tutti gli Infermieri e con un sorriso sarcastico annunciare “le elezioni non sono valide“.

Come Infermieri siamo abituati a vivere grandi delusioni a fronte di grandi aspettative ma mai abbiamo perso la forza e la passione per lottare e conquistare centimetro dopo centimetro ciò che la nostra meravigliosa Professione ed ogni Infermiere meritano. Ma quando la mano che ci prende la gola e ci toglie l’aria fino ad ucciderti è la mano amica di chi dovrebbe rappresentarti, di chi dovrebbe in ogni sede essere portavoce delle nostre competenze, della nostra dignità, del nostro orgoglio... allora la Professione muore non a Milano, a Lodi, a Monza, a Vimercate, a Melegnano ed in ogni paese di questo Collegio, muore in tutto il paese, in ogni posto in cui anche un singolo infermiere svolge con fierezza il suo lavoro.

È tale la delusione e la consapevolezza dell’enorme riscontro negativo che avrà sull’immagine e la considerazione dei Collegi e della Federazione che trovo superfluo addentrarmi nelle questioni specifiche del “quorum“ che l’omicida ha utilizzato quale arma del delitto poiché i mezzi attuale già rendono disponibili le parole esattamente contrarie utilizzate dallo stesso soggetto tre anni or sono nel proclamarsi presidente. Superfluo segnalare che mai Presidente fu eletto a Milano con il quorum previsto.

Ancora una volta gli infermieri trattati come burattini impotenti e presuntuosamente ritenuti degli stupidi ignoranti indegni di attenzione, considerazione e rispetto.

Gentile Presidente, qui c’è in gioco ben più del Collegio di Milano, Lodi, Monza e Brianza, qui c’è in gioco la credibilità, l’onesta, la dignità, l’orgoglio di migliaia e migliaia d’infermieri e studenti. Con quale credibilità il Collegio, il Presidente, i Consiglieri affronteranno questioni come l’etica, la deontologia, la trasparenza, l’alternativa dopo siffatta vicenda?

Con la morte nel cuore La saluto e La ringrazio per l’attenzione.

Un infermiere del defunto

Collegio IPASVI Milano/Lodi/Monza e Brianza