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Evidence-based Practice, Gimbe forma 30 professionisti della salute

di Redazione

medici

Il corso permetterà ai partecipanti di acquisire conoscenze e competenze indispensabili per il loro aggiornamento continuo.

BOLOGNA. Per il terzo anno consecutivo 30 laureati in Medicina e Chirurgia e Professioni Sanitarie e specializzandi under 32, provenienti da 17 regioni sono stati selezionati tra oltre 300 candidati per partecipare al corso di formazione Evidence-based Practice (Bologna, 20-21-22-23 gennaio 2016) grazie alle borse di studio interamente sostenute dalla Fondazione GIMBE.

Il corso permetterà ai partecipanti di acquisire conoscenze e competenze indispensabili per il loro aggiornamento continuo, secondo quanto standardizzato dall'Evidence-based Practice core curriculum, certificato a livello europeo.

«Nessun professionista sanitario oggi può fare a meno di strumenti e competenze per ricercare e valutare criticamente le migliori evidenze scientifiche» afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE. «Purtroppo oggi il crescente sovraccarico dell’informazione biomedica rende estremamente complesso l’aggiornamento professionale, perché meno del 5% della letteratura pubblicata “merita” di essere realmente integrata nelle decisioni cliniche».

«Considerato che, ad eccezione di lodevoli eccezioni, metodi e strumenti dell’Evidence-based Practice non sono stati ancora introdotti formalmente nella formazione universitaria del medico e delle professioni sanitarie – continua il Presidente – la Fondazione GIMBE riconferma questa iniziativa che suscita un grande interesse tra i giovani professionisti sanitari italiani, che si trovano in un allarmante e ormai incolmabile ritardo rispetto ai colleghi europei».

Le borse di studio sono erogate nell'ambito del programma GIMBE4young con il quale la Fondazione GIMBE intende sensibilizzare i giovani professionisti sanitari sui gap tra l'attuale formazione di base e specialistica, gli obiettivi formativi previsti dal Programma Nazionale ECM e le competenze richieste dal SSN, dove un adeguato trasferimento delle evidenze alla pratica clinica è indispensabile per ridurre gli sprechi dovuti al sovra/sottoutilizzo di farmaci, test diagnostici e altri interventi sanitari.

«25 anni dopo la nascita dell'Evidence-based Medicine – conclude Cartabellotta – è inaccettabile che le Istituzioni continuino a trascurare l’irrinunciabile necessità di fornire alle nuove generazioni di professionisti sanitari strumenti e competenze per essere indipendenti nella gestione delle evidenze scientifiche ed acquisire un sano scetticismo sull'efficacia degli interventi sanitari, troppo spesso introdotti sul mercato sulla base di semplici “pubblicazioni” e non di evidenze di buona qualità».

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