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Polemiche ritardi farmaci antiblastici, al San Martino gli Infermieri lavorano sodo

di Angelo

CarmeloGagliano

Dopo il servizio del Secolo XIX continuano gli attriti tra carta stampata e ambienti sanitari. Sul caso intervento del dirigente delle professioni sanitarie Bruno Cavaliere e del presidente Ipasvi Carmelo Gagliano.

GENOVA. Si placano a Genova le polemiche attorno ai rallentamenti nell'erogazione dei farmaci e delle prestazioni presso l'Unità Farmaceutica Antiblastica (conosciuta come UFA) dell'IRCCS Azienda Ospedaliera Universitaria “San Martino” - Istituto contro i tumori del capoluogo ligure. Nei giorni scorsi alcuni servizi giornalisti curati dal Secolo XIX avevano sollevato il caso dopo le proteste e il richiamo dell'attenzione da parte di alcuni pazienti oncologici che hanno dovuto attendere alcune ore prima di vedersi erogare quanto dovuto (antibalstici sperimentali).

E ciò a causa della carenza di personale non infermieristico, ma farmaceutico. Il quotidiano ligure aveva attribuito le “colpe” proprio agli Infermieri che, in realtà, si sono prodigati come matti per cercare di far fronte all'emergenza dovute alla fine del rapporto di collaborazione con 4 farmacisti della struttura, non sostituiti nei tempi.

Sul caso è intervenuta anche Sonia Viale, assessore regionale alla salute e vice-presidente della giunta Toti: “ stiamo cercando di esportare le eccellenze della sanità ligure, non possiamo permetterci situazioni così”

L’Unità farmaceutica antiblastica, non tutti lo sanno, produce quotidianamente 250 dosi di farmaci antitumorali destinate ai 150 pazienti dell’Ist - San Martino e degli ospedali di Chiavari e di Imperia.

Si tratta di una Unità Operativa di rilievo per una struttura ospedaliera ad indirizzo oncologico come quella genovese, che soffre, purtroppo, di una carenza cronica di personale specializzato.

Non entriamo nel merito delle erogazioni e delle competenze di ciascuna professione infermieristica, ma ricordiamo che l'apporto degli Infermieri in questo settore è piuttosto evidente; l'impegno dei colleghi è sempre al massimo, ma a volte, come del caso di qualche giorno fa, non è possibile andare oltre le capacità e la sopportazione fisica umana.

Nell'UFA lavorano 2 farmacisti e 14 infermieri che preparano le dosi al momento. E' qui che si crea il cosiddetto “ingorgo”. Da qualche tempo sono venuti meno ben 4 farmacisti. Si tratta di ricercatori pagati con i fondi statali; questi erano adibiti alla preparazione dei farmaci sperimentali.

Sulla questione e su quanto scritto negli ultimi giorni nelle pagine della cronaca del Secolo XIX sono interventi Carmelo Gagliano, presidente del Collegio IPASVI di Genova, e Bruno Cavaliere, dirigente delle professioni sanitarie dell'Ospedale “San Martino” - IST.

Indirizzandosi alla giornalista firmataria del servizio sul giornale ligure Gagliano (nella foto) ha ricordato che “abbiamo letto i contenuti dell'articolo pubblicato in data odierna e relativo a quanto in oggetto. Desidero informarLa che l'articolo si limita a indicare un effetto e non la causa del disservizio che si è determinato e l'invito a prendere contatti con lo scrivente ogni qualvolta accadono episodi che riguardano la professione infermieristica come in altre occasioni hanno fatto suoi colleghi.
Le Infermiere che operano all'interno del servizio U.F.A. operano quotidianamente la duplice funzione di preparazione delle terapie ma anche di controllo e alert dei processi di sicurezza previsti dal sistema di certificazione.”

SanMartino

L'Ospedale San Martino - IST di Genova-

“Quanto accaduto ieri non è assolutamente da imputare alle carenze di personale infermieristico ma è la punta di un iceberg che vedrà ancora in futuro il possibile ripetersi di simili ed esacrabili episodi che non devono più accadere – aggiunge il presidente IPASVI - ma questo sarà possibile solo se verrà fatta chiarezza nel merito reale delle condizioni di lavoro nelle quali si opera e che rischiano di minare la sicurezza dell'intero processo di lavoro. Il personale infermieristico che opera all'interno del servizio UFA e degli ambulatori di day hospital sono quotidianamente impegnate oltre ogni limite a garantire la sicurezza e la corretta somministrazione delle terapie anche a costo di prolungare i tempi di preparazione e somministrazione perchè il valore primario da salvaguardare è la salute della persona affidata alle loro cure.”

Sulla stessa scia si è espresso ai microfoni di Nurse24.it il collega Cavaliere che ha ribadito che in qualità di responsabile delle professioni sanitarie e dei dipendenti dell'UFA “non posso che ribadire il nostro impegno massimo per risolvere l'ingorgo e per dare maggiore qualità all'assistenza; ci siamo purtroppo trovati nell'emergenza e ho dovuto richiamare personale trasferito in precedenza per dare man forte all'Unità antiblastica; oggi gli Infermieri dell'UFA fanno tantissimo e e si sono dimostrati professionisti capaci e responsabili. In futuro cercheremo di inserire più tecnici specialisti, ma in futuro cercheremo di inserire più tecnici specialisti; ci vorra un po di pazienza perché per formare un qualificato operatore servono almeno due mesi di duro lavoro”.

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