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Professioni sanitarie

Salviamo il Servizio Sanitario Nazionale da tagli e sprechi

di Redazione

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Oltre 600 professionisti della salute presenti a Bologna alla Conferenza GIMBE 2016. Al centro delle cure resta il cittadino.

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Ecco la Carta di Gimbe.

BOLOGNA. «Le evidenze sul definanziamento della sanità pubblica – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – sono incontrovertibili: nel nostro Paese la percentuale del PIL destinato alla spesa sanitaria è inferiore alla media OCSE e tra i paesi del G7 siamo ultimi per spesa pubblica e spesa totale, ma secondi solo agli USA per spesa out-of-pocket, a inequivocabile testimonianza che la politica si è progressivamente sbarazzata di una consistente quota di spesa pubblica, scaricandola sui cittadini. Ci stiamo avvicinando a una soglia di definanziamento che, oltre a compromettere la qualità dell’assistenza, riduce anche l’aspettativa di vita, mentre l’avanzamento strisciante dell’intermediazione assicurativa mina silenziosamente il modello di un servizio sanitario pubblico».

In sanità si investe dunque sempre di meno, ma si continuano a sprecare preziose risorse: una voragine da 25 miliardi di euro che ogni anno viene assorbita da sovra- e sotto-utilizzo di prestazioni sanitarie, corruzione, acquisti a costi eccessivi, complessità amministrative e inadeguato coordinamento dell’assistenza. Ecco perché le stime presentate dalla Fondazione GIMBE sulle risorse disponibili per la sanità sino al 2025 indicano che – indipendentemente dalla quota di finanziamento pubblico – la sostenibilità del SSN è strettamente legata al disinvestimento da sprechi e inefficienze.

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Il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta durante l'evento.

«Considerato che attualmente manca una strategia di sistema per ridurre gli sprechi e aumentare il value dell’assistenza – continua il Presidente – una quota consistente della spesa sanitaria non produce alcun ritorno di salute. Per alcune categorie di sprechi le Istituzioni stanno andando nella giusta direzione, almeno a livello normativo: anticorruzione, criteri di selezione dei direttori generali, acquisti centralizzati, patto per la sanità digitale. Tuttavia, siamo ancora in alto mare sulla riorganizzazione integrata tra ospedale e cure primarie, dove la palla passa alle Regioni, e soprattutto sul contributo attivo e deciso dei professionisti nel definire in maniera condivisa servizi e prestazioni sanitarie da cui disinvestire. Su questo, oltre alla programmazione sanitaria, pesa l’estrema frammentazione delle categorie professionali e lo sfrenato consumismo sanitario, ormai integrati nel DNA del nostro SSN».

La Fondazione GIMBE in occasione della Conferenza ha presentato il framework per il disinvestimento in sanità al fine di guidare Regioni, aziende e professionisti nel recupero di preziose risorse, con strumenti e azioni che agiscono sulle tre determinanti del sovra e sottoutilizzo: (ri)programmazione sanitaria, al fine di riallineare l’offerta di servizi e prestazioni ai reali bisogni di salute della popolazione; knowledge translation per migliorare il trasferimento delle evidenze alle decisioni professionali; informazione e coinvolgimento attivo di cittadini e pazienti al fine di ridurre aspettative irrealistiche e domanda inappropriata.

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Oltre 600 professionisti della salute a bimbe 2016.

«Salvare il SSN è una “missione possibile” solo a patto che ciascuno faccia la sua parte sino in fondo – conclude Cartabellotta – La sostenibilità della sanità pubblica è nelle mani di Stato, Regioni, professionisti sanitari e cittadini che contribuiscono in maniera sinergica ad affondare il SSN: per questo la Fondazione GIMBE a gran voce richiama tutti gli attori del sistema alle proprie responsabilità con precise richieste».

PER SALVARE LA SANITA’ PUBBLICA LA FONDAZIONE GIMBE CHIEDE…

… ALLO STATO DI:
Arrestare il definanziamento del SSN e fornire ragionevoli certezze sulle risorse da destinare alla sanità pubblica.
Avviare un’adeguata governance per regolamentare su scala nazionale l’intermediazione assicurativa.
Rendere realmente continuo l’aggiornamento dei LEA.
Potenziare gli strumenti di indirizzo e verifica nei 21 servizi sanitari regionali.

…ALLE REGIONI DI:
Avviare e mantenere un virtuoso processo di disinvestimento da sprechi e inefficienze e riallocazione delle risorse in servizi essenziali e innovazioni.
Responsabilizzare e coinvolgere attivamente in questo processo le Aziende sanitarie e queste, a cascata, professionisti sanitari e cittadini.

…A TUTTI I PROFESSIONISTI SANITARI DI:
Mettere da parte interessi di categoria e sterili competizioni.
Integrare competenze e responsabilità in percorsi assistenziali condivisi, basati sulle evidenze e centrati sul paziente.
Identificare servizi e prestazioni sanitarie inefficaci, inappropriati e dal low value da cui disinvestire.

…A CITTADINI E PAZIENTI DI:
Convincersi che SSN non significa Supermercato Sanitario Nazionale.
Ridurre le aspettative nei confronti di una medicina mitica e di una sanità infallibile.
Essere consapevoli, in qualità di "azionisti di maggioranza", che il SSN è un bene comune da tutelare e garantire alle future generazioni.

SCARICATE LA CARTA GIMBE 2016

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