Qualche giorno fa, discutendo con una collega in merito alle scelte venete di istituire l’”infermierino”, lei ad un certo punto, inalberata, sottolineava la necessità che le istituzioni democratiche ed ancor più quelle dei corpi intermedi, dell’associazionismo, della difesa dei diritti dei cittadini, facessero sentire la loro voce di fronte ad un livellamento verso il basso, in nome dell’emergenzialità del momento, dell’offerta assistenziale sanitaria. Sottolineatura condivisibile, quanto fragile. Infatti, a fare da eco alle preoccupazioni manifestate, giorni prima, si diffondeva la notizia della mancata vaccinazione della nonna di Fedez, rimediata poi, con telefonata istituzionale, a seguito della protesta sui social del nipote e della consorte: i noti Ferragnez. Mettersi contro un influencer non è mai una buona scelta e dimostra il peso che questi possano esercitare non solo “nell’influenzare” scelte commerciali, ma, oltremodo, prese di posizione politica, rivendicazioni sociali, o più semplicemente, riparare ad un torto fatto. Dal canto suo, non essendo un vip, per avere visibilità un ristoratore si è mascherato da “sciamano italiano” durante una protesta a Roma ed ha affermato di essersi travestito al fine di attirare l’attenzione su di sé, sulle sue ragioni, sulla sua protesta. Scelta opinabile ma, in un certo qual modo, legittima.
Meglio i Ferragnez o il Tribunale dei Diritti del Malato?
Viene da chiedersi però in che tipo di società democratica si stia vivendo se i torti subiti, i bisogni sociali, la disperazione civile trovano risposte solo se veicolate da… chi ha potere, da chi fa la voce grossa, o al contrario da chi la butta in caciara o in pagliacciata. Nella maggior parte dei casi invece le ragioni, i bisogni, gli argomenti e i desideri del comune cittadino, dei più umili e dei più poveri, sistematicamente si perdono, non trovano risposte o spazio nelle cronache di tutti i giorni. Quanti minuti sono stati dedicati alla protesta degli operai della Whirlpool di Napoli o dell’Elica di Fabriano e quanta attenzione invece è stata data all’ultimo ricovero ospedaliero del cavaliere?
Bisogna essere dunque dei Vip per farsi vaccinare? O, al contrario, si può dire impunemente ciò che si vuole, insultando ad esempio chi sta male, solo se si è nelle grazie di qualche boiardo del potere? Per capirsi, proprio nel caso della polemica dei Ferragnez, qualcuno ha stigmatizzato il comportamento della influencer come una manifestazione di labilità psicologica conseguente al parto, gettando discredito sulle argomentazioni espresse, offendendo – impunemente – le donne che soffrono (e non poche muoiono) di depressione post-partum e intossicando il dibattito politico con un modo di fare che legittima l’insulto, la voce grossa, la buffonata di stato. E così gli sciamani si moltiplicano e trova ulteriore spazio il complottismo che già regna sovrano e pensa che, di fronte ad una pandemia, avere un vaccino a disposizione sia qualcosa di… sospettoso.
Un altro collega (conosco gente bellissima!) mi ha detto, dopo aver sentito Crisanti e Galli esortare ad andare avanti sulle vaccinazioni: L'uomo comune ha mille scuse per dubitare. La politica non ha assolutamente nessun tipo di scusa. Una volta assunti i pareri delle persone più eminenti ed esperte in materia a livello nazionale, internazionale deve tirare dritto senza se e senza ma, come si usava dire. Altrimenti i dubbi si insinuano anche in quelli che avevano qualche certezza
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Giuste considerazioni che rischiano però di essere fragili quanto la speranza riposta totalmente nell’azione dei corpi intermedi per risolvere dei torti. La questione di fondo in realtà è sempre la stessa e i Ferragnez lo hanno sottolineato egregiamente, assieme ad Elodie e Mahmood contro l’omofobia, o assieme ad Aurora Ramazzotti contro il catcalling: una democrazia vera, che possa chiamarsi tale, vale solo per la voce di qualcuno, o tutti possono partecipare alla costruzione della società, alla correzione delle sue brutture, alla rivendicazione di diritti e alla riparazione di torti subiti?
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