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editoriale

Morire per lavoro non è bello

di Monica Vaccaretti

Morire per lavoro non è bello. Così si è espresso sgomento un familiare delle vittime del cantiere di Esselunga a Firenze lo scorso 16 febbraio mentre, impietrito, assisteva al recupero dei feriti e dei corpi dispersi, rimasti schiacciati sotto massi di cemento, quando i solai sono improvvisamente crollati uno dopo l'altro per cedimento strutturale di un pilone, forse adagiato male o forse fatto con calcestruzzo non adatto secondo gli inquirenti. Nell'incidente sul lavoro avevano perso la vita cinque manovali, altri tre erano stati ricoverati in gravi condizioni presso l'ospedale di Careggi. Molti erano irregolari. Presi in carico dai sanitari ed operati - per politrauma al torace, lesione alla milza, frattura vertebrale cervicale, ematoma alla testa - sono stati dimessi in questi giorni, ad un mese dall'incidente.

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