Un corso specifico pensato per gli operatori. Il 25 Febbraio e il 10 marzo il dott. Roberto Bertolino sarà all’Asl di Biella per insegnare le tecniche migliori per gli addetti ai lavori.
BIELLA. Partire dalla sofferenza psichica, comprenderla fino in fondo per costruire un trattamento ad personam e riuscire a curare al meglio. È stato pensato e ideato con il proposito di andare più “a fondo” il corso di formazione - in programma il 25 febbraio e il 10 marzo nella sala Mucrone dell’Asl di Biella - “Comprendere il trauma e il PSTD (disturbo post traumatico da stress) nei migranti”.
Un tema delicato e di grande attualità; è sempre più elevato, infatti, il numero di migranti e richiedenti asilo che presentano disturbi e fragilità legate a disagio mentale. L’obiettivo del corso è quello di fornire a tutti coloro che ogni giorno si interfacciano con questi pazienti nozioni non solo teoriche, ma anche pratiche.
Ad illustrarle sarà il dott. Roberto Bertolino, psicologo e psicoterapeuta dell’associazione Frantz Fanon. Un percorso professionale, il suo, con numerose esperienze di supervisione di operatori e progetti legati all’accoglienza migranti e richiedenti asilo. Il dott. Bertolino è anche responsabile delle attività cliniche all’interno di due comunità terapeutiche sperimentali per richiedenti asilo politico (una maschile ed una femminile), affetti da problematiche di natura psicologica e psichiatrica.
Promosso dalla S.O.C. Formazione e Comunicazione, il corso è rivolto soprattutto agli operatori del dipartimento di prevenzione (Centro ISI e Sisp), agli operatori del dipartimento di Salute Mentale, agli operatori del SERT e al personale della Neuro Psichiatria Infantile che spesso prendono in carico casi di migranti o richiedenti asilo. Tra i destinatari anche operatori della Questura e della Prefettura.
Il corso è stato fortemente voluto dal Direttore del Dipartimento Interaziendale di Salute Mentale, dott. Giovanni Geda, e dal Direttore del Dipartimento di Prevenzione, dott. Luca Sala, come “un percorso formativo specifico, che non può limitarsi al seppur essenziale aspetto clinico, ma che ha l’obiettivo di maturare una competenza che allarghi i confini della medicina tradizionale integrandoli con altre discipline quali la sociologia, l’antropologia e l’etnopsichiatria. Le due giornate di formazione si focalizzeranno sia sull’aiuto psicologico immediato, che sull’integrazione ed il supporto a lungo termine, dei quali necessitano le persone che hanno vissuto in zone di conflitto. Un intervento sbagliato o intempestivo può portare a sottovalutare alcune situazioni meritevoli di attenzione e al contrario può etichettare come ‘psichiatriche’ situazioni che sono ‘reazioni normali a situazioni abnormi’ o il prodotto di un patrimonio culturale per noi a volte di difficile comprensione”.
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